Quale nuova mobilità per il Trentino in un mondo sempre più influenzato da vincoli di conservazione ambientale e di salute comune?
A questa domanda hanno cercato di rispondere i relatori che hanno preso parte al webinar “Next Generation Mobility: Scenarios (after) in the Black Swan”, promosso nella serata di ieri da Confindustria Trento e Università degli Studi di Trento, a chiudere il primo - ma non ultimo - ciclo di appuntamenti con le idee intitolato “Una certa idea di futuro”.
Grazie alla moderazione di Alessandro Garofalo, esponenti del mondo politico e imprenditoriale hanno parlato di infrastrutture e di tecnologie, e più in generale di sfide, di rischi e opportunità che ci attendono, con la prospettiva temporale dei prossimi dieci anni, su scala globale e locale, toccando quindi le ricadute sul mondo Trentino.
Di stimolo alle riflessioni degli ospiti del webinar, i contenuti dell'intervento del protagonista internazionale dell’appuntamento Emilio Rossi, presidente e cfo della ZF Automotive Italia, Gruppo ZF, membro dal 2019 del Consiglio direttivo dell’Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica.
Una premessa: la pandemia ha innescato una crisi strutturale in cui la domanda è crollata, i mezzi finanziari per investire mancano, le dinamiche proprie della globalizzazione sono saltate. Viviamo un tempo volatile, incerto, complesso e ambiguo. “Per uscire da questa tempesta perfetta - ha detto Rossi - occorre un nuovo modo di vivere il mondo: regole trasparenti negli scambi internazionali, investimenti pubblici capaci di creare valore aggiunto, un sostegno reale all’industria che crea lavoro e sviluppo, politiche attive e di previdenza sociale. Bisogna investire sulle persone, affinché possano continuare a governare le macchine, e investire sulle buone idee. Con un fuoco fortissimo sulle infrastrutture, sull’economia circolare e sulla sostenibilità”.
Quali sono le caratteristiche della Next generation mobility? “La nuova mobilità - ha spiegato Rossi – unisce al minore impatto la maggiore digitalizzazione”. Immaginiamo un panorama popolato da auto autonome, digitalizzate e elettrificate. Auto che evitano gli incidenti perché prevedono le collisioni, auto che anticipano guasti e crash perché provvedono alla manutenzione, auto sicure e stabili, efficienti e intelligenti. Una produzione che ha costi altissimi, e che però va perseguita e incentivata, con politiche pubbliche in grado di supportare la domanda e un’industria forte, capace di ridisegnarsi, e ancora investimenti in ricerca e sviluppo, in formazione e nuove competenze”.
“La mobilità futura ha bisogno di essere supportata dal punto di vista infrastrutturale - ha spiegato Diego Cattoni, amministratore delegato di Autostrada del Brennero Spa -. Su questo fronte, il nostro contributo è tutto in un piano che si estrinseca in due aree principali: l’evoluzione tecnologica e l’attenzione all’ambiente. Autostrada del Brennero vuole costruire il primo green corridor a emissioni nocive zero e a incidenti zero. Il nostro piano di mobilità sostenibile prevede il potenziamento della disponibilità dei servizi di ricarica per l’alimentazione elettrica, e un progetto entusiasmante per la mobilità ad idrogeno verde che contempla la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione in cinque punti di rifornimento. Lavoriamo inoltre a un piano per l’interconnessione tra mezzi pesanti per migliorare la sicurezza e i consumi. La previsione di una crescita tumultuosa delle merci in transito sull’asse del Brennero rende inoltre necessario implementare l’infrastruttura ferroviaria, alla quale Autostrada del Brennero partecipa, per concorrere a uno switch dalla gomma alla rotaia, per il quale si prevede ugualmente l’introduzione dell’alimentazione a idrogeno”.
È dunque intervenuto Mario Tonina, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e Assessore all’urbanistica, Ambiente e Cooperazione: “L’ambiente - ha detto - può essere considerato come una leva per la crescita economica: ecco allora che la nuova mobilità diventa una delle opportunità più attraenti per coniugare la necessità di crescita economica con sostenibilità. La giunta provinciale ha approvato il documento preliminare per la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile che individua cinque modelli per il Trentino del futuro: una Strategia integrata e coordinata ad ogni livello, che orienta gli strumenti programmatori e operativi di questa legislatura. Se vogliamo un Trentino più connesso, non possiamo prescindere da investimenti sulla mobilità e sulle reti di trasporto e digitali strategiche. Un Trentino connesso deve investire in mobilità sostenibile, connettività regionale e tecnologie dell’informazione e della comunicazione come strumenti di inclusione, coesione territoriale e infrastrutture strategiche. In questo contesto ricordo la valenza strategica della circonvallazione ferroviaria di Trento sia per il corridoio europeo sia per il capoluogo, nel più ampio progetto di recupero dell’areale ferroviario e dell'eliminazione del transito merci in concomitanza con l’apertura del tunnel ferroviario del Brennero”.
All’appuntamento hanno preso parte inoltre il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana, Flavio Deflorian, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale di Università di Trento, e Paolo Bosetti, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale di Università di Trento, che ha raccontato l’esperienza del progetto promosso nell’ambito della formula SAE, la Society of Automotive Engineers.
A chiudere i lavori Marcello Lunelli, del Consiglio di Presidenza dell’Associazione degli industriali di Trento, che ha annunciato un secondo ciclo della serie di appuntamenti con le idee nella formula avviata con successo con il primo ciclo appena concluso.
Ufficio stampa Confindustria Trento
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