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All’ospedale di Rovereto il 15 gennaio scorso, durante una seduta di vaccinazioni anti-Covid, le fialette del vaccino sono state scambiate con quelle della soluzione fisiologica. Quel giorno erano state convocate per la vaccinazione quarantasette persone. Tra questi dodici operatori sanitari si sono visti iniettare, a loro insaputa, acqua e sale. Tutte le persone convocate saranno richiamate e per ognuna di loro sarà effettuata una verifica sierologica. Se non risulterà che abbiano ricevuto il vaccino dovranno ripetere la prima dose.

Reputo di estrema gravità che  il 20 gennaio l’Azienda sanitaria aveva definito falsa  la notizia riportata di questo sbaglio. Poi però le voci si sono rincorse ed a quel punto l’Azienda sanitaria ha dovuto a sua volta confermare, seppur minimizzando. Secondo l’Azienda la percentuale di errore è inferiore all’1 per 1.000 e non si è verificato nessun problema sanitario.

Se la notizia non fosse uscita casualmente, nessuno avrebbe mai saputo cosa era successo. In un momento di grande incertezza e paura eventi come quello sopra citato non aiutano certo la popolazione ad avere fiducia nel sistema sanitario trentino e in chi lo guida.

Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia per sapere:

• la motivazione per la quale i vertici aziendali avevano negato l’evento che si era verificato cinque giorni prima;
• quando l’Azienda ha saputo dell’errore;
• quali indagini e verifiche sono state fatte prima che la notizia diventasse pubblica;
• come sia stato possibile confondere una fiala di soluzione fisiologica con una di vaccino;
• se sia possibile escludere che lo sbaglio non sia già avvenuto visto che l’azienda può averlo tenuto nascosto, come ha tentato di fare nell’occasione descritta in premessa;
• quale era il ruolo lavorativo, prima della pandemia, dell’operatore che ha effettuato l’errore e quindi se aveva la competenza per vaccinare;
• quali sono le fasi che precedono e seguono la vaccinazione al fine di renderla sicura ed esente da complicazioni. Risulta alla scrivente che in alcune regioni alle persone viene fatta una rapida anamnesi prima della somministrazione e successivamente viene applicata una borsa di ghiaccio sul braccio e trattenere la persona per circa quindici minuti prima di mandarla a casa;
• se non ritenga che episodi di questa portata compromettano la fiducia della popolazione nella sanità trentina, sia per l’errore sia perché fino a quando è stato possibile, l’errore e stato negato.

Cons. Lucia Coppola

consigliera provinciale/regionale

Gruppo Misto/Europa Verde