Il Natale di questo 2020 ha portato, nel panorama politico trentino, un rappresentante provinciale in dote a Fratelli d'Italia. Il partito della destra italiana, finora senza esponenti in Provincia, può da questo momento contare su Claudio Cia, passato armi e bagagli fra gli eredi missini. Ciò consentirà, a cascata, la creazione di un gruppo consiliare regionale di FdI, composto da Cia stesso e da Alessandro Urzí, ma anche l'ingresso in automatico di questo partito in Giunta regionale.
La mossa dell'assessore, va detto, è assolutamente legittima, ma altrettanto giustamente ha sollevato una serie di pesanti dubbi e critiche da parte dei partiti sudtirolesi, in particolare della SVP, che come PATT condividiamo e facciamo nostri.
Il cambio di casacca di Cia stride, infatti, con il suo definirsi autonomista, vicino alle tradizioni e alla storia di questa terra: Fratelli d'Italia è, infatti, il Partito più nazionalista, centralista, sovranista e antieuropeista presente sulla scena politica istituzionale italiana, partito che raccoglie pure i nostalgici del partito fascista che tanti danni ha causato alla nostra terra. Con buona pace di Giorgia Meloni che considera il fascismo un movimento che va "contestualizzato nella sua epoca". Queste affermazioni e questi ideali viaggiano, lo diciamo con forza, su binari diametralmente opposti a quelli dell'autonomismo.
Ora che la maschera di Cia è caduta, cala pure la coerenza e la serietà di chi più volte ha additato, deriso, criticato e attaccato le scelte degli altri, come se la verità appartenesse solo a certe persone e al proprio movimento politico fatto confluire dalla sera alla mattina in FdI.
Resta, tuttavia, un problema politico non indifferente: la presenza di Fratelli d'Italia in Giunta regionale rappresenta uno scoglio insormontabile per il PATT, che della maggioranza regionale è parte integrante. Non possiamo avvallare in alcun modo questo scivolamento verso la destra italiana più estrema dell'Istituzione regionale e, assieme alla SVP, valuteremo nei prossimi giorni il da farsi per scongiurare un ulteriore allontanamento fra le autonomie di Trento e Bolzano. Come PATT abbiamo più volte ribadito la nostra incompatibilità con Fratelli d'Italia ad ogni livello politico.
Per quanto riguarda le scelte politiche dei singoli è sempre più chiaro chi può definirsi autonomista e chi, invece, lo fa solo per convenienza.
Simone Marchiori
Segretario politico PATT
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