"Gravissimo atteggiamento da parte del Governo nazionale nei riguardi delle imprese. - Afferma Francesca Barbacovi, responsabile del Dipartimento "Commercio e Imprese" di Fratelli d'Italia di Trento - Mancano solo 6 giorni a Natale e le attività non sono in grado di programmare il proprio lavoro a causa di una mancata presa di posizione da parte dei nostri governanti, i quali nel rispetto di ogni singolo individuo, avrebbero potuto decidere anche dieci giorni fa in merito a delle chiusure intermittenti, quando al contrario invitavano a promuovere l'economia attraverso il pagamento cashback presso le attività .
Pensiamo ai ristoratori, una categoria già costretta a lavorare con orari che hanno già drasticamente dimezzato il proprio operato, i quali si ritrovano a disdire prenotazioni per i pranzi di Natale, a dover annullare gli ordini dei propri fornitori (e non è detto che questi ultimi accetteranno tutti gli annullamenti). Altrettanto dicasi per i bar che si vedono obbligati a chiusure imposte, anche loro costretti a disdire ordini verso i propri grossisti, per non parlare degli albergatori che si ritrovano nelle stesse condizioni e a dover disdire prenotazioni .Si consideri anche che tutte le attività hanno dei costi di gestione ricorrenti e irrevocabili". Prosegue Francesca Barbacovi :
"La situazione non migliora per i commercianti, i quali si ritrovano con guadagni ridotti al minimo a dover fare fronte ai pagamenti della propria merce, ormai già programmati da tempo, impossibilitati a spostare le scadenze; la maggior parte senza alcun sostegno da parte della propria banca che ad oggi non è più disposta a fare credito. La maggior parte delle nostre aziende ha sempre puntato sugli incassi del periodo natalizio, ma ora non per tutti sarà possibile. Oltretutto in questo momento va fatta una considerazione: ogni attività commerciale segue nel massimo rispetto tutte le normative anti Covid perciò può permettere l'accesso di persone all'interno delle proprie strutture, in base ad un numero consentito secondo i vari protocolli; ne consegue un lavoro più lento e con minor incassi. Il fatto che si notino file fuori dalle attività non significa che il commerciante stia lavorando come un tempo, ma sta solo mantenendo un ordine che deve far seguire ai propri clienti. , Credo sia doveroso lasciarli lavorare in tutta sicurezza dato che finora sono stati presi di mira accusandoli di aver creato assembramenti fuori dai propri esercizi. In tale circostanza è il cittadino stesso che semmai saprà scegliere un momento più opportuno per accedere alle attività , ciò non compete all'esercente.
Non si vogliono dimenticare le altre categorie messe in ginocchio. Un esempio sono le palestre, costrette a chiudere senza nessuna dimostrazione scientifica di pericolosità, ma solo sulla base di un ipotetico rischio di contagio quando le stesse hanno investito al massimo in sicurezza, come da protocolli e la maggior parte facendo anche installare impianti di sanificazione pur di non rinunciare a lavorare in totale sicurezza, sapendo che i sostegni economici non sono in grado di mantenere i costi di gestione di un immobile a porte chiuse.
Una situazione drammatica per ogni settore commerciale, ecco perché oggi più che mai si pretende da parte del Governo una vera presa di posizione e la massima chiarezza. Un'attività non può più permettersi di proseguire ad aperture alterne, a meno che non vengano ristorate in base agli incassi dell'anno precedente dato che devono assolutamente far fronte a degli impegni presi con i propri fornitori, i loro costi di gestione e i loro dipendenti . Finora si è sentito parlare di ristori solo a chiacchiere (mai stati rapidi ) e coloro che si sono trovati costretti a chiudere, hanno percepito poco o niente. Il Governo non può più indugiare in tal senso, piuttosto venga detto se un'azienda dovrà trovare un'alternativa indipendente, quindi scegliere se poter rimanere aperto in base alle proprie risorse o chiudere per sempre .
In aggiunta a quanto già detto , è ora che i nostri governanti si ricordino che dietro ad ogni azienda esiste una famiglia da mantenere, quindi non si tratta solo di attività a rischio, ma di persone che non riescono più a vivere e che di questo passo si ritroveranno molto presto anche senza una casa .
Inoltre si ricordi che è grazie anche alle nostre imprese se i loro stipendi vengono ancora erogati, altrimenti non ci sarebbero più poltrone anche per i più incompetenti .
Il dipartimento "Commercio ed Imprese" di Fratelli d'Italia di Trento - conclude Barbacovi - non rimane indifferente ed intende difendere fino in fondo queste categorie dando voce al proprio dissenso ad un'atteggiamento ormai ingiustificabile da parte di un Governo inetto che al di là di una curva epidemiologica avrebbe dovuto saper trasformare le proprie risorse economiche in sostegno alle imprese, anziché sperperare denaro per beni meno urgenti agli occhi di molti".
Infine Francesca Barbacovi aggiunge: "Siamo pronti a proseguire la nostra battaglia in nome di ogni azienda che, ad oggi, lotta per sopravvivere. Rimaniamo disponibili a raccogliere ogni segnalazione da parte da ciascuna attività, con l'intenzione di mettere in risalto 1 e contribuire a risolvere - le innumerevoli problematiche aziendali".
Ufficio stampa Fratelli d'Italia Trento
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