È un anno difficile quello che ci apprestiamo a concludere. Oggi la sfida è governare l'incertezza. Sappiamo che gli impatti della pandemia sulla vita delle persone e sull'attività socio economica sono e saranno pesantissimi. È proprio in tempi straordinari, però, che servono risposte straordinarie. Quelle risposte e quella visione che in questa manovra non si trovano.
Proprio per rispondere alla crisi che stiamo vivendo, oltre agli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali e per le politiche attive del lavoro, sarebbe stato ancora più urgente definire gli asset strategici di sviluppo futuro, dove intervenire con maggior coraggio e determinazione.
Questo è stato chiesto da più parti. Le minoranze consiliari, così come le parti sociali hanno definito questa manovra poco incisiva e manchevole di investimenti tali da rimettere in moto settori economici nella morsa della crisi, segnando anche gli obiettivi futuri per la nostra Provincia. Privilegiare investimenti per uno sviluppo sostenibile, per la digitalizzazione, per proteggere il nostro territorio e chi lo abita e lo abiterà in futuro. Questo è il dovere di una Autonomia come la nostra.
Difficile trovare quel segno distintivo, proprio di un documento programmatorio. Ancora una volta tutto è rimandato a delibere di Giunta e alla manovra di assestamento di bilancio senza un auspicato e proficuo confronto richiesto, almeno per il futuro, da più parti anche con una risoluzione presentata dalle minoranze e bocciata in Consiglio, a margine della manovra di bilancio.
Futura ha deciso responsabilmente di non fare emendamenti ostruzionistici ma proposte che si concentrassero con maggior attenzione sul sistema sanitario da riformare e le professioni sanitarie da sostenere in questo momento di crisi; abbiamo chiesto attenzione e programmazione per le due fasce che verranno più colpite dalla crisi e che, invece, se messe nella condizione migliore, sarebbero un volano di sviluppo come i giovani e le donne.
Sulla difesa delle lavoratrici abbiamo raccolto insieme al Pd un piccolo ma significativo risultato, ripristinando, in bilancio, una quota destinata alle attività istituzionali del consigliere di parità che sarà una figura fondamentale di tutela giuridica per le donne che subiranno qualsivoglia tipologia di abuso in campo lavorativo in questo momento di crisi occupazionale.
Oggi, sempre nel campo delle pari opportunità, abbiamo dato un importante segnale, scegliendo a nome delle minoranze nel cda della Fondazione E. Mach la professoressa di economia agraria, Roberta Raffaelli, al momento, purtroppo, unica donna tra otto componenti. Dato ancora più grave se si pensa che i dati del rapporto “Le donne dell’Euregio” 2019 ci dicono che il maggior squilibrio per le chance occupazionali delle donne in agricoltura si registra in Trentino.
PAOLO ZANELLA
Gruppo consiliare FUTURA
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