Ho letto con attenzione l’interrogazione presentata dai colleghi del PATT riferita alla costruzione del nuovo stadio del ghiaccio di Miola di Pinè e riassunta nella domanda: è sostenibile una spesa di 37 milioni di euro per trasformare lo stadio del ghiaccio di Miola e l'anello esterno in una struttura "a cinque cerchi", ossia pronta per ospitare le gare di pattinaggio velocità delle Olimpiadi invernali 2026?
Senza giri di parole inutili sento di poter rispondere con un convinto SI'. Nel mio ruolo di Consigliere provinciale e, in precedenza, avendo sempre seguito da vicino lo sviluppo degli sport invernali nel nostro Trentino anche con importanti ruoli, posso affermare di conoscere molto bene la situazione di Baselga e lo speciale rapporto che la comunità ha con le attività sportive su ghiaccio.
Non dobbiamo a mio avviso, fare l'errore di ridurre tutto a sterili cifre – questo vale, non mi stancherò mai di ripeterlo, sia per lo sport e per la fantastica scommessa delle Olimpiadi 2026 - che deve vederci tutti remare nella stessa direzione se vorremo essere nuovamente l’eccellenza nazionale e internazionale che spesso siamo stati in passato – sia per altre attività cruciali, seppur diverse, come la sanità e in particolare gli ospedali di valle che tra l'altro sono legati strettamente e strategicamente allo svolgimento delle attività sportive quali servizi fondamentali correlati.
L’ice Rink di Pinè è molto più di un palazzetto sportivo, è il cuore di una intera comunità, capace di raccogliere attorno a sé e alle sue attività migliaia di appassionati: atleti, amatori, adulti e, soprattutto, centinaia e centinaia di giovani, tutti attivi nelle associazioni sportive o come volontari delle varie manifestazioni. Questo è un valore aggiunto fondamentale, la differenza tra il vivere lo sport 365 giorni l'anno come esperienza di crescita e sviluppo e considerare invece solo un evento in sé, il quale, per quanto importante, una volta finito e se attivato in un luogo privo di reti, partecipazione e coinvolgimento dei suoi abitanti, rischia di lasciare vuoti sociali e debiti onerosi. Esempi in tal senso ve ne sono molti e confermano come il “fare sport” con successo, costruendo vivai e appassionando ragazze e ragazzi in alcuni casi fino a farli diventare campioni – e questo è certamente il caso del pinetano, così come, per altre discipline invernali (e non solo) delle valli di Fiemme e Fassa – sia il frutto di un impegno di anni e anni, portato avanti da una miriade di attori diversi: amministratori, appassionati, cittadini, volontari, associazioni; non basta costruire un palazzetto o uno stadio e poi lasciarlo lì, abbandonato a se stesso. E’ necessario edificarlo nel luogo giusto, dove quel tipo di sport, nel nostro caso specifico il pattinaggio e le attività legate al ghiaccio, siano sentiti e presenti nel cuore dei suoi abitanti.
Mi tornano alla mente le parole, che condivido completamente, dell'amico Paolo Deville, presidente trentino di FISG che in una accorata lettera di un anno fa scriveva ai vertici dello sport trentino e nazionale quanto fosse importante continuare a mantenere e, anzi, rilanciare, le strutture e le attività legate al ghiaccio a Baselga e nel pinetano.
"Baselga” spiegava, e voglio riportare per intero le sue parole poiché le trovo perfette “ha una lunghissima tradizione nel pattinaggio che trova le sue radici nell'immediato dopoguerra e che non si è mai fermata. Ha portato a pattinare migliaia di ragazzini e continua a farlo.” - e tutto questo non sarebbe possibile in nessun altro luogo sia in Trentino che in Italia -.
“Appare pure come una piccola fabbrica di campioni della specialità, considerato che a Pinè sono cresciuti o si sono allenati quasi tutti gli atleti che hanno saputo regalare medaglie olimpiche e mondiali all'Italia, non ultima la medaglia d'oro ai campionati junior 2019 conquistata dall'atleta del Circolo pattinatori Pinè Laura Peveri, con tutte le difficoltà che incontrano per un impianto che abbisogna di interventi di manutenzione indipendentemente dall'evento olimpico hanno dalla loro un utilizzo della struttura eccezionale. Numeri che nessuno ha in Italia: i dati ufficiali di Ice Rink Pinè dicono che l'impianto è aperto 280 giorni all'anno, le presenze su ghiaccio risultano essere 87.000 e il numero totale di fruitori della struttura sono circa 140.000. Ma sapete quale è il dato più interessante? Il 65% (sessantacinque per cento) degli utilizzatori di Ice Rink ha meno di 18 anni.
Qualcuno può pensare che il pattinaggio spostato all’Arena su una struttura temporanea avrà gli stessi numeri? O che Torino, riaprendo un impianto chiuso subito dopo i Giochi Olimpici 2006 potrà replicare questo?”
Tornano alla mente proprio i trampolini di Pragelato, realizzati per l'evento olimpico del 2006 in un luogo senza tradizione sportiva legata al salto e in gran parte smantellati subito dopo, perché non vissuti e sentiti dalla popolazione residente.
Paolo, dopo queste risolutive domande, continuava il suo appello affermando come, se veramente desideriamo che i Giochi olimpici del 2026 portino a vantaggi sociali oltreché sportivi, Baselga sia allora il luogo migliore da scegliere perché, pur essendo un paesino di 4.500 anime racchiude in sé passione, tradizione e competenze tali da poter assicurare un evento olimpico all'altezza delle aspettative mondiali e un avvenire certo al futuro sportivo e sociale di tutta la comunità che lo ospita. E ancora, sono sempre parole sue e ancora una volta mi trovano in completo accordo, “La Valle di Fiemme, analoga a Baselga per molte cose, è la tangibile dimostrazione che tante volte piccolo è bello...il Trentino e le sue vallate sapranno dimostrare al mondo che paesi meravigliosi sono capaci di prestazioni meravigliose.”
A tali ragionamenti, pertanto, aggiungo solo un appello: investiamo quanto dobbiamo nella sistemazione dell’ICE RINK Pinè e diamo agli sport del ghiaccio che in esso si praticano e a tutta la sua appassionata comunità una prospettiva per crescere ulteriormente i propri giovani nello sport e guardare con ottimismo all’avvenire. Il Pinetano e il Trentino ne hanno bisogno e, soprattutto, lo meritano davvero.
Cons. Pietro De Godenz
Upt
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