Questa la denuncia di Slc Cgil, lavoratrici e lavoratori, che già a giugno segnalavano la necessità di criteri di contributo e finanziamento equi e che tenessero conto delle peculiarità del settore.
Il nuovo Fondo straordinario a sostegno dello spettacolo taglia fuori almeno due terzi dei professionisti del settore. La delibera provinciale crea senso di ingiustizia e sconforto perchè ignora di fatto la complessità di un settore estremamente eterogeneo, dove le tipologie contrattuali sono molte e il lavoro autonomo ne rappresenta una minoranza.
Sconforto giustificato dai molti tentativi di interagire con le istituzioni locali a partire da giugno, in cui si sono sempre sottolineate le condizioni specifiche e la complessità della realtà in cui operano lavoratrici e lavoratori del settore.
Come si può pensare, conoscendo il settore, di destinare il Fondo straordinario solo alle partite IVA? Perché nonostante le esplicite richieste non c’è stato un confronto con i lavoratori e le lavoratrici nell’immaginare un provvedimento a loro dedicato?
Ricordiamo che la maggior parte non gode di cassa integrazione e che le indennità bonus covid hanno coperto, per chi è riuscito ad accedervi, solo una minima parte del reddito perso durante il 2020.
SLC-CGIL sottolinea di aver chiaramente comunicato, assieme ad una rappresentanza di lavoratori, la complessità del settore specificando la necessità di estendere i criteri, come per altro è stato fatto da altre Regioni e a livello nazionale: limitarsi agli autonomi avrebbe di fatto tagliato fuori una gran fetta di lavoratori. Perché queste informazioni sono state ignorate dalla Giunta Provinciale?
La Giunta Provinciale di Bolzano ha destinato un contributo una-tantum, destinato agli “artisti che non dispongono di un contratto dipendente di più di 12 ore settimanali”. La Regione Veneto erogherà un bonus basandosi sui criteri del DL Cura Italia e Rilancio. La Regione Marche ha adottato dei criteri per coprire chi non avesse potuto beneficiare dei sussidi statali.
Questa notizia inoltre arriva poco dopo l’approvazione del DDL Regionale volto ad implementare una pensione complementare a favore degli artisti. Provvedimento sicuramente importante ma che arriva in un momento in cui i più colpiti dalla situazione emergenziale certamente non potranno usufruirne; chi infatti nei prossimi due anni può pensare di mettere da parte 500€ all’anno per una pensione complementare?
Ci chiediamo dunque, in un momento storico in cui lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sono considerati per la prima volta alla stregua degli altri, perché non si possano adottare provvedimenti che realmente considerino la categoria di cui ci si sta occupando, attraverso il confronto con soggetti coinvolti e corpi intermedi, cosicché i fondi pubblici vengano realmente impiegati con criteri consapevoli ed adeguati alle finalità.
Chiediamo all’Assessore Bisesti di ascoltarci, di destinare a tutti i lavoratori e lavoratrici professionisti dello spettacolo le risorse del Fondo straordinario per lo spettacolo. Solo così anche il Trentino potrebbe dirsi orgogliosamente attento a questo Settore.
Ufficio stampa Cgil del Trentino
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