Abbiamo depositato oggi un’interrogazione per chiedere alla Giunta di spiegare ai trentini i motivi della scelta di non permettere alle guardie mediche di segnalare alla centrale COVID i casi di potenziale positività di residenti in provincia, lasciando invece la possibilità di segnalare casi di persone provenienti da altre regioni.
Il tema merita un approfondimento, anche perché la Giunta provinciale ha più volte dichiarato che per garantire continuità assistenziale h24 per ogni giorno della settimana è necessario potenziare la presenza sui territori delle guardie mediche, con particolare attenzione alle zone più periferiche. Queste dichiarazioni facevano seguito ai proclami della campagna elettorale leghista, che prometteva di contrastare la carenza di medici riorganizzando complessivamente il servizio di continuità assistenziale.
Oggi, in piena emergenza COVID e con situazioni critiche in ogni parte del Trentino, si assiste a scelte incomprensibili e in controtendenza rispetto alle dichiarazioni fatte.
Fino ad inizio ottobre le guardie mediche dovevano segnalare al dipartimento di igiene di tutti i casi sospetti o sintomatici di cittadini potenzialmente affetti dal coronavirus COVID19.
Il 20 ottobre è arrivata ai medici di guardia una email che indicava che, a far data al 1 ottobre 2020 (email arrivata quindi con un mese di ritardo), tutti i casi di residenti Trentini non andavano più segnalati ma che a questi va raccomandato di mettersi in contatto con il proprio Medico di medicina generale. Per i possibili casi di positività di non residenti invece l’indicazione è quella di proseguire con la segnalazione alla centrale COVID da parte della continuità assistenziale.
Questa scelta da parte della Giunta provinciale causa per i trentini un grave problema, poiché la guardia medica non può più prenotare nessun tampone e in questi giorni moltissime persone telefonano per avere indicazioni, anche perché molti sono risultati positivi ad un primo tampone e non sono più stati contattati da nessuno. I medici possono quindi solamente dare come indicazione quella di sentire il proprio medico di base.
Le problematiche che derivano da questa situazione sono molteplici, basti pensare ad esempio chi ha sintomi dal venerdì notte alla domenica. Queste persone possono segnalare solamente il lunedì mattina la propria situazione, continuando per giorni a frequentare i famigliari e contatti stretti che continuano inoltre ad avere a loro volta dei contatti (ad es. i figli che frequentano le scuole).
Non è comprensibile il fatto che da un lato la Giunta dichiari che i “tamponi veloci” possono essere effettuati anche nelle farmacie e dai medici di medicina generale in libera professione, ma poi tolga anche la possibilità di segnalare le situazioni critiche alle guardie mediche, che dovrebbero garantire l’assistenza ai cittadini quando non è possibile rivolgersi al proprio medico.
Consiglieri Demagri, Rossi e Dallapiccola.
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