Abbiamo appreso che il CIBIO si è trovato senza le risorse finanziarie per proseguire gli studi sul vaccino anti Covid. Pare che la Provincia non ritenga necessario il sostegno alla ricerca e solo grazie all’apporto dell’Avis, CIBIO potrà proseguire la fase di sperimentazione.
Per mettere a punto un vaccino sicuro ed efficace, undici mesi or sono, appena il virus del COVID-19 si è presentato, laboratori universitari, piccole ditte di biotecnologie e grandi case farmaceutiche di molti Paesi del mondo hanno iniziato una formidabile attività di ricerca e sviluppo tecnologico, mai vista prima nella storia umana.
Al momento, circa sessanta diversi progetti hanno già raggiunto la sperimentazione sugli esseri umani. Alcuni di questi vaccini sono basati su tecnologie “tradizionali”, di provata efficacia, il cui sviluppo richiede tempi lunghi. Altri sono basati su tecnologie molto innovative, veloci da sviluppare ma che richiedono ancora una dimostrazione certa della loro capacità di indurre sia la produzione di anticorpi diretti verso i costituenti del virus, sia di attivare i linfociti capaci di eliminare le cellule che il virus ha infettato.
Dopo l’ideazione in laboratorio e alcune prove sperimentali sugli animali, i vaccini vengono studiati sull’uomo in una serie di studi clinici successivi, detti di Fase 1, Fase 2 e Fase 3. Gli studi di Fase 1 sono portati avanti su pochi volontari per accertare il dosaggio del vaccino, gli inconvenienti suscitati e la sua capacità di attivare una risposta immunitaria. Se la fase 2, che coinvolge ancora un numero limitato di pazienti dà risultati positivi, si passa alla fase 3, l’ultima, sperimentando il vaccino su 30-40 mila pazienti ai quali viene somministrato o il vaccino o un placebo. Dopo questa fase occorre conseguire l’autorizzazione da parte degli enti statali preposti al controllo sui farmaci,
Attualmente, sono undici i progetti che sono nella fase 3 di sperimentazione.
Tra questi Pfizer e il suo partner BioNTech hanno presentato quella che potrebbe essere una svolta cruciale nella lotta alla pandemia. Il loro vaccino sperimentale, somministrato in due dosi e nella fase finale degli studi clinici, ha mostrato sulla base di dati preliminari un'efficacia superiore al 90% contro il Covid-19.
Tale vaccino si basa su una delle tecnologie più innovative. Vaccini di questo tipo utilizzano la sequenza del materiale genetico del nuovo Coronavirus, ossia l'acido ribonucleico, il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. Utilizzare il messaggero (mRna), è stata una scelta dettata dall'esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale. Pfizer e BioNTech hanno comunicato che potrebbero sfornare 50 milioni di dosi, sufficienti a immunizzare fino a 25 milioni di persone, entro fine anno, con 1,3 miliardi di dosi in arrivo nel 2021. Hanno di recente firmato un contratto da quasi due miliardi con il governo Usa per fornire cento milioni di dosi.
L'accordo della commissione Ue con Pfizer-Biontech per l'acquisto di 300 milioni di dosi del vaccino per il Covid-19 sarà all'ordine del giorno del collegio dei commissari di oggi, per l'adozione. Lo ha annunciato il portavoce dell'esecutivo comunitario, Eric Mamer. "Autorizziamo un contratto per un massimo di 300 milioni di dosi del vaccino sviluppato dalla società tedesca Biontech e Pfizer", ha dichiarato ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Una volta che il vaccino sarà disponibile, ha aggiunto, "il nostro piano è di distribuirlo rapidamente, ovunque in Europa”. Pare che le prime dosi di vaccino saranno disponibili a metà gennaio. L' Italia avrà accesso ad almeno il 13,51% delle 300 milioni di dosi di vaccino Pfizer-Biontec, con 27 milioni di dosi da inizio 2021.
Per questo vaccino pare vi sia l'incognita logistica: richiede temperature bassissime per conservazione e trasporto.
È assolutamente necessario che la Provincia si faccia trovare pronta quando arriveranno i vaccini nell’approntare una organizzazione della vaccinazione rapida, efficiente ed efficace. Una organizzazione che, purtroppo, non è stata in grado di fornire con i vaccini antinfluenzali, malgrado lo sforzo precedentemente fatto per convincere i cittadini a vaccinarsi.
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
1. quali iniziative intenda intraprendere, assieme all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, affinché il Trentino possa avere, quando sarà possibile, le dosi di vaccino anti-Covid, in modo tale assicurare che la comunità trentina possa usufruirne e beneficiare dei vantaggi diretti e indiretti che una vaccinazione diffusa comporta;
2. se intenda approntare, con i vertici sanitari, un piano di distribuzione del futuro vaccino sia per fornire ai medici una adeguata informazione sia per evitare i gravi inconvenienti che si sono verificati nel corso della vaccinazione influenzale;
3. se non ritenga di dover giustificare il motivo per cui la Provincia di Trento ha negato il finanziamento a CIBIO degli studi per la ricerca del nuovo vaccino, rischiando in questo modo di disperdere e vanificare il lavoro di qualificati professionisti. Finanziamento che meritoriamente è stato assicurato da Avis che si è sostituito alla Provincia di Trento.
Cons. Lucia Coppola
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