Premesso che:
in tutte le Regioni d’Italia si sta assistendo al “balletto dei numeri” dei positivi con l’obiettivo dei rispettivi presidenti di evitare di inserire la propria Regione nella zona rossa, fatto questo che porterebbe a limitazioni sempre più stringenti;
il 6 novembre sul quotidiano Trentino il dirigente del dipartimento politiche sociali Giancarlo Ruscitti ha rilasciato una intervista nella quale ha affermato che ad oggi non è più possibile effettuare il tracciamento delle persone che sono venute a contatto con persone positive;
il dott. Antonio Ferro, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria ha annunciato che l’Azienda non effettuerà più il tampone molecolare di controllo successivo al test rapido risultato positivo, ma verrà effettuato il tampone per verificare la negativizzazione del paziente positivo;
secondo le dichiarazioni del direttore Azelio De Santa di Progetto Salute, rilasciate al quotidiano online il Dolomiti, se si sommassero ai dati ufficiali dei positivi, rilasciati quotidianamente dall’Azienda sanitaria, i dati di coloro che risultano essere positivi ai test antigenici, fatti presso i laboratori, il numero dei positivi sarebbe come minimo il doppio;
il Cibio, che per molti mesi aveva dato la propria disponibilità a effettuare i tamponi presso i suoi laboratori ma senza risposta alcuna da parte dell’Azienda sanitaria, ora effettua anch’esso i test antigenici che non rientrano nei conteggi dei dati reali;
tutto ciò premesso:
CHIEDIAMO AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E ALL’ASSESSORA ALLA SALUTE
1. per quale ragione i dati dei test antigenici non vengono inseriti nei dati ufficiali inviati al Ministero;
2. per quale ragione l’Azienda sanitaria ha deciso di non effettuare più i tamponi molecolari di controllo ai pazienti risultati positivi ai test antigenici;
3. per quale ragione non vengono comunicati i dati reali dei contagiati alla cittadinanza;
4. per quale ragione la giunta provinciale e l’Azienda sanitaria, a fronte di numeri reali sempre più alti e con conseguenti difficoltà riscontrate nelle strutture ospedaliere e nelle rsa, non si allinea alla scelta più oculata della Provincia di Bolzano di operare maggiori restrizioni di quelle previste nelle Regioni “gialle”;
5. per quale ragione l’Azienda sanitaria non ha ovviato alle proprie difficoltà nell'effettuare un ampio numero di tamponi sottoscrivendo convenzioni con laboratori e enti privati, che avevano dato da tempo la loro disponibilità, e avrebbero permesso un miglior tracciamento dei positivi.
PAOLO GHEZZI
LUCIA COPPOLA
Gruppo provinciale FUTURA
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