Il Comune di Campitello torna nuovamente alla carica per ottenere il via libera alla realizzazione di una centralina sul rio Duron (val di Fassa). Il progetto prevede una concessione a scopo idroelettrico a quota 1835 metri per la portata massima di 600 litri al secondo (media 145 litri al secondo), con una potenza media di 497 KW. Il rendimento economico lordo di tale impianto sarebbe di circa 400.000 €/anno, accettando previsioni più che ottimistiche dei proponenti. Da tale cifra andranno poi dedotti i costi di gestione e manutenzione, al momento non quantificabili.
La precedente Giunta provinciale, sulla base di un parere negativo rilasciato da tutti gli uffici provinciali competenti, aveva espresso un parere negativo.
Ora, la nuova Giunta riapre la vicenda accampando a giustificazione il fatto che il Piano acque è stato cambiato e quindi occorre riesaminare la richiesta alla luce delle nuove disposizioni.
Appare improbabile che il nuovo Piano abbia sconvolto a tal punto le prescrizioni, rispetto al precedente, da far ritenere che il “no” di ieri possa ragionevolmente trasformarsi in un “sì”.
Se poi si tiene conto dei costi di realizzazione dell’impianto, ai quali si aggiungono quelli previsti per le opere di compensazione ambientale, è difficile prevedere un utile per il Comune prima di una decina di anni dall’avvio della centralina, a meno che questi costi non siano accollati in qualche modo alla Provincia.
Se infine si ricorda che la val di Fassa è un territorio con una economia turistica assai florida e con un discreto benessere per la popolazione si comprende come – sotto il profilo economico – l’impianto serva a poco.
Immutate rimangono infine le osservazioni assai critiche che riguardano il danno paesaggistico ambientale e i rischi per la sicurezza tenuto conto della imprevedibilità (e quindi della delicatezza nella gestione) dei volumi di acqua che interessano torrenti come il rio Duron.
Il giornalista/ambientalista Franco De Battaglia, ricorda, ad esempio, sul settimanale Vita Trentina, l’imprevisto (e forse imprevedibile) incidente di Dimaro, dove un piccolo rio ha spazzato via un campeggio, provocando ingenti danni.
Insomma se il progetto dovesse essere realizzato a fronte di modesti ricavi (se e quando, ovviamente) vi sarebbero sicuri rischi e probabili danni sotto il profilo paesaggistico-ambientale, con riflessi economici negativi su una economia orientata al turismo, e maggiori rischi per la sicurezza del paese che verrebbe a trovarsi proprio sotto l’impianto.
Tanto premesso (e richiamando l’attualità e la fondatezza delle osservazioni già presentate dal collega Alessio Manica – interrogazione n. 1685 cui l’assessore Tonina ha risposto in modo assai elusivo ed evitando qualsiasi osservazione nel merito del progetto)
si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
Cons. Lucia Coppola
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