Le pagine di questi giorni, riferite alle inchieste della magistratura contro le infiltrazioni mafiose in Trentino, sono e devono essere fonte di grande preoccupazione per tutti i cittadini.
Tali terribili degenerazioni, non dobbiamo dimenticarlo, affondando sempre le loro radici nei troppi anni di assenza, da parte della classe politica, delle istituzioni e della stessa società, della capacità di analisi del fenomeno e della volontà di proposta e di indignazione.
Troppi anni di benessere diffuso, di individualismo ed egoismo legati alla supremazia del “pensiero unico” del mercato, anche in Trentino, hanno decisamente contribuito ad allentato la morsa dell’opinione pubblica su questi argomenti e la conseguente capacità della società civile di proporre concretamente modelli etici alternativi ed orientati all’edificazione del bene comune.
Si tratta pertanto di riprendere il cammino interrotto per estirpare alla radice il cancro della criminalità attraverso il contributo della comunità nel ripristino di regole di tutela dei diritti dei lavoratori del settore e di rispetto del territorio attraverso la gestione diretta del settore da parte della Provincia autonoma e la costituzione di un Osservatorio permanente contro la criminalità organizzata in Trentino.
Questa vicenda deve essere da monito per il nostro futuro affinché si assista alla costruzione partecipata di un argine di civiltà contro le mafie costituito da un progetto formativo permanente rivolto alla classe politica ed amministrativa ed ai cittadini dedicato ai valori dell’onestà, della corretta gestione del bene pubblico e all’etica della partecipazione.
La formazione, il confronto continuo, la capacità di indignazione sono il sale che deve tornare ad animare la dialettica politica e culturale nella nostra terra di fronte a fenomeni che non possono coglierci indifferenti e neutrali.
Per la società trentina è giunto il tempo di tornare alla partecipazione e all’impegno per evitare il declino, altrimenti inesorabile, dell’Autonomia e di una comunità che da sempre ha fondato i suoi principi di autogoverno sul senso di responsabilità individuale e collettiva.
Luca Oliver
Presidente Acli trentine
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