Attraverso la mozione depositata all’attenzione del Consiglio provinciale, abbiamo formulato la richiesta alla Giunta provinciale di creare un apposito fondo al fine di sostenere i genitori che si trovano nella situazione di avere un figlio quarantenato e che, per accudire il minore, non possono svolgere la normale attività lavorativa. Questo darebbe modo ad un genitore di restare con il figlio senza dover rinunciare al lavoro se può lavorare in smart working o di non subire un danno economico qualora non sia possibile questa soluzione.
La riapertura delle scuole è stata un passaggio importante che ha riportato un po’ di normalità nella vita delle famiglie dopo un periodo particolarmente difficile, soprattutto dopo il lockdown causato dalla pandemia dovuta a Covid-19.
La situazione è comunque molto complessa, perché la riapertura delle scuole anche se con misure stringenti di contenimento, porta ai ragazzi maggiori contatti con persone esterne al proprio nucleo famigliare, soprattutto con compagni di classe e docenti.
Per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori è un elemento di preoccupazione quello di dover organizzare il tempo libero dei figli considerando i rischi per gli anziani (si pensi ad esempio al rischio di un contagio dei nonni) ma la problematica più delicata da gestire è quella legata alla positività di un ragazzo in età scolastica.
Se ad esempio risulta positivo a Covid-19 un bambino della scuola elementare o della scuola materna, oltre all’isolamento per lui devono rimanere in quarantena anche i genitori ed i compagni di classe, ma non i genitori di questi ultimi (non essendo contatti stretti del soggetto positivo) per i quali basta attenersi a comportamenti di “buonsenso” e di “prudenza”. Per questo motivo alcune famiglie si potrebbero trovare nella condizione di dover tenere il figlio in quarantena ma di dover continuare a lavorare. Visto che l’esito del tampone necessario per verificare l’eventuale positività del ragazzo ha dei tempi abbastanza lunghi vanno trovate soluzioni di supporto per queste famiglie, poiché senza poter contare sull’aiuto dei nonni per non esporli al rischio contagio e senza la possibilità di utilizzare il congedo parentale come accade in altre situazioni, il peso di questa situazione ricade totalmente sui genitori. Va considerato anche che una famiglia può affidare il figlio ad una persona (parente / baby sitter) soltanto qualora il figlio risulti negativo al tampone ma l’attività scolastica riprenda solamente con lezione online e non in presenza.
Serve quindi individuare una soluzione efficace, concreta ed attivabile in tempi rapidissimi per evitare che il peso di questa situazione ricada totalmente sui genitori.
Sarebbe opportuno anche prevedere un contributo per eventuali spese relative al babysitteraggio anche in virtù del fatto che il fondo statale, molto apprezzato durante il lockdown, è stato sospeso.
Non dimentichiamo, in conclusione, che va considerata la tenuta sociale che riguarda soprattutto i genitori lavoratori, che non possono pensare di perdere il lavoro a causa della mancanza di soluzioni di conciliazione. Inoltre come accaduto nei mesi precedenti durante il lockdown, dal punto di vista scolastico si è visto che la didattica online non è adatta per i bambini più piccoli e risulta inoltre difficile per i genitori affidare i propri figli a terzi, soprattutto se sconosciuti.
Ufficio stampa PATT
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