Il 15 ottobre presidi davanti agli ospedali di Trento e Rovereto per chiedere il rispetto degli impegni sul rinnovo del contratto e premio Covid.
Il 21 ottobre presidio nazionale a Roma.
Le lavoratrici delle pulizie e della sanificazione non ci stanno ad aspettare ancora il rinnovo di un contratto di lavoro che manca da sette anni. Non ci stanno neanche ad essere prese in giro dalla Provincia che prima promette il premio Covid per l’impegno assicurato nelle fasi più acute dell’emergenza sanitaria, quando queste addette in prima linea hanno sanificato ospedali e case di riposo, per poi fare marcia indietro stabilendo che la maggiorazione sarà erogata solo se se ne faranno carico, per la metà dell’importo, anche le ditte appaltatrici. Così compatte questa mattina, durante l’attivo unitario indetto contemporaneamente in tutta Italia da Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, hanno deciso di passare alla mobilitazione. Al direttivo a distanza hanno partecipato più di mille delegate e delegati collegati da tutto il territorio nazionale, compatti per denunciare la drammatica situazione del settore. Lavoratori e soprattutto lavoratrici orgogliose del loro lavoro , ma non più disposte ad accettare di essere sfruttati sottopagati umiliati. “Sette anni per un rinnovo sono troppi, sette euro l’ora sono pochi”.
La mobilitazione si svolgerà a livello territoriale e nazionale. In Trentino saranno organizzati due presidi di protesta il prossimo 15 ottobre, davanti agli ospedali di Trento e Rovereto. Il 21 ottobre, invece, le lavoratrici trentine aderiranno alla mobilitazione indetta a livello nazionale con un presidio a Roma. “Intanto - assicurano Paola Bassetti e Francesca Delai della Filcams, Francesca Vespa della Fisascat e Antonella Didu della Uiltrasporti - partirà da subito un’azione di informazione in tutti i luoghi di lavoro. Il nostro obiettivo adesso è contratto subito, a partire da chi è stato in prima linea questa primavera”.
Se questa prima azione di protesta non sbloccherà la situazione i sindacati a livello locale e nazionale sono pronti ad indire scioperi cantiere per cantiere e territorio per territorio. “Le lavoratrici sono esasperate e si sentono prese in giro. Non si possono prima ringraziare gli enormi sacrifici fatti e poi, come se nulla fosse, fare marcia indietro su tutto. Chiediamo anche alla Provincia di assumersi le proprie responsabilità senza scaricare sulle aziende la questione del premio Covid. Sanno benissimo che così facendo condannano le addette a non vedere nemmeno un centesimo di quell’incentivo”, concludono con amarezza.
Ufficio stampa Cgil del Trentino
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