Considerato che i contagi da Covid-19 sono in aumento anche nella nostra Provincia e che in una mia precedente question time avevo chiesto informazioni sulla raccolta del cosiddetto “plasma iperimmune” su donatori convalescenti per Covid-19, nel corso della seduta consiliare odierna, ho domandato all'Assessore alla sanità a quanto ammonta ad oggi il numero di unità con valori di anticorpi neutralizzanti maggiore alle ottanta unità arbitrarie per millilitro, la soglia che definisce tale plasma iperimmune utilizzabile ai fini terapeutici nell’ambito del protocollo di studio nazionale TSUNAMI, se sono state utilizzate su pazienti Covid a fini terapeutici e nel caso quale esito abbiano dato.
L'Assessore Segnana ha risposto in aula:
"La terapia con il plasma iperimmune è una delle terapie proposte nell'ambito della pandemia innescata dal Coronavirus SARS-CoV-2. Questa strategia prevede l’utilizzo del plasma, cioè la parte liquida del sangue, di pazienti guariti dall'infezione, al fine di fornire ai malati gli anticorpi utili a contrastarne gli effetti. In pratica, vengono sfruttate le immunoglobuline (lg) neutralizzanti, coinvolte nella risposta immunitaria contro il virus, a scopo terapeutico. La terapia è stata oggetto di diverse prese di posizione all'interno del mondo scientifico e clinico in particolare.
Come assessorato avevamo dato disposizioni all'azienda sanitaria di acquisire l’apparecchiatura necessaria denominata “illuminatori intercept”, il macchinario è stato dato in service.
A maggio 2020, sono iniziati degli studi clinici per valutare l’efficacia delle infusioni del plasma iperimmune negli individui colpiti da COVID-19 con gravi difficoltà respiratorie in molte regioni italiane.
Una volta infusi nei pazienti sintomatici, gli anticorpi specifici contro il virus SARS-CoV-2 (isolati e purificati a partire dal plasma dei paziente convalescenti) determinano una rapida risposta terapeutica, con una riduzione della carica virale ed un miglioramento dei sintomi.
L'azienda sanitaria provinciale informa che ad oggi sono state raccolte 60 unità pari a circa 600 ml ciascuna, utilizzabili per intero o divisibili per 2 sottounità da circa 300 ml ciascuna.
Con 60 unità si hanno quindi a disposizione da un minimo di 60 a un massimo di 180 dosi terapeutiche fino ad oggi non impiegate su nessun paziente in quanto non ritenute necessarie dal personale medico ospedaliero.
Attualmente le sacche sono stoccate in uno specifico congelatore specifico congelatore definito “banca del sangue iperimmune” tutte presso l'ospedale di Trento e hanno una scadenza di due anni."
Nella replica, ho auspicato che si prosegua nel promuovere la raccolta di detto plasma iperimmune tanto più che nella risposta l'Assessore ha ribadito che "gli anticorpi specifici contro il virus SARS-CoV-2 (isolati e purificati a partire dal plasma dei paziente convalescenti) determinano una rapida risposta terapeutica, con una riduzione della carica virale ed un miglioramento dei sintomi"
Ho pure evidenziato l'importanza quest'anno di promuovere e motivare il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale perché costituisce già di suo un importante elemento di protezione in quanto il suo ricorso determina una riduzione del rischio di complicanze legate all'influenza (polmoniti batteriche, un peggioramento di patologie pregresse come quelle del sistema immunitario, respiratorie croniche etc.); una minore pressione sulle strutture ospedaliere in termini di costi sociali.
Oltretutto, vaccinarsi contro l'influenza permetterebbe anche una semplificazione della diagnosi e della gestione dei casi sospetti a causa della sintomatologia sovrapponibile con il Covid-19 e garantirebbe una protezione in più contro il Coronavirus, in quanto un soggetto già indebolito dall’influenza potrebbe riscontrare conseguenze più serie nel contrarre successivamente il CoVid-19.
Cons. Claudio Cia
Segretario politico di AGIRE per il Trentino
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