La maggioranza leghista al governo del Trentino piccona la SVP e investe i soldi trentini in Veneto: l'obiettivo ormai è chiaro, venetizzare il Trentino e togliergli l'Autonomia.
A ben guardare il tema dell'Autonomia è stato uno dei più utilizzati e cavalcati in questa lunga campagna elettorale per le elezioni comunali.
Ora che il grosso della competizione è passato, però, appare sempre più evidente come la Lega, assieme alla sua maggioranza, non sappia nemmeno di cosa si parla quando si autoerge a difensore della specialità trentina.
Sono passati quasi due anni dalle provinciali del 2018 e dello slogan "prima i trentini" non è rimasto più nulla. Anzi, sembrerebbe un ossimoro in quanto le azioni della attuale giunta sembrano tutte volte a "prima il Veneto" con buona pace di quelli che, definendosi autonomisti, li hanno anche aiutati ad andare al governo.
E sullo sfondo non si può non notare il fossato sempre più ampio che si sta scavando fra Trento e Bolzano, grazie anche alle scellerate esternazioni di alcuni esponenti di spicco del Carroccio.
Ma andiamo con ordine: il PATT aveva già sollevato le sue forti critiche rispetto all'accantonamento su fondi di riserva delle risorse statali destinate alla ripresa post Covid. Questo perché la delicata situazione economica causata dalla pandemia imponeva misure tempestive ed adeguate per andare incontro alle esigenze di imprese e lavoratori e non accantonamenti pensati unicamente per evitare il confronto.
Ora, proprio in merito a questi fondi, si apprende che ben 5 milioni sarebbero destinati a Veneto sviluppo.
Cinque milioni stanziati per l'economia trentina investiti fuori provincia. Una mossa pericolosa e preoccupante che come autonomisti non possiamo accettare.
Siamo consci che il Trentino non possa permettersi di essere "piccolo e solo", ma nemmeno di essere svenduto da una maggioranza che evidentemente ha testa e cuore fuori dai confini provinciali. Sì, perché le giustificazioni dell'assessore Spinelli appaiono più come scuse anche alla luce del fatto che esistono dei soggetti e dei fondi trentini in grado di gestire quei cinque milioni al pari dei colleghi veneti.
Ma a gettare benzina sul fuoco ci pensa un altro fatto gravissimo. In un post dei giorni scorsi, il consigliere e presidente della Lega trentina Alessandro Savoi commentava la scelta della SVP di sostenere al ballottaggio il sindaco uscente Caramaschi con toni a dir poco intimidatori arrivando ad affermare che dopo il ballottaggio "faremo i conti" perché "la Lega non perdona".
Forse Savoi dimentica che la maggioranza regionale non si basa su un patto politico o su un rapporto fideistico incentrato sulla figura del Capitano. La maggioranza regionale (di cui anche il PATT fa parte proprio per l'alleanza con la SVP) sta in piedi per un accordo tecnico-programmatico.
Le sue parole servono solo a indebolire ulteriormente un quadro regionale già traballante: se, infatti, da un lato si cerca di far credere con dei cartelli ai confine di puntare sull'Euregio e di lavorare per delle collaborazioni fra i tre territori che lo costituiscono, nella realtà si fa di tutto per evitare sinergie positive, preferendo dei rapporti "interregionali" (come li ha definiti Spinelli) che invece di guardare a Nord, mirano solo a farci diventare l'ottava provincia veneta.
Noi autonomisti, a questa logica scellerata, non intendiamo sottostare e faremo tutto ciò che possiamo per strutturare una proposta alternativa che ponga fine a questo scempio. Ne va del nostro futuro!
Simone Marchiori
Segretario politico PATT
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