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UniTrento - L’Università di Trento perde il professore emerito Fulvio Zuelli

Università degli Studi di Trento

mercoledì 16 settembre 2020 h14:45


Fulvio Zuelli, ordinario di Diritto pubblico, era stato anche direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche e preside della Facoltà di Giurisprudenza, rettore dell’Università di Trento e presidente dell’Opera universitaria. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche in città aveva detto: «Ho passato in Trentino molti anni, tutti dedicati agli studenti: sono loro la vera università».

Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico per generazioni di studenti e studentesse. Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche e preside della Facoltà di Giurisprudenza e poi rettore dell’Università di Trento dal 1990 al 1996 e dal 2010 professore emerito dell’Ateneo. Per diversi mandati era stato inoltre presidente dell’Opera universitaria. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche in città era stata nel novembre del 2014 quando, avendo lasciato da poco la guida dell’ente per il diritto allo studio, aveva ricevuto l’Aquila di San Venceslao dalla Giunta provinciale. Alle espressioni di stima e riconoscenza nei suoi confronti, aveva replicato: «Ho passato in Trentino molti anni, tutti dedicati agli studenti: sono loro la vera università». Con la scomparsa oggi a Trento di Fulvio Zuelli se ne va un personaggio di rilievo per la storia dell’Università di Trento e per lo sviluppo del dialogo con la città.

Nato a Reggio Emilia, ma trentino di adozione, Zuelli ha avuto, infatti, un ruolo attivo nell’intessere rapporti di conoscenza reciproca e di collaborazione con la comunità locale e nel far incontrare ateneo e città in anni in cui diffidenze e tensioni erano palpabili. Parlava con entusiasmo e orgoglio della trasformazione che aveva portato Trento a essere più aperta alle istanze studentesche, più bella negli arredi, più funzionale nei servizi. C’è chi ricorda la sua soddisfazione alla consegna delle prime biciclette universitarie, un’iniziativa che anticipò tanti altri progetti di mobilità sostenibile che sarebbero seguiti. Chi l’ha conosciuto descrive il suo tratto gentile, signorile, sobrio, la sua pacatezza, la capacità di ascolto, la sua dedizione al bene dell'istituzione.

«Con Fulvio Zuelli ho avuto fin da subito un rapporto positivo e cordiale» ricorda il rettore Paolo Collini. «Arrivato a Trento da poco, ero entrato nel consiglio dell’Opera universitaria ai tempi in cui lui era presidente, nei primi anni duemila. Da allora abbiamo collaborato su vari temi ed è maturato un rapporto anche personale. Senza dubbio l’Università di Trento gli deve molto. Durante il suo rettorato l’Ateneo è cresciuto, si è sviluppato e si è aperto alla comunità locale. Lui con l’Università aveva un rapporto speciale che ha mantenuto anche dopo la fine del suo mandato. Era sempre attento, vigile. Seguiva la vita dell’università quasi come un nonno, a distanza ma sempre presente, senza mai essere invadente, con grande rispetto. Il suo interesse era genuino. Teneva all’istituzione, al suo prestigio, alla sua reputazione. Aveva a cuore il suo futuro. Era una persona vivace, sempre attiva e dinamica anche se molto riservata. Ho seguito con tristezza i suoi ultimi anni, quando la salute lo stava abbandonando. Rimane nel ricordo di tanti di noi che lo hanno conosciuto e apprezzato. E nella storia dell’Università di Trento».

«Fulvio Zuelli è stato il protagonista di un pezzo importante della vita dell’Università di Trento» gli fa eco Daria de Pretis, chiamata alla Corte costituzionale durante il suo mandato di rettrice dell’Ateneo. «Lo ricordo come direttore del Dipartimento, preside della Facoltà di Giurisprudenza, rettore per due mandati e presidente dell’Opera universitaria, sempre impegnato nella cura degli interessi dell’istituzione e particolarmente attento alle persone, fossero i colleghi o il personale amministrativo, e soprattutto agli studenti. Ne ricordo il tratto straordinariamente garbato e l’attitudine innata alla composizione e alla ricerca della concordia in tutti i contesti». Riprende: «I miei ricordi personali del professor Zuelli si affollano in questo momento molto triste. Per quasi quarant’anni è stato per me un mentore e un amico. Ci siamo conosciuti a Bologna quand’ero appena laureata e ho vissuto con lui i primi anni pionieristici e poi lo sviluppo della Facoltà di Giurisprudenza a Trento. Ricordo la sua vicinanza affettuosa e il suo sostegno nel momento in cui ho assunto a mia volta la carica di rettore; ricordo, dei suoi ultimi anni in Università, il giusto orgoglio con cui mi fece visitare il magnifico complesso di San Bartolameo che, come presidente dell’Opera, volle con forza e realizzò mirabilmente».

Fulvio Cortese, attuale preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo, commenta: «Non abbiamo perso soltanto un autorevole emerito e uno stimato rappresentante della nostra comunità, ma abbiamo perso soprattutto un esempio di dedizione istituzionale e di dialogo».

Scheda

Fulvio Zuelli era nato a Reggio Emilia il 4 novembre 1941 e si era laureato all’Università di Bologna.

Aveva iniziato la sua carriera accademica nel 1971 alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna. Per molti anni aveva collaborato alle attività della Scuola di perfezionamento in scienze amministrative dell’Università di Bologna.

Nel corso dei propri studi si era prevalentemente dedicato a tematiche attinenti ai profili istituzionali ed organizzativi della pubblica amministrazione, oltre che allo studio di problemi riguardanti il diritto pubblico dell’economia, con particolare attenzione per l’attività imprenditoriale pubblica.

Era arrivato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento nel novembre 1984 quale titolare del corso di Istituzioni di diritto pubblico. Qui era stato anche direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche (dal 1987 al 1990) e preside della Facoltà di Giurisprudenza (dal 1 novembre 1989). Il 5 giugno 1990 era stato eletto rettore dell’Università di Trento per il triennio 1990/1993. Tale mandato era stato rinnovato il 2 giugno 1993 per il triennio 1993-1996.

Era stato membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Caritro nonché di quello della Fondazione Pezcoller. Nel 1993 gli è stata conferita l’onorificenza di commendatore della Repubblica italiana e nel 1995 è stato insignito con quella di grande ufficiale al merito della Repubblica italiana. Nel 1997 era stato nominato presidente del consiglio d’amministrazione dell’Opera universitaria della Provincia autonoma di Trento. Tale carica gli era poi stata rinnovata, tanto che aveva ricoperto quel ruolo fino al 2014.

Gli era stato conferito il titolo di professore emerito il 24 novembre 2010, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. Con questa motivazione: «Accanto ai meriti scientifici che risultano dal suo curriculum, ed ai meriti didattici sempre confermati da più che elogiative valutazioni degli studenti, desideriamo ricordare che Zuelli ha avuto un ruolo importante nella concreta attivazione della nuova Giurisprudenza, e più in generale nella vita del giovane ateneo trentino, sin dal 1984, quando da Bologna è passato a Trento. Ha svolto tutte le sue funzioni, da professore a rettore, in modo efficace ma sobrio e misurato, attento solo al bene dell'istituzione a lui affidata e della comunità che all'istituzione dà vita. I problemi, esterni o interni, che mano a mano sorgessero hanno sempre trovato attraverso di lui, dopo un ascolto attento, le migliori soluzioni possibili. Le stesse caratteristiche di capacità di comprensione, equilibrio e pacatezza hanno sempre fatto di lui un fondamentale punto di riferimento nella vita della nostra facoltà, anche al di fuori dei compiti istituzionali. Ci sembra dunque che la proposta di conferimento della qualifica di professore emerito potrebbe bene esprimere la gratitudine che la facoltà sente - e nella facoltà anche noi sentiamo - per il grande contributo che Zuelli ha dato al suo sviluppo e al suo funzionamento».

Nel 2014, infine, aveva ricevuto l’Aquila di San Venceslao.

(e.b.) Ufficio Stampa Università degli Studi di Trento

©UniTrento - Paolo Chistè
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