Il cons. Alessio Manica ha depositato una segnalazione formale al Servizio Politiche della Casa della Provincia autonoma di Trento affinché venga fatta chiarezza sul permanere o meno del titolo grazie al quale il consigliere comunale Andrea Merler è oggi beneficiario di contributi provinciali per l'acquisto di un alloggio di edilizia abitativa agevolata.
Negli ultimi giorni, una mia interrogazione riguardante i contributi provinciali di cui è beneficiario il consigliere comunale Andrea Merler per l'acquisto di un alloggio di edilizia abitativa agevolata, così come le inchieste a mezzo stampa che ne sono derivate, hanno innescato una serie di dichiarazioni rispetto alle quali ritengo necessario venga fatta chiarezza dagli uffici preposti.
Al di là delle opinioni legittime di tutti, è necessario infatti verificare se, a norma di legge, Andrea Merler abbia o meno diritto a ricevere i contributi pubblici che gli sono ad oggi garantiti.
Dopo aver dichiarato “nel maso poco sopra Piedicastello di proprietà della famiglia di mia moglie, […]viviamo anch’io e la mia famiglia” (l’Adige”, 4 aprile 2020) – dichiarazione su cui si fonda la mia richiesta di chiarimenti – Andrea Merler ha infatti ribadito alla stampa che la casa in zona Gardolo nella quale formalmente risiede e che è tuttora interessata dal contributo: “è sostanzialmente chiusa, la uso come studio quando devo scrivere, quando voglio stare da solo, ma non la utilizza nessun altro” (“Corriere del Trentino”, domenica 6 settembre 2020).
Dichiarazione, questa, che non solo confermerebbe la violazione del vincolo stabilito all’art. 82 della legge provinciale 21/1992 (per il quale gli alloggi oggetto dei contributi provinciali “devono essere occupati dai beneficiari”, ed è evidente che se una casa è “sostanzialmente chiusa” non può essere anche “occupata”), ma che apre ad ulteriori interrogativi riguardo alla regolarità delle eventuali imposte immobiliari Comunali dovute e alle tariffe per i servizi rifiuti, acqua, luce, gas che come noto variano in base ai metri quadrati dell’immobile, al numero degli occupanti dello stesso, alla coincidenza tra l'intestatario dell’utenza e la persona residente nell’immobile.
In conclusione, i contributi per gli alloggi di edilizia abitativa agevolata sono soldi pubblici che la Provincia stanzia per aiutare le persone che ne hanno bisogno per “metter su casa”, non diritti acquisiti che possono essere utilizzati per consolidare il proprio patrimonio immobiliare, magari tenendolo congelato in attesa di poterlo vendere o affittare. In una società seria, chi inizialmente ha diritto ad un aiuto e riesce poi a migliorare le proprie condizioni economiche, compie una traiettoria positiva. Perché gli aiuti pubblici servono a questo. Certo, purché vi sia l'onestà di chi, non più in stato di necessità, comunichi le proprie mutate condizioni e permetta ad altri di subentrare nella ricezione degli aiuti previsti.
Cons. Alessio Manica
Ufficio stampa PD del Trentino
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