Nel corso di un'intervista rilasciata a Vivi Trentino, supplemento video alla testata “il NordEst Quotidiano”, l'ex Presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha dichiarato: “Molto spesso, diciamo la verità una volta tanto, anche i buoni funzionari che vorrebbero fare le cose in fretta hanno di fronte una spada di Damocle tremenda, che è quella di una magistratura che invade molto spesso l'ambito dell'attività della Pubblica amministrazione. Ci sono decine e decine di funzionari che hanno procedure da parte della Corte dei Conti – per esempio – per aver fatto semplicemente al meglio delle proprie possibilità il proprio lavoro”.
Questa affermazione, motivata probabilmente dalla necessità di ingraziarsi (in periodo di campagna elettorale) una parte importante dell'elettorato (i funzionari), dopo lo scivolone del candidato sindaco Andrea Merler che preannuncia che in caso di vittoria farà “rotolare le teste dei dirigenti comunali” ha tuttavia un doppio demerito: da un lato mette in dubbio il ruolo della magistratura contabile, dall'altro – con quel “anche i buoni funzionari che vorrebbero fare le cose in fretta” – fa intendere che la politica non è in mano ai rappresentanti del popolo (quelli eletti democraticamente attraverso le elezioni), quanto piuttosto a dirigenti e funzionari (esenti da qualsivoglia processo democratico e insensibili anche nei confronti degli avvicendamenti politici: motivo per cui, nulla è destinato a cambiare e quindi fondamento dell’antipolitica).
Alla luce delle numerose inchieste che vedono ed hanno visto suoi amici, ex-compagni di partito e di Giunta, ben si può comprendere l’astio dell’ex Presidente nei confronti della Corte dei Conti. Mi riesce però difficile pensare che essi abbiano agito facendo “al meglio della propria possibilità il proprio lavoro”. E’ pur vero che l’attività della Corte dei Conti in molti ambiti possa apparire eccessiva ed esasperante. E’ infatti da considerare come essa sia figlia da un lato dell’ossessione del controllo (ovverosia di quella tendenza tipicamente italica innescata dal sospetto che tutti gli atti amministrativi e legislativi siano viziati per accontentare l’interesse particolare invece di quello generale), dall'altro da un istinto di sopravvivenza della stessa magistratura contabile, che per giustificare i costi legati alproprio apparato è costretta a produrre una grande mole di interventi, con il risultato che spesso rincorre topolini, lasciando passare gli elefanti.
Nella discussione sul ruolo della magistratura contabile si inserisce la proposta presentata in Commissione dei 12 il mese scorso e relativa alla “provincializzazione della sezione di controllo della Corte dei Conti”. Questa norma di attuazione, se da un lato contribuirebbe a proseguire nella transizione delle due Province verso due “micro-Stati” con la nomina politica di una parte dei giudici della magistratura contabile, dall'altro avrebbe anche un peso non indifferente sulle casse della nostra Provincia (anche alla luce della motivazione che molti usano per sostenere la provincializzazione: sbloccare le assunzioni – che lo Stato tiene ferme da decenni – con “teorico guadagno” in efficienza operativa dell’organo). Si rischia in sostanza di portare a casa l’ennesima competenza, senza che ad essa corrisponda un tornaconto tangibile per i nostri cittadini. Vi è poi un ulteriore rischio, ovverosia che – alla luce della nomina “a vita”, della mancata (per il momento) indicazione dei requisiti in capo ai magistrati di designazione politica, nonché del fatto che anche il personale diverrebbe dipendente della Provincia – quei “buoni funzionari” di cui parlava l’ex Presidente Dellai finiscano nei ranghi della magistratura contabile, con la possibilità che sorgano possibili conflitti di interesse (tra controllore e controllato) e con la necessaria indipendenza dell'Istituto e del suo personale che ne risulterebbe inevitabilmente menomata.
In conclusione, ritengo quindi che si debba rispettare ed incentivare l’intramontabile principio della separazione dei poteri, guardando all’attività della Corte dei Conti come ad un incoraggiamento verso una maggiore ponderazione degli atti amministrativi e legislativi e ad una più ampia partecipazione della società alla loro elaborazione, così da aumentare la qualità della vita democratica del nostro Trentino.
Cons. Claudio Cia
Segretario Politico di AGIRE per il Trentino
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