Nella riunione di ieri la Giunta del Partito Autonomista e il consigliere Ossanna hanno chiarito le loro posizioni: ciò che è stato percepito come bonus verrà restituito.
Ieri sera nel corso della Giunta del Partito Autonomista si è discusso della questione sussidi legati al COVID incassati dal Consigliere Lorenzo Ossanna. Una riunione voluta e convocats a seguito anche di numerose sollecitazioni che volevano chiarezza da parte del Partito sul comportamento del consigliere.
Nel corso della riunione il consigliere Ossanna ha avuto modo di poter esprimere la sua posizione spiegando le motivazioni che lo hanno spinto alla richiesta dei sussidi legati al COVID. Come già dichiarato alla stampa Ossanna non ha richiesto il bonus INPS destinato alle persone in difficoltà, ma dei sussidi messi a disposizione dalla Provincia per garantire liquidità alle imprese e per mantenere l'occupazione. Sussidi che, è bene precisarlo, a norma di legge il consigliere aveva diritto a percepire.
Di fronte a questa situazione, ben diversa da quella che ha colpito altri consiglieri che, invece, invece avevano chiesto il bonus INPS per persone in difficoltà, la giunta del PATT ha deciso di non procedere alla sospensione di Ossanna dal partito, ma di chiedere con determinazione l'immediata restituzione dell’intero ammontare del bonus (e non solo di una parte come lo stesso consigliere aveva già provveduto a fare nei giorni scorsi).
Ossanna, di fronte a tale richiesta, ha dato la sua piena disponibilità a restituire l'intera somma.
Il Segretario Politico del PATT, Simone Marchiori, commenta così la decisione della giunta:
“Durante l'incontro di ieri, abbiamo voluto rimarcare la differenza rispetto a quanto abbiamo letto dei numerosi casi in Italia: Ossanna, infatti, non ha approfittato di fondi destinati a persone in difficoltà, definizione che certamente non si adatta a un consigliere provonciale, ma li ha richiesti per la sua attività lavorativa: non si vive di sola politica e proprio in quest’ottica il consigliere ha agito."
"Tuttavia, non possiamo sorvolare sul fatto che ci troviamo in un momento di particolare difficoltà per moltissime persone – prosegue Marchiori – e non possiamo ignorare che un consigliere provinciale possa contare su una posizione privilegiata rispetto agli altri lavoratori e imprenditori. È su questo punto che come partito abbiamo voluto intervenire. A mio avviso la vicenda, pur non essendo giuridicamente perseguibile, risulta eticamente sbagliata e da qui nasce la richiesta della restituzione completa.
Sono soddisfatto di aver trovato una soluzione condivisa con il consigliere e sono sicuro che in futuro si porrà più attenzione a questi comportamenti che rischiano di danneggiare sia l’immagine del partito sia del politico”.
Un ultima riflessione il segretario la riserva per i legislatori: "Dobbiamo rilevare come situazioni del genere si potrebbero evitare se nell'emanazione di qiesti aiuti si ponessero dei limiti reddituali: non esistono solo i politici, infatti, che possono accedere a contributi nonostante redditi elevati. È bene tenerne conto per evitare storture del sistema e una più equa distribuzione degli aiuti che, lo dovrebbe dire il buonsenso, dovrebbero esser destinati a chi ne ha effettivo bisogno."
Ufficio stampa Segreteria PATT
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