Trento Futura 2020 propone il contributo/riflessione della candidata Arianna Bazzanella dal titolo "I giovani al centro: qualche spunto di riflessione".
Giovani al centro: qualche spunto di riflessione
La demografia ce lo ricorda di continuo: siamo un popolo che invecchia rapidamente. Abbiamo pochi giovani e, anziché valorizzarli e riconoscerne i meriti, tendiamo a escluderli (o demonizzarli, come accade proprio in questi giorni). Nel 1986 in provincia di Trento c’erano 86 "over 65" ogni 100 bambini; nel 2019 sono diventati 159, quasi il doppio. L’età media della popolazione è passata da 38,1 anni a quasi 45, sette in più. Questo significa molte cose: per esempio, che il passato diventa più importante del futuro e “quota 100” più di quanto costerà; oppure che ci saranno sempre meno lavoratori contribuenti e sempre più pensionati che hanno bisogno di servizi socio-assistenziali e previdenziali. Dati Eurostat aggiornati al 2018 parlano del 46% di italiani maggiorenni con un'occupazione e un 22% che è in pensione, uno dei rapporti più critici d’Europa. Anche quando sono pronti per il lavoro, i nostri giovani faticano a trovarlo: il tasso di disoccupazione dei 24-35enni nel 2019 in Trentino era il 7% mentre quello degli over 35 era quasi la metà, il 3,9%. Dati assai migliori del resto del paese, ma comunque allarmanti e il post-pandemia non potrà che aggravare questa situazione.
Un patrimonio che non possiamo perdere né regalare ad altri Paesi che i giovani, invece, li cercano e li premiano. I dati AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) mostrano che agli inizi degli anni ‘90 i giovani che lasciavano il Trentino per prendere la residenza in un altro paese (quindi, non per un'esperienza momentanea) erano poche decine: nel 2016 quasi 700. Scappano, non per nuove avventure, ma per poter lavorare, per essere parte attiva della società, per poter progettare un futuro. Non sempre, ma spesso sono altamente formati e ogni laureato costa allo Stato italiano circa 200.000 Euro (le stime variano): auto di lusso che compriamo e regaliamo ad altri paesi che ci fanno il viaggio, impiegando le loro potenzialità e superandoci alla stra-grande. Si pensi che l’Ateneo trentino richiama migliaia di studenti: nell’anno accademico 2018/2019, il 60% degli oltre sedicimila iscritti proveniva da fuori regione e dall’estero.
E senza futuro cala anche la natalità, in Italia una delle più basse al mondo: come fai a cercare casa o mettere al mondo un figlio se non sai se potrai pagare l’affitto e con un domani che sembra solo peggiorare?
Un capoluogo, tanto più se è centro universitario di ottimo livello, non può non porsi queste domande e cercare risposte concrete. A partire dai quartieri e dai luoghi abitati da bambini, adolescenti, giovani che lì, all'interno delle loro comunità, fanno i primi passi nel mondo. È necessario che Trento continui a percorrere e rafforzi la strada intrapresa a favore delle politiche “per” i giovani ma, soprattutto, “con” i giovani per permettere loro di partecipare e contribuire al bene della collettività. L'ottica deve essere quella di costruire futuri possibili insieme ai giovani, in azioni integrate con la vita della comunità se non addirittura al servizio della stessa, in una progettualità partecipata e condivisa. Com’è, per fare un esempio, la “casa alla Vela”, esperienza di cohousing intergenerazionale riconosciuta a livello europeo in cui studenti e anziani condividono spazi, risorse, bisogni.
Per far questo diventano fondamentali le strutture formative e le istituzioni di raccordo come le Circoscrizioni, vicine alla quotidianità dei (giovani) cittadini che possono andare loro incontro e attirarli in una partecipazione alla vita collettiva anche di carattere amministrativo.
Riportare i giovani al centro della res pubblica, considerare i figli bene pubblico e non privato, è un punto cruciale non solo etico e ideale, ma strategico: una società rivolta al futuro è innovativa, inclusiva, entusiasta e quindi più ricca, più competitiva economicamente e socialmente di una comunità impaurita, preoccupata, fragile anche perché anziana.
Ciò non significa mettere una generazione contro l'altra: ognuno di noi ha qualcosa da dare, ognuno di noi ha qualcosa da prendere e la responsabilità di questo tempo è, più che mai, mettere in comunicazione risorse e bisogni in una logica di politiche locali basate sulla reciprocità, sul “con”. I giovani hanno energia, gli adulti hanno esperienza; i giovani sono entusiasti, gli adulti saggi. Se si sta fermi per la disillusione, niente potrà cambiare; se si vuole il cambiamento fine a sé stesso, il rischio è lo schianto.
La maestria (e la politica) è mescolare tutto questo perché ognuno faccia la sua parte e tutti possano giovarsene: uomini e donne, giovani e anziani, italiani e stranieri. Perché se la barca va, il viaggio sarà bello per tutti; se la barca si ferma, tutti affonderemo. Futura si impegna anche per questo. Facciamolo insieme.
Arianna Bazzanella,
candidata al consiglio comunale per Trento Futura
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