Con l'arrivo della pandemia da Coronavirus dall'11 marzo si è interrotta la possibilità per i cittadini di sottoporsi ai tre programmi di screening previsti dal Servizio Sanitario Nazionale. Per due ragioni: la difficoltà nel contenere il rischio di contagio e il riposizionamento di molti operatori sanitari nei reparti destinati all’assistenza ai malati di Covid-19. Da qui la sospensione delle attività di invio delle lettere di invito e degli esami di base: ovvero la mammografia, la ricerca del sangue occulto nelle feci e l'Hpv-test (o il Pap Test).
Ora da maggio l'attività di screening è ripresa. Ma l'emergenza ha lasciato il segno. Ci sono mesi di «arretrati» da smaltire. Motivo per cui, chi era in attesa di una chiamata, dovrà con ogni probabilità rassegnarsi all’idea di dover aspettare del tempo o, in alternativa, prenotare privatamente l’esame in questione. Ho ricevuto segnalazioni da parte di alcune signore che attendono l'effettuazione dello screening mammografico perché i due anni di intervallo sono scaduti e contattando gli uffici deputati hanno saputo che dovranno aspettare almeno due o tre mesi.
Lo screening ha l'obiettivo di intercettare i tumori al loro inizio. Secondo voci autorevoli c'è la probabilità, in seguito ai ritardi dovuti al Covid, in un prossimo futuro di assistere alla diagnosi di un maggior numero di tumori in stato avanzato, meno curabili e meno guaribili.
Si reputa necessario quindi uno sforzo di risorse e di impegno perché il ritardo sia colmato nel più breve tempo possibile.
Ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento e l'assessora competente per sapere:
• a quanto si stima il ritardo che si è accumulato, causa il Covid, nell'esecuzione degli screening (mammografia, la ricerca del sangue occulto nelle feci e l'Hpv-test o il Pap Test);
• se è stata monitorata la velocità di ripresa dei programmi di screening, tenendo conto anche delle nuove modalità organizzative che si sono dovute adottare a causa del Covid;
• come si sta affrontando questa criticità, come si pensa di affrontarla e se si intendano investire risorse aggiuntive per potere recuperare il ritardo che si sta accumulando;
• quale sia la loro opinione sulla opportunità, valutata da altre Regioni italiane, di effettuare gli screening sette giorni su sette;
• il numero di mesi che si reputano necessari per recuperare il ritardo accumulato.
Cons. Lucia Coppola
Futura
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