Il mondo agricolo cooperativo accoglie con soddisfazione la comunicazione della Provincia circa l’avvio della sperimentazione della “quarantena attiva” per i lavoratori stranieri impegnati nella raccolta stagionale in agricoltura, sollecitata dalla Federazione.
Il presidente Simoni: “Esprimiamo un plauso alla Provincia per aver agito con tempestività, comprendendo il grande sforzo organizzativo e gestionale messo in campo dalle cooperative agricole per garantire la salute pubblica e il contenimento del contagio”.
La cooperazione agricola coinvolge circa il 90% della produzione provinciale, 18mila produttori soci di cooperative per un fatturato di circa 1,2 miliardi di euro. Nel momento della raccolta (soprattutto mele e uva) si aggiungono mediamente 7/8mila lavoratori stagionali, in gran parte provenienti dall’est europeo.
L’emergenza Covid-19 rischia fortemente di compromettere l’attività in campagna che si concentra in poche settimane di lavoro ad alta concentrazione. Per questo è necessario trovare una soluzione urgente alle limitazioni di ingresso imposte dai protocolli anticontagio, che obbligherebbero i cittadini provenienti da determinati Paesi ad effettuare la quarantena in isolamento al loro ingresso nel nostro Paese.
Per questo la Federazione ha inviato una lettera alla Provincia – a nome di tutte le organizzazioni agricole cooperative – proponendo la formalizzazione di un protocollo gestionale che fissi le regole dell’ingresso e dell’attività svolta dai lavoratori stranieri, nel rispetto di precise e prudenti linee guida sulla gestione del rischio da contagio Covid-19, contemperandole con le esigenze riferite alle operazioni di raccolta dei prodotti agricoli.
Una proposta meditata, che comporta un’assunzione di responsabilità diretta da parte delle singole aziende agricole, una regolamentazione che incrocia e rende compatibili le esigenze di tutela della salute pubblica e di salvaguardia di un intero comparto economico che, in poche settimane, vede concretizzarsi il lavoro, gli investimenti, le fatiche di un intero anno.
La proposta prevede che i lavoratori siano sottoposti a tampone entro 24 ore dall’arrivo in Trentino e che debbano comunicare dove svolgeranno il periodo di sorveglianza e isolamento fiduciario per i controlli ed il conteggio dei giorni.
In attesa dell’esito del tampone, i lavoratori dovranno eseguire una ‘quarantena attiva’ che consiste nella possibilità di operare all’interno dell’azienda agricola rispettando modalità operative specifiche e restrittive. Dovranno per esempio lavorare in gruppi di massimo 4 persone, le stesse con cui dormiranno e consumeranno i pasti, al fine di facilitare un eventuale contact tracing in caso di positività al virus.
“Il protocollo proposto dal mondo agricolo è serio e responsabile – ha commentato il presidente della Federazione Roberto Simoni – Esprimiamo un plauso alla Provincia per averlo analizzato con tempestività, comprendendo il grande sforzo organizzativo e gestionale messo in campo dalle cooperative agricole per garantire la salute pubblica e il contenimento del contagio e, al tempo stesso, il coronamento delle fatiche dell’annata agricola rendendo possibile la fase della raccolta. Ora salutiamo con soddisfazione la comunicazione dell’avvio della sperimentazione, la cui procedura, in corso di validazione con il Commissariato del Governo, sarà nota nei dettagli nei prossimi giorni”.
Ufficio Stampa Federazione Trentina della Cooperazione
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