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Futura | Editoriale di Andrea Pradi sez. Città e Beni comuni

lunedì 10 agosto 2020 h07:45


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Il contributo elaborato e firmato da Andrea Pradi dal titolo "Una Città che fa meglio con meno!".

Futura

“Una Città che fa meglio, con meno!”

Vivere la città significa abitarla, muoversi al suo interno, condividerne gli spazi, crescerla culturalmente, curarne il suo territorio, creare relazioni.

Territorio, paesaggio, patrimonio culturale, luoghi di aggregazione sociale e servizi pubblici sono quei beni comuni che il contesto urbano offre e che devono rimanere accessibili a tutti ed essere governati in maniera ecologica.

La grande crisi ambientale e la continua crescita delle diseguaglianze che oggi viviamo ci ammoniscono rispetto alla necessità di un cambio di rotta nelle politiche in cui incanalare l’azione di governo. Reclamano un nuovo modello di sviluppo che tenga conto delle esigenze di conservazione dell’enorme patrimonio naturale, di quello culturale e di quello sociale, per porli al riparo da logiche di sfruttamento e consumo indiscriminato.

Questi argomenti rappresentano una minaccia ancora più grave rispetto alla crisi pandemica ma fino ad ora non hanno determinato risposte decisive da parte di governi imprigionati in asettici calcoli economici rispondenti a logiche puramente finanziarie.

È quindi dalla città che dobbiamo farli ripartire espandendo tutti quegli spazi in cui il governo ed il cittadino sono più vicini, assecondando il crescente desiderio delle persone di riappropriarsi di ciò che è comune, non solo dei beni ma anche dei processi di loro tutela e gestione. Perché sulla difesa dei beni comuni si ricostruiscono gli spazi di democrazia vitali per il governo della città, una democrazia maggiormente inclusiva.

In questo senso la città stessa è un bene comune, un laboratorio in cui amministrazione e cittadinanza sono in grado di realizzare un piano di sviluppo urbanistico che risponda all’ambizione di disegnare il futuro della città; disegno che non è solo espressione di interessi contingenti e settoriali ma uno sforzo collettivo di riqualificazione degli spazi, della mobilità, delle abitudini e delle prospettive.

Il ripensamento degli spazi passa attraverso un PRG che riaffermi il principio di consumo di suolo zero, che si concentri sul recupero e sulla valorizzazione del patrimonio esistente e delle aree dismesse, sulla rigenerazione degli gli spazi, sulla cura del tessuto urbano, attraverso meccanismi di conversione ecologica per valorizzare territorio, ambiente e paesaggio e al tempo stesso fornire strumenti innovativi per il rilancio del settore edilizio.

Attraverso un censimento del territorio municipale dovremmo pensare ad un uso prioritario del suolo già consumato, alla rottamazione delle costruzioni in disuso e al recupero ed alla bonifica dei siti inquinati. Al tempo stesso aggiornare le destinazioni partendo dai bisogni della collettività e della vocazione territoriale e cercare di creare connessioni tra i quartieri e le comunità, produrre innovazione e coesione sociale, costruire percorsi culturali che valorizzino l’enorme patrimonio che fa ricca Trento.

L’espansione della mobilità cittadina è auspicabile proceda sulla base della filosofia che ha ispirato il piano di emergenza, dove quella leggera e un servizio di trasporto pubblico improntato alla sostenibilità ecologica sono diventati i concetti fondamentali su cui costruire l’alternativa all’utilizzo dell’auto privata. Una mobilità multimodale che si risolva nel completamento di una Ciclopolitana che sulla base dell’esistente venga pensata e implementata per legare i diversi punti della città e connetterli ai luoghi di cultura e ai servizi alla cittadinanza. Una rete interconnessa di piste ciclabili, supportata da parcheggi di attestamento serviti dal trasporto pubblico e da punti di bike sharing, accompagnati da hub di interscambio tra le diverse forme di mobilità urbana sono certamente la via per la riduzione dell’ingresso in città degli autoveicoli privati.

 

Una vera politica della sostenibilità ambientale trova seguito anche attraverso l’alfabetizzazione ecologica dei suoi cittadini. In tema della gestione dei rifiuti è necessario rilanciare percorsi di informazione precisa e capillare lungo le coordinate della riduzione e del riuso oltre che della corretta pratica della raccolta.

Pur essendosi questa attestata su livelli più che soddisfacenti ancora oggi troppe sono le disattenzioni (presenza di impurità nel rifiuto, differenziazione imprecisa ecc.) che vanificano gli sforzi per un corretto smaltimento degli stessi. La soluzione del problema in questo caso sta nell’implementazione di un processo di ecoalfabettizazione che parta dalle scuole si allarghi alle categorie che meno hanno accesso alla informazione puntuale (anziani in particolare) ai cittadini non di lingua italiana, agli amministratori condominiali e ai relativi condomini ecc. La sensibilità dell’azione comunale poi deve spostarsi lungo le linee della riduzione e del riuso. In relazione alla prima è urgente valorizzare percorsi che coinvolgano la piccola media e grande distribuzione per una progressiva diminuzione degli imballaggi alla fonte. Sul secondo versante invece attraverso a predisposizione di Centri per il Riuso Permanete facilmente accessibili alla cittadinanza che siano capaci di diffondere la cultura del riutilizzo.

Questi alcuni dei punti che caratterizzano il programma di Futura sulla valorizzazione del territorio comunale.

 

Andrea Pradi

Futura

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