A valle dell’ennesimo spiacevole episodio che ha visto protagonista il presidente del Consiglio provinciale Kaswalder e tre malcapitati giornalisti, ai quali va tutta la nostra sincera solidarietà, il Partito democratico del Trentino non può esimersi dall’esprimere alcune considerazioni di carattere politico, considerazioni animate da una forte preoccupazione per le modalità con le quali il Presidente del Consiglio sta interpretando il suo mandato.
La decisione assunta del presidente Fugatti di allocare, mediante un subemendamento, quei 350 milioni di euro giunti dalla Stato in soccorso dell’economia trentina, martoriata dalla crisi generata dalla pandemia, nei cosiddetti fondi di riserva ha ragionevolmente fatto sussultare le minoranze in consiglio. Fugatti avrebbe potuto permettere al consiglio provinciale di discutere, anche polemizzare, circa lo stanziamento di quei 350 milioni, presentando una proposta articolata in merito e mettendo così in pratica ciò che il presidente Mattarella ha più volte auspicato: da questa epocale crisi si esce uniti, uniti e con il concorso di tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione. Il presidente Fugatti ha scelto di ignorare questo invito e di mettere nel cassetto della sua scrivania quei denari. Come ben ricorda Giorgio Tonini, di questo passo, la prossima legge di bilancio verrà solo annunciata in conferenza stampa o magari con un tweet, tanto caro al leader Salvini.
Eppure, vi è una figura all’interno del Consiglio deputata al presidio delle competenze consiliari, ed è quella del Presidente del Consiglio provinciale, ovvero Walter Kaswalder.
Il presidente Kaswalder, una volta di più dopo l’affaire Pruner, ha dimostrato tutta la sua debolezza e fragilità nel ruolo di garante di tutte le forze politiche del Consiglio, scegliendo il silenzio, anzi esprimendosi solo per rimbrottare le minoranze, ree di aver abbandonato i lavori dopo essere state scavalcate.
Il presidente Kaswalder ha dunque di fatto esautorato il Consiglio provinciale, massimo organo di rappresentanza dei trentini, delle sue funzioni e delle sue prerogative in materia di discussione del bilancio provinciale, impedendo di fatto alle minoranze non solo di discutere una proposta ma anche di avanzarne di proprie rispetto alla gestione di quei fondi straordinari, dei quali, al momento non sappiamo quali saranno le destinazioni.
In aggiunta quindi ad una gestione pasticciata, claudicante, per non dire imparziale, del suo ruolo Kaswalder travalica addirittura i limiti del civile confronto e attacca, verbalmente e non, i giornalisti in attesa nella buvette. Si è scusato, vero, ma il suo atteggiamento nervoso rivela scarso rispetto dei fondamenti democratici della nostra società, tra i quali vi è ovviamente il diritto dei giornalisti di svolgere liberamente il proprio mestiere.
Non possiamo dunque che esprimere rammarico e preoccupazione per l’atteggiamento assunto dal Presidente Kaswalder, un atteggiamento che in ultimo risulta lesivo della dignità che spetta alle istituzioni trentine.
E’ proprio nell’interesse delle istituzioni trentine e dell’agibilità del Consiglio provinciale, che auspichiamo un passo indietro da parte del Presidente Kaswalder.
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