L’INDAGINE EXCELSIOR AMPLIATA ALLE PROSPETTIVE DI RECUPERO POST-COVID.
CALANO LE IPOTESI DI ASSUNZIONE. MANCANZA DI LIQUIDITÀ E TEMPI LUNGHI, LE CRITICITÀ PRINCIPALI
Secondo l’indagine del Progetto Excelsior - il sistema informativo per l'occupazione e la formazione, gestito da Unioncamere in accordo con l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro e le Camere di Commercio - nel mese di agosto le imprese trentine prevedono l’attivazione di 2.720 nuovi contratti di lavoro, dato che registra un calo dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che conferma la flessione già registrata nel mese di luglio (-19% rispetto a luglio 2019).
In linea con gli anni precedenti, le figure professionali più richieste per il mese di agosto riguardano prevalentemente il turismo (1.040 unità) e i servizi alle persone (400 unità). Positivo il dato fornito dalle imprese del settore delle costruzioni, che per questo mese prevedono di assumere 320 unità, 60 in più rispetto alla stima dell’agosto 2019. Nel mese di luglio le previsioni di nuovo personale erano legate, in particolare, alla richiesta di addetti per il comparto turistico e della ristorazione a copertura della stagione estiva (4.720 unità), per i servizi alle persone (570 unità) e per il commercio (450 unità).
I contratti proposti dalle imprese sono prevalentemente a termine e raggiungono la percentuale dell’83% in luglio e del 75% in agosto, mentre quelli a tempo indeterminato sono rispettivamente il 17% e il 25% del totale.
Diploma e qualifica professionale sono tradizionalmente i titoli di studio più richiesti dalle imprese trentine e, insieme, assorbono quasi il 60% delle potenziali offerte di lavoro dei mesi di luglio e agosto, seguiti dal diploma di scuola dell’obbligo (36%; 29%) e dalla laurea (6%; 15%).
In aggiunta alle previsioni occupazionali, l’indagine Excelsior offre anche alcuni approfondimenti sulle criticità affrontate dalle imprese a seguito dell’emergenza sanitaria e sulle loro prospettive di ripresa. La maggior parte (85%) dichiara di non avere ancora superato le difficoltà causate dal lockdown, poco più della metà (50,9%) si aspetta di poter ritornare a un livello di attività normale solo nei primi mesi del 2021, il 26,6% è convinto che le difficoltà si protrarranno fino alla fine dell’anno, mentre il 7,5% conta di riprendersi già entro la fine ottobre 2020. (All.1)
Considerando i principali settori, le prospettive di recupero si rivelano particolarmente critiche per quelli del turismo e della ristorazione, che, nel primo trimestre dell’anno, non solo hanno subito importanti riduzioni del fatturato, ma sono anche stati penalizzati dal calo dei flussi turistici e dai cambiamenti nelle abitudini di consumo e spesa. La percentuale degli imprenditori del turismo che ritiene di poter tornare a livelli di attività adeguati solo in tempi lunghi supera infatti il 60%. Dello stesso tenore appare anche la percezione di un’elevata quota di imprenditori dei settori del commercio (56,2%) e dei servizi alle imprese (54%), su cui pesano, in particolare, il calo degli ordinativi e del fatturato. (All.2)
La mancanza di liquidità, in particolare, è un problema primario che riguarda un’ampia platea di imprese e interessa, anche se in misura diversa, tutti i settori. L’indagine rileva infatti che il 47,1% delle imprese attive prevede di dover affrontare carenze di liquidità nei prossimi sei mesi. Le percentuali aumentano se si considerano i settori maggiormente coinvolti nella sospensione delle attività, quali la filiera dell’accoglienza e della ristorazione (61,1%), i servizi alla persona (48,3%) e il commercio (47,6%). Si tratta di un dato confermato anche dal consistente ricorso alle fonti di finanziamento da parte delle imprese nella fase post-Covid: nella rilevazione, riferita al mese di luglio, è emerso infatti che quasi il 61% delle imprese trentine attive aveva richiesto un sostegno finanziario e, nella maggior parte dei casi, per importi fino a 25mila euro.
“È evidente – ha commentato Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – che, tra gli imprenditori, oltre alla preoccupazione in merito al dilatarsi dei tempi di recupero post-Covid, prevale l’incertezza e la difficoltà di poter operare in mancanza di liquidità. La disponibilità di fondi è infatti il presupposto essenziale per far ripartire un’impresa dopo i mesi di lockdown, per permetterle di produrre e fornire servizi, per fare investimenti mirati, confermare posti di lavoro, garantire tutele e creare benessere. Al momento, però, il quadro che ci si prospetta è tutt’altro che promettente e, a complicarlo ulteriormente, si presentano i nodi, non ancora risolti, che riguardano l’accesso alla cassa integrazione, senza oneri economici, e il blocco dei licenziamenti”.
Ufficio stampa CCIAA di Trento
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