No alle speculazioni immobiliari. Perché a questo porterebbe la deroga alla Legge urbanistica provinciale 2008 (nota come Legge Gilmozzi) prevista nell’assestamento di bilancio di previsione della Provincia per gli esercizi finanziari 2020-2022. Il disegno di legge che andrà in aula a breve vorrebbe, infatti, promuovere la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente da destinare ad alloggi per tempo libero e vacanza». La netta e contraria presa di posizione è dell’Asat, tramite il presidente Giovanni Battaiola.
«Abbiamo manifestato – spiega – al presidente della Provincia Maurizio Fugatti la nostra netta contrarietà in riferimento al provvedimento presentato, dimostrando preoccupazione per la modifica alle attuali forme di controllo sullo sviluppo edilizio ai fini turistici». «Non abbiamo nulla in contrario – prosegue – riguardo al recupero degli edifici fatiscenti o che hanno bisogno di ristrutturazione con l’obiettivo di migliorare la qualità del paesaggio e dei nostri paesi, valorizzando al contempo contesto ed offerta turistica trentina». Tuttavia, l’Asat teme che una deroga alla Legge Gilmozzi fino al 31 dicembre 2021 possa favorire le speculazioni immobiliari. «Apparentemente il provvedimento ha l’intenzione di dare un nuovo slancio all’edilizia – sottolinea Battaiola – Ma non dimentichiamo che molte delle strutture abitative in questione sono di recente costruzione. Quindi non si tratterebbe di favorire l’edilizia, ma di “semplificare e facilitare” i processi di compravendita immobiliare per le abitazioni, invece, costruite nell’ottica di essere destinate a residenza e prima abitazione di cittadini trentini o di chi si trasferisce definitivamente per motivi di lavoro».
Per l’Asat, inoltre, l’adozione del provvedimento in questione porterebbe ad un ulteriore sbilanciamento del rapporto esistente tra i posti letto inseriti nelle attività alberghiere ed i posti letto, invece, messi a disposizione nelle case per il tempo libero. «Un aumento delle seconde case, poi – aggiunge il presidente dell’Asat – produrrebbe impatti negativi sulle infrastrutture viarie di servizio, oltre a creare una maggior “pressione” sulle componenti ambientali. E questo sia a danno della popolazione residente sia dei turisti ospiti nelle diverse strutture ricettive». Battaiola dichiara, inoltre, che si tratta del «terzo tentativo da parte dell’attuale Giunta provinciale di modificare la Legge urbanistica provinciale 2008, che regolamenta l’uso intelligente del territorio».
L’Asat, infine, fa presente alla Giunta che «la conversione del suolo edificato deve rapportarsi alla consistenza della popolazione residente in modo da evitare l’aumento incontrollato della “case non occupate”, con i conseguenti impatti negativi anche a livello paesaggistico». «Riguardo alla ricognizione della consistenza degli alloggi destinati a residenza che Provincia e Comuni dovranno effettuare entro ottobre 2020, come previsto dall’emendamento alla Legge urbanistica 2008 – afferma Battaiola – evidenziamo che, già nel luglio 2019, l’Osservatorio del paesaggio trentino ha pubblicato il documento “Consumo di suolo e seconde case nelle aree turistiche del Trentino”. Il quale contiene rilevazioni simili a quelle previste dall’emendamento da approvare in assestamento di bilancio». Dal documento in questione, precisa l’Asat, emerge che nei Comuni soggetti alla Legge Gilmozzi siano presenti 158.000 alloggi, corrispondenti al 41% del patrimonio immobiliare provinciale, mentre le famiglie residenti rappresentano il 30% di quelle del territorio trentino. Si deduce, perciò, una disponibilità media di 2,26 alloggi per ogni nucleo familiare residente nei comuni turistici (nei comuni non turistici e non soggetti alla Legge urbanistica 2008 ci sono 1,36 alloggi per famiglia residente). Dei 158.000 alloggi presenti nei comuni soggetti alla Legge, la percentuale di quelli non occupati stabilmente è del 56%. «La proposta – conclude Battaiola – di deroga alla Legge urbanistica provinciale del 2008 provocherebbe, di fatto, un aumento della densità di seconde case in alcune determinate aree del territorio, al contrario di quanto accade in territori limitrofi (Bolzano). E quest’evenienza preoccupa anche molte altre realtà comunali nazionali».
Infine, Battaiola fa presente che «favorendo lo sviluppo delle seconde case si va verso un modello di sviluppo turistico scarsamente o per nulla attento alla qualità dell’esperienza turistica, incentrato su una domanda turistica che lascia poco sul territorio in termini di crescita dell’economia e dell’occupazione. Non da ultimo che questo tipo di turismo impedisce il rafforzamento di realtà imprenditoriali a partire da quelle alberghiere che sono trascinate dai perversi meccanismi di una concorrenza senza regole alla competizione di prezzo, ad una bassa redditività e a rallentare gli investimenti».
Ufficio stampa ASAT
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