In un nuovo sondaggio commissionato dal Parlamento europeo, una larga maggioranza degli europei e degli italiani afferma che l'UE dovrebbe avere più competenze per affrontare la crisi.
Quasi otto cittadini italiani su dieci (78%) vorrebbero un ruolo più incisivo dell'UE nella lotta alle conseguenze del COVID-19. Un dato decisamente più alto della media europea (68%) e che vede l’Italia al settimo posto nella classifica dell’opinione pubblica che chiede più Europa nello sforzo per la ripresa. Più della metà degli intervistati italiani (64%) ritiene inoltre che questa richieda maggiori mezzi finanziari per l'UE, che dovrebbero essere diretti principalmente ad affrontare l'impatto della pandemia sul settore sanitario e sull'economia. Anche in questo caso gli italiani sono più ambiziosi della media dei concittadini degli altri stati membri (56%).
Il sondaggio è stato condotto nella seconda metà di giugno. Nella lista delle priorità dei cittadini italiani figurano la ripresa economica in primis, seguita dalla sanità pubblica e dagli investimenti in ricerca e innovazione. Perdita di reddito, consumo dei risparmi accumulati nel tempo e disoccupazione sono invece le tre principali conseguenze economiche della pandemia indicate dagli intervistati in Italia.
Commentando i risultati del sondaggio, il Presidente del PE David Sassoli, ha dichiarato: "I risultati di questo sondaggio mostrano chiaramente che i cittadini europei si aspettano che l'Unione dia prova di maggiore solidarietà e intraprenda più azioni per favorire la ripresa. Riconoscono anche la necessità di un bilancio UE più ampio per affrontare l'impatto senza precedenti che la pandemia ha avuto sulla nostra economia e società. Nel contesto degli attuali negoziati sul bilancio, il Parlamento è al fianco dei cittadini nella loro richiesta di una Unione europea più efficace e ambiziosa".
Consapevolezza diffusa delle azioni UE contro il COVID-19 e soddisfazione in crescita
Quasi nove cittadini italiani su dieci (86%) hanno sentito parlare delle varie misure proposte dall'UE per combattere le conseguenze della pandemia di COVID-19. E il 50% degli intervistati sa anche quali siano queste misure. Di coloro che hanno sentito parlare delle misure dell'UE contro il COVID-19, il 32% si dichiara soddisfatto, con un aumento di 9 punti rispetto al sondaggio precedente.
La situazione in Europa
Per circa due terzi degli intervistati (68%) "l'UE dovrebbe avere maggiori competenze per affrontare crisi come la pandemia del Coronavirus". Questa opinione è sostenuta da una maggioranza assoluta in 26 Stati membri. I paesi più a favore di maggiori competenze dell'Unione sono il Portogallo e il Lussemburgo (entrambi 87%), Cipro (85%), Malta (84%), l'Estonia (81%), l'Irlanda (79%), l'Italia e la Grecia (entrambi 78%), nonché la Romania (77%) e la Spagna (75%).
La maggioranza assoluta degli europei è a favore di un bilancio UE più consistente per combattere il COVID-19
Il 56% degli europei ritiene che l'Unione europea dovrebbe disporre di maggiori mezzi finanziari per riuscire a superare le conseguenze della pandemia. In 15 Stati membri la maggioranza assoluta degli intervistati si è detta d'accordo con tale affermazione, in testa alla classifica Grecia (79%), Cipro (74%), Spagna e Portogallo (entrambi 71%), Italia (64%).
Alla domanda su quali settori politici dovrebbero beneficiare maggiormente di un bilancio dell'Unione più consistente, la sanità pubblica si colloca in cima alla lista delle priorità dei cittadini europei. Il 55% degli intervistati ritiene che la spesa per la sanità pubblica sia di primaria importanza: risulta infatti al primo posto in 17 Stati membri dell'Unione. Seguono la ripresa economica e le nuove opportunità per le imprese (45%), l'occupazione e gli affari sociali (37%) nonché la lotta al cambiamento climatico (36%). In Italia (58%), Slovenia (55%) e Lituania (54%), il finanziamento della ripresa economica si situa al primo posto. I cittadini austriaci (48%) e danesi (45%) considerano come priorità dell'UE la lotta ai cambiamenti climatici. Quelli slovacchi (63%), croati (58%) e finlandesi (46%) l’occupazione e gli affari sociali.
La maggioranza non è ancora soddisfatta della solidarietà tra gli Stati membri dell'UE
Mentre poco più della metà degli intervistati in tutta l'UE (53%) si dice insoddisfatta della solidarietà dimostrata tra gli Stati membri dell'Unione durante la pandemia, il 39% dei cittadini europei in media si dichiara soddisfatto. Si tratta di un incremento medio di 5 punti dall'aprile 2020, più evidente in Portogallo e Spagna (entrambi +9 punti), Germania, Grecia, Romania e Slovacchia (circa +7 punti). In Italia l’incremento ricalca perfettamente la media UE con il 5%.
Le difficoltà finanziarie personali rimangono significative
Data la preoccupante situazione finanziaria dei cittadini europei fin dall'inizio della pandemia, è importante prendere il prima possibile le necessarie decisioni sul pacchetto per la ripresa. In una situazione quasi immutata da aprile, il 57% degli intervistati afferma di aver dovuto far fronte a difficoltà finanziarie personali. Al primo posto c'è la "perdita di reddito" (28%), citata come questione centrale in 21 Stati membri, in particolare in Ungheria e Spagna (entrambi 43%), Bulgaria e Grecia (entrambi 41%) e Italia (37%).
Meno incertezza e paura, guadagnano terreno la speranza e la fiducia
Un significativo sviluppo si osserva anche nella risposta alla crisi degli intervistati. I cittadini di 15 Stati membri dell'UE scelgono la parola "speranza" (il 41% in totale) per descrivere al meglio il loro attuale stato emotivo, che tallona da vicino il sentimento di "incertezza", menzionato dal 45% degli intervistati, una diminuzione di 5 punti rispetto ad aprile (50%). Nel complesso si registra una diminuzione dei sentimenti negativi: paura (17%, -5), frustrazione (23%, -4), sensazione di impotenza (21%, -8); mentre fiducia e gentilezza sono aumentate rispettivamente di 3 punti, arrivando fino al 24%, e di 2 punti, fino al 16%, sulla media dell'Unione.
Contesto
Il sondaggio è stato condotto online (via telefono a Malta e Cipro) da Kantar tra l'11 e il 29 giugno 2020, con 24.798 intervistati in tutti i 27 Stati membri dell'UE. Il sondaggio è stato limitato agli intervistati di età compresa tra i 16 e i 64 anni (16-54 in Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Grecia, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia). La rappresentatività a livello nazionale è garantita da quote su genere, età e regione. I risultati medi totali dell'Unione sono ponderati in base alle dimensioni della popolazione di ciascun paese intervistato.
I risultati completi dell'indagine, comprese le tabelle dei dati complete, saranno pubblicati all'inizio di settembre 2020.
Ufficio stampa Parlamento europeo
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