La diffusione del consumo di sostanze stupefacenti non trova battute d’arresto. I dati riportati nella relazione 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno rilevano una situazione allarmante. L’uso dell’eroina è in ripresa, nel 2019 sono raddoppiati i chili di eroina sequestrati. E’ triplicato il numero delle pasticche e delle compresse scoperte nel corso delle indagini.
In Regione nel 2019 sono morte 9 persone per overdose.
Il consumo di sostanze stupefacenti interessa purtroppo sempre più giovanissimi che oggi hanno grande facilità nel reperire le sostanze stupefacenti che sono offerte sul mercato a prezzi sempre più accessibili.
Nell’ottobre scorso ho interrogato il Presidente della Provincia in merito alla diffusione sempre più pesante delle droghe. Nella risposta data in Aula è stata manifestata la volontà di affrontare il problema, tanto che è stato dato incarico ad un esperto, Federico Samaden , di studiare delle iniziative di carattere culturale, formativo ed educativo per prevenire il consumo di stupefacenti tra i giovani. Allo scopo è stato istituito un ufficio presso la presidenza per coordinare tutte le azioni che si intendono avviare.
La consapevolezza comune è che si debba agire con forza e in tempi brevi, investendo sui giovani, restituendo ai ragazzi il senso del futuro, la certezza del lavoro, dando loro la possibilità di sperimentare concrete opportunità di crescita, rendendoli consapevoli delle conseguenze sociali e sanitarie di eventuali scelte scorrette.
Purtroppo tra i giovani c’è spesso un’errata percezione della pericolosità delle droghe. Vi è un abbassamento della comprensione del rischio, la mancanza di consapevolezza del rischio che comporta ciò che si assume. Tra i tossicodipendenti la mortalità è fino a 50 volte più alta di quella media registrata nel resto della popolazione.
Oltre a dare assuefazione e dipendenza, che rendono estremamente difficile e penoso il processo di disintossicazione, le droghe possono causare infarti, arresti respiratori, lesioni cerebrali irreversibili, alterazioni genetiche che aumentano il rischio di sviluppare forme di cancro e che possono essere trasmesse ai figli. Inoltre le dosi di droga possono essere contaminate da batteri, mischiate con sostanze pericolose o contenere un quantitativo eccessivo di droga; l’utilizzo di siringhe non sterili può far contrarre epatiti e aids.
All’origine delle dipendenze ci sono problematiche e cause profonde e importanti, inadeguatezza o vulnerabilità della struttura della personalità. Resta il fatto che anche l’aspetto riferibile al sociale e all’ambiente può contribuire in modo importante e significativo allo sviluppo di una dipendenza.
Certamente vanno colti i primi segnali di disagio nei giovani: isolamento, scadimento nel rendimento, scatti di rabbia, impulsività, l’aumento delle ore dedicate ad un’attività, ad esempio il pc, che può portare alla dipendenza.
Si tratta di capire come intervenire, oltre a quello che si sta già facendo, implementando le buone pratiche, migliorando i punti di criticità e sperimentando nuove politiche di contrasto alle dipendenze.
Ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento per sapere:
Cons. Lucia Coppola
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