Le conseguenze economiche del Covid-19 si vedranno sui prossimi bilanci di Sait e Famiglie cooperative. Per ora, nei primi cinque mesi dell’anno, si può dire che gli effetti sulle vendite si sentono nell’ordine del 20,2% di incremento del fatturato, con punte fino al 31% per i negozi più piccoli.
Per il presidente di Sait Roberto Simoni questa crescita delle vendite nell’emergenza significa principalmente una cosa: “il ruolo insostituibile svolto dalle nostre piccole Cooperative, sia da un punto di vista meramente commerciale, garantendo, fra mille difficoltà, il costante approvvigionamento di tutte le referenze primarie nei nostri punti vendita e dall’altra più sociale, al fianco delle persone in difficoltà causa l’epidemia e degli anziani, consegnando le spese a domicilio, in modo gratuito e con tempi di consegna contenuti nell’arco della giornata”.
Di questo vanno ringraziati gli amministratori e il personale impegnato che ha dimostrato coraggio ed abnegazione. “La valorizzazione dei piccoli negozi di vicinato e di prossimità fa parte della nostra storia e caratterizzerà sicuramente anche il nostro futuro”, chiosa.
Preoccupano invece alcune discutibili scelte normative che rischiano di penalizzare i risultati delle Famiglie cooperative con la prevista chiusura domenicale in zone turistiche.
“Lo scorso anno nei tre mesi estivi – informa Simoni - le nostre Famiglie cooperative nelle zone turistiche hanno fatturato tra i 7 e 8 milioni di euro. Almeno la metà (con una stima prudentissima) sono attribuibili ai turisti. Con la chiusura si perderebbe un servizio apprezzato e anche una quota consistente di fatturato. Inoltre, non meno importante è la questione dell’occupazione. Ci sono centinaia di addetti stagionali attualmente in stand-by che rischiano di non venire occupati se i negozi chiuderanno la domenica”
I numeri del 120esimo bilancio
L’emergenza del virus è piombata sulle Famiglie Cooperative dopo un anno, il 2019, che ha visto proseguire il percorso di miglioramento di efficienza dell’intero sistema della cooperazione di consumo trentina che fa perno sul Consorzio Sait.
L’esercizio sociale 2019 di Sait, il 120esimo della sua storia, si è chiuso con risultati soddisfacenti: levendite complessive si sono attestate a 316.105.690 euro (+2,10%) e l’utile di 1,8 milionidopo aver distribuito 5 milioni 250mila euro di ristorni alle Famiglie cooperative testimonia una gestione efficiente a vantaggio dei soci.
Il totale delle risorse garantite ai soci - che si compone di margine, ristorni e sconti - ha raggiunto nell’esercizio 2019 i 97 milioni di euro, 4 milioni di euro in più rispetto all’esercizio precedente.
Stabile anche l’indebitamento (posizione finanziaria netta) a 36,7 milioni, malgrado un piano di sviluppo che ha impegnato molte risorse, a partire dall’acquisizione e ristrutturazione delSuperstore di Trento.
“Possiamo già apprezzare i risultati di questa operazione che si è conclusa nel 2019 con il passaggio delle quote al 100% a Trento Sviluppo– commenta il direttore generale Luca Picciarelli – dal momento che il risultato della società è passatoda meno due milioni di euro a più 443mila dopo la totale ristrutturazione e riorganizzazione della struttura.
In generale – prosegue ancora Picciarelli – Sait è impegnato sui tre fronti dello sviluppo, della stabilizzazione dei costi e il rafforzamento di sistema. Ognuno di questi filoni va presidiato con il medesimo impegno e attenzione.
Abbiamo varato nuove condizioni di fornitura che consentono maggiore chiarezza e trasparenza, premiando la fedeltà. Un dato su tutti: negli ultimi quattro anni abbiamo diminuito i costi del 15%,pari a 6,4 milioni. Questo ci ha consentito di affrontare un piano di sviluppo ambizioso che prima non sarebbe stato possibile”.
Le quote di mercato di Sait e Superstore raggiungono su tutta la rete il 33,75% (metodo Nielsen), che però salgono fino al 74,84% per i negozi più piccoli, fino a 400 metri quadrati di superficie.
Il futuro dipende (anche) da noi
“Il futuro – afferma ancora il presidente Simoni - dipenderà anche da noi, al Consorzio il compito di realizzare bilanci virtuosi e politiche orientate all’efficienza, garantire adeguate politiche commerciali e fornire supporto e consulenza; alle singole Cooperative curare i negozi, adeguandoli alle mutate esigenze sanitarie e commerciali e curare i rapporti con la base sociale”.
Difficile però fare previsioni, almeno per l’immediato. La stagione turistica – prosegue Simoni - è più che mai incerta, e quindi le Famiglie cooperative potrebbero perdere in fretta quell’incremento di fatturato dovuto alla chiusura forzata in casa.
Sicuramente questo periodo ci lascia in eredità una nuova coscienza rispetto ai temi della sostenibilità ambientale e le strategie di sviluppo del nostro Consorzio e delle nostre Famiglie Cooperative che dovranno promuovere l’innovazione e lo sviluppo, prestando grande attenzione alla sostenibilità, oltre che economica, anche ambientale per contribuire al rilancio ed al consolidamento di un’economia che faccia del benessere e della solidarietà economica e sociale due pilastri su cui costruire il nostro futuro”.
Ufficio Stampa Federazione Trentina della Cooperazione
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