Continua la discussione in riferimento alla chiusura domenicale di negozi e centri commerciali in Trentino e ritengo opportuno esprimere alcune considerazioni.
Senza giri di parole, affermo subito che non credo che forzare sulla chiusura obbligatoria sia davvero utile al commercio e alle persone che vi lavorano, sia come imprenditori che come dipendenti.
Infatti, scorrendo anche le notizie riportate sui quotidiani locali, molti potrebbero essere i “contro”.
Da un lato, se a livello di principio il riposo domenicale si configura come positivo per ogni lavoratore, alla prova dei fatti rischia di non essere così: meno giorni lavorativi potrà infatti significare, nel breve e medio periodo, anche meno lavoratori occupati, e stare a casa la domenica potrebbe trasformarsi, per più d’uno, in stare a casa e basta, con gravi ripercussioni sulla serenità personale e l’andamento familiare. Va poi considerato come la domenica possa anche essere il giorno in cui le famiglie riunite possono dedicarsi allo svago e allo shopping. In aggiunta è bene ricordare come le attività imprenditoriali abbiano periodi di massima resa diversificati – in base ad esempio alle categorie merciologiche, alla collocazione delle attività e alla stagionalità – e come sia sicuramente positivo il principio, già confermato nel decreto Salva Italia di fine 2011, di concedere la valutazione sulle aperture ai proprietari degli esercizi, fatti salvi i diritti dei lavoratori, come peraltro avviene per ristoranti, pasticcerie bar e via discorrendo.
Inoltre, credo sia preoccupante remare contro una tendenza che in Veneto come nel vicino Alto Adige va esattamente nella direzione opposta liberalizzando aperture e chiusure – con il rischio di essere soli, piccoli, isolati e circondati da regioni e negozi sempre aperti e pronti ad accogliere chi trova gli esercizi sprangati nella nostra Provincia; tale tendenza è già evidente e, per fare esempi, non pochi sono, e sempre più saranno in futuro, i trentini che si recano a fare spesa e shopping nel Bellunese o in Alto Adige a discapito della nostra economia interna, già fortemente penalizzata dall’emergenza Covid-19 e ancora ben lontana dalla piena ripresa.
Ultimo, ma primo per importanza, il contraccolpo che questa decisione può causare al nostro turismo: siamo certi che chiudere negozi ed esercizi commerciali durante le stagioni, limitando di fatto i servizi e la vitalità dei nostri centri, siano essi grandi o piccoli, in valle o in città, sia una strategia vincente? Io credo di no, alla pari di molti referenti del comparto e di molti addetti ai lavori ed esercenti della distribuzione e del turismo e auspico in un approfondimento dell’analisi e in una maggiore riflessione sulle scelte da parte della Giunta provinciale.
Cons. Pietro De Godenz
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