Nei giorni passati, si è a lungo discusso – soprattutto con interventi polemici da parte delle minoranze consiliari - della sentenza di primo grado che ha condannato il Consiglio Provinciale di Trento “al pagamento, in favore del ricorrente Pruner Walter, della somma pari alla differenza tra la retribuzione che sarebbe maturata nel periodo dal 6.5.2019 fino alla durata in carica dell’attuale presidente Kaswalder Walter”.
Pare, tuttavia, sia sfuggito innanzitutto a molti come si tratti, appunto, di una sentenza di primo grado, ancora impugnabile, non idonea a consentire di dichiarare cristallizzata la situazione. Ma le contraddizioni si sono sprecate.
In molti hanno semplicemente liquidato la questione affermando che il suo licenziamento sia dovuto alla sua partecipazione ad un congresso di partito quando però questo si è svolto due mesi prima del suo licenziamento. Abbiamo letto anche sui giornali che il Presidente Kaswalder ha ben ricordato a tutti che le ragioni di questo atto siano dovute ad altre cause, che in modo rispettoso non sono state dette pubblicamente anche per rispetto nei confronti di Walter Pruner.
Un gesto di signorilità, di una signorilità che dobbiamo recuperare anche per poter recuperare quei valori di rispetto nei confronti del prossimo che sempre più vediamo mancare nello scenario politico locale e nazionale.
Non vi è stato simile atteggiamento da parte delle opposizioni che sulla vicenda hanno strumentalizzato inutilmente, umiliando una persona super partes. Con l’occasione mi piacerebbe rispondere anche a chi afferma che il comportamento di Kaswalder vada contro parole che semmai vengono usate nelle campagne elettorali come “onestà”, “responsabilità”, “correttezza” e “istituzioni”.
Sono parole che – a mio modesto avviso – non sono contrarie ai comportamenti attuati dal Presidente Kaswalder, dato che ci troviamo di fronte all’interruzione di un rapporto fiduciario. Sono piuttosto le opposizioni che vanno contro parole come “istituzioni”. Il loro comportamento ha infatti danneggiato l’immagine della presidenza del Consiglio provinciale, presentandola nei fatti come scorretta, disonesta, irresponsabile e inadeguata. Un messaggio veicolato malamente, con scarso rispetto nei confronti dell’istituzione che deve essere sempre tutelata anche con riferimento a colui che in quel momento la sta rappresentando. Non ci troviamo di fronte a una situazione in cui siano stati commessi reati o in un contesto in cui il Presidente Kaswalder abbia delegittimato con suoi comportamenti l’istituzione. Ci troviamo di fronte ad una controversia nata dal mancato rapporto di fiducia che è intercorso tra due persone, dove una riveste un ruolo di responsabilità delicato e che deve essere esercitato nelle migliori modalità possibili per il bene stesso dell’istituzione.
La sentenza, riprendo, non è definitiva, ma qualcuno non ha voluto far passare questo messaggio. Sinceramente ciò mi dispiace perché si è persa un’occasione per fare della seria politica. Sono capogruppo di un movimento che nella sua storia si è sempre contraddistinto per essere di protesta e sarei la prima a muovermi in tal senso – assieme ai miei colleghi di partito – qualora ci fossero valide ragioni per protestare se ci fossero comportamenti illeciti. Non è questo il caso.
Questo quanto dichiarato in una nota dal Capogruppo della Lega Salvini Trentino, Mara Dalzocchio.
Ufficio stampa Lega Salvini Trentino
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