L’Università di Trento crede nel valore dell’inclusione a partire dalla parità di genere: elaborate le linee guida per promuovere l’equilibrio di genere e la valorizzazione della diversità negli eventi organizzati dall’Ateneo. Non vincoli, ma raccomandazioni che potranno essere seguite nell’organizzazione di eventi, ma anche nella definizione di commissioni e comitati. Il rettore Collini: «Un modello che, ci auguriamo, possa ispirare tante altre istituzioni»
L’Università di Trento contro i "male panel": così vengono definiti i convegni o tavoli di lavoro in cui presenziano soltanto uomini o che vedono una presenza delle donne in ruoli ancillari. L’Ateneo ha deciso di introdurre alcune semplici linee guida che potranno essere seguite per garantire rappresentatività alle donne e dare visibilità alla loro competenza, esperienza e preparazione in contesti pubblici. Un cambiamento culturale ma senza imposizioni, però: le linee guida avranno valore di raccomandazioni indirizzate a tutto il corpo accademico impegnato nell’organizzazione di seminari, congressi, tavole rotonde e momenti di divulgazione. Indicazioni utili anche nelle fasi di nomina di componenti di commissioni e comitati scientifici, ancora troppo spesso luoghi in cui l’asimmetria di genere è particolarmente evidente.
Le linee guida sono state messe a punto dal servizio e dai delegati e delegate Equità e Diversità dell’Ateneo e nella premessa tengono conto del fatto che in alcuni ambiti disciplinari esistono rilevanti squilibri nella composizione di genere difficili da colmare sui quali occorre prestare particolare attenzione per non sovraccaricare le poche esponenti del genere meno rappresentato. «Le università sono tra i motori principali della cultura perché generano conoscenza e creano occasioni di confronto – commenta il rettore Paolo Collini. Per questo devono impegnarsi per favorire l’inclusione, a partire dall’equilibrio di genere. Come Università di Trento stiamo lavorando da tempo su questo fronte e abbiamo maturato una sensibilità importante su questo tema su più versanti. Nello specifico, escludere le donne semplicemente perché non si pensa immediatamente a loro nel comporre un panel o un comitato scientifico non deve più essere un alibi. Abbiamo il dovere di fare qualcosa per innestare un cambiamento. La varietà di punti di vista, anche in chiave di genere, anima il confronto ed è componente essenziale nel progresso del pensiero. L’auspicio è che anche questa iniziativa, come è avvenuto per nostre precedenti azioni di sensibilizzazione, possa ispirare azioni analoghe in altri atenei e istituzioni».
Sei i punti che compongono le linee guida di Ateneo, che nei prossimi giorni verranno trasmesse alla comunità accademica:
1. Definire, per quanto possibile, la lista degli interventi di maggiore e minore rilievo a convegni, seminari, tavole rotonde in modo equilibrato rispetto al genere, ma anche in modo trasversale alle altre categorie della differenza di cui pure si raccomanda di tenere conto, per evitare di rafforzare gli stereotipi in termini di competenze scientifiche.
2. Adottare un approccio complessivo di attenzione all’inclusione delle differenze a partire da quella di genere nella programmazione e gestione degli eventi, promuovendo una composizione equilibrata del comitato organizzatore e scientifico.
3. Promuovere un ambiente inclusivo che favorisca l’equilibrio di genere, dando visibilità nelle attività didattiche e di ricerca e assicurando a tutti e a tutte la parità nelle opportunità di networking e di promozione della propria ricerca, nonché di acquisizione di prestigio sociale ed economico; a tal fine, è necessario agire a tutela soprattutto delle persone appartenenti al genere sottorappresentato nel rispettivo settore scientifico-disciplinare.
4. Adottare e mettere in evidenza buone prassi di coinvolgimento del genere sottorappresentato e di inclusione delle altre differenze in tutti gli eventi e le azioni d’Ateneo, accertandosi che siano state messe in atto tutte le misure necessarie a una pari accessibilità e che, nella comunicazione dell’evento, venga utilizzato un linguaggio inclusivo e rispettoso delle differenze, in applicazione delle Linee guida di Ateneo in materia.
5. Considerare le esigenze di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro delle persone che partecipano all’evento, scegliendo tempistiche per quanto possibile inclusive e verificando la possibilità di attivare iniziative di baby-sitting, ove necessario, in occasione degli eventi di maggior rilievo.
6. Con riferimento all’assegnazione di contributi finanziari da parte dell’Ateneo per gli eventi scientifici, prevedere come condizione necessaria al supporto dei medesimi anche la presenza di obiettivi di pari opportunità, sia in termini di equilibrio di genere e di adeguate misure di conciliazione, che di inclusione delle differenze; in particolare, richiedere apposita motivazione scritta da parte degli organizzatori nei casi non sia possibile coinvolgere nell’evento o nell’attività per cui si chiede il finanziamento un numero congruo di persone di entrambi i generi.
(a.s.) Ufficio stampa Università di Trento
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