Oltre 8 milioni di alunni italiani non hanno al momento certezze sulle modalità di ritorno a scuola il prossimo settembre. Sarà in presenza? Sarà a distanza? Metà e metà? Con o senza mascherine? Con visiere?
Tra le tante proposte emerse in questi giorni, sta facendo molto discutere quella del Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, che propone di introdurre le barriere di plexiglass nelle aule scolastiche a partire da settembre e che consentirebbero di tornare a scuola in presenza ed in sicurezza dopo mesi di didattica a distanza.
Una proposta a mio parere insostenibile, non a misura di bambino/a e ragazzo/a. Immaginarli rinchiusi in gabbie di plexiglass spaventa.
Questi mesi hanno messo a dura prova sia gli studenti, che gli insegnanti e i genitori.
Se è indubbio che non vi fosse altra alternativa, non si può negare che i nostri ragazzi hanno perso, chi più chi meno, tanto in termini di ore di scuola, di apprendimento, di scambio culturale e sociale.
Senza contare gli studenti che erano senza computer, senza tablet, perché magari l'unico computer di casa dovevano dividerlo con fratelli e genitori alle prese con il telelavoro. Pensiamo al danno subìto dai più piccoli, che nella scuola costruiscono una forma di socialità, di rapporto non solo con il sistema educativo, ma con i primi amici, il primo concetto di collettività.
Pediatri e i sociologi ci dicono che si potranno presentare dei deficit cognitivi e sociali che si dovranno affrontare subito e nel tempo a venire.
Poi ci sono gli adolescenti, che vivono quell'età complicata nella quale le relazioni e la socializzazione sono così importanti, ma che hanno risposto con responsabilità al capovolgimento dei loro ritmi, alla limitazione della loro libertà.
Ricordiamoci che questi bambini, questi ragazzi stanno creando le basi per il loro futuro e dobbiamo prestare molta attenzione a tutte le decisioni che prenderemo.
Certamente l'auspicio di tutti è che si possa tornare a settembre alla scuola in presenza, con tutte le precauzioni sanitarie necessarie. Si dovrà investire nell'edilizia scolastica, perché abbiamo bisogno di sedi sicure e a misura di studente. Basta alle classi pollaio! Si dovrà procedere all'assunzione di nuovi insegnanti, passo fondamentale se si dovranno creare più classi per permettere il distanziamento o mantenere ancora per qualche tempo la scuola a distanza. Una strada in salita, tanti ostacoli da superare, ma abbiamo tre mesi davanti e, guardando anche ad altre realtà europee che inizieranno la scuola prima di noi, potremo arrivare a delle soluzioni soddisfacenti.
L'obiettivo deve essere quello di assicurare ai nostri ragazzi un ottimale livello di apprendimento, in sicurezza, lasciandoli il più possibile liberi da costrizioni inutili e dannose. No al plexiglass e no alle mascherine. Come si può pensare che i bambini rimangano per ore con la mascherina sulla bocca?
Inoltre parrebbe che i bambini e i ragazzi si ammalino in misura minore di Covid. Si legge su Jama Pediatrics che su oltre 72.000 casi totali di Covid-19 registrati in Cina, l'1,2% sono ragazzi dai 10 ai 19 anni e lo 0,9% bambini di età inferiore ai 10 anni. Fra questi si evidenzia un decesso fra gli adolescenti e nessuna morte nei piccoli di età inferiore ai 10 anni.
Sono certa che, con le giuste precauzioni, si potrà pensare ad un ritorno alla scuola in presenza e in sicurezza.
Ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento e l'assessore competente per sapere:
1. quanti sono i bambini/e e i ragazzi /e dagli 0 ai 18 anni in Trentino;
2. quanti di loro ad oggi hanno contratto il Covid, divisi per età;
3. a quanti è stato fatto un tampone e quanti sono risultati positivi allo stesso;
4. quanti hanno necessitato di un ricovero ospedaliero e la loro età;
5. quanti hanno dovuto accedere alla terapia intensiva e la loro età;
6. se è stata fatta una analisi delle conseguenze psicologiche che il distanziamento sociale e l'interruzione della scuola in presenza, imposto dal COVID-19, ha avuto sugli studenti trentini e quali iniziative si intendono eventualmente mettere in atto per mitigare l'impatto;
7. se si ritenga plausibile e fattibile il ritorno in classe a settembre di tutti gli studenti, in particolar modo dei bambini e ragazzi fino alla scuola primaria di primo grado;
8. considerato che le misure di igiene e prevenzione sono i punti fermi del rientro a scuola, come si pensa di organizzare oltre alle classi, le mense scolastiche, la ricreazione e l'accesso alle classi;
9. quale sia lo posizione in merito alla proposta di svolgimento di alcune attività didattiche all’aperto, oppure in spazi esterni alla scuola, d’intesa con i Comuni e i soggetti coinvolti, come ad esempio presso teatri, cinema, musei, biblioteche, archivi;
10. se si sta procedendo alla sanificazione degli istituti scolastici;
11. attraverso quali misure si intende conciliare il contenimento del rischio di contagio con il recupero della normale attività per studenti e lavoratori dell'Istruzione.
Cons. Lucia Coppola
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