Un aperitivo. E’ il giudizio che tutti gli ecologisti del Trentino stanno pensando in questo momento sul tanto ricercato bonus bici della giunta Fugatti. Una politica decisa sull’emergenza del momento, non certamente una politica strutturata e lungimirante che guarda anche alla dichiarazione di “crisi climatica”, approvata dal Consiglio Provinciale nella seduta 27/11/2019.
La proposta del Bonus bici merita appena la sufficienza per le buone intenzioni, ma solo queste non bastano a risolvere le criticità delle nostre città, assediate dal traffico, dalle polveri sottili, dalla carenza cronica di parcheggi, dagli esercenti che dai centri vorrebbero fuggire e dai cittadini delle valli che hanno pieno diritto di venire nei centri maggiori con la propria vettura (specie in questo periodo) per fare acquisti e assolvere gli impegni burocratici.
Il bonus bici a ben guardare si rivela essere un provvedimento avvilente, iniquo e soprattutto scarso. Avvilente: non si capisce perché alla luce delle criticità che tutti conosciamo i lavoratori beneficiari del bonus debbano essere tracciati mediante app, alla quale elargiremo dei dati sensibili a dei non identificati controllori. Si dovrebbe incentivare e non deprimere chi sceglie di essere eco- sostenibile, questo va contro ai principi della stessa dichiarazione di criticità climatica approvata all’unanimità dal Consiglio PAT e che intende promuovere nella popolazione trentina una diffusa consapevolezza della problematica inducendo a mettere in azione buone pratiche per evitare sprechi e consumi nocivi.
Scarso ed iniquo. Il bonus bici è stato esaurito nel giro di poche ore. E’ stato visibile a tutti che le risorse messe a disposizione siano state insufficienti. I cittadini hanno risposto in tanti, dimostrando di esser pronti al cambiamento, ma la giunta, il motore politico del nostro territorio ha messo i freni. Tali risorse dovrebbero esser riconosciute non solo una tantum, ma costantemente, non solo a lavoratori, ma anche a studenti delle superiori e pensionati. Questi contributi sono stati inoltre elargiti a chi arriva prima. Vige infatti il principio di cronologico per l’accettazione delle domande. Una modalità che sa di beffa e premia solo i più lesti, non i più bisognosi. Richiedere l’indice ICEF e concedere i contributi adeguati agli scaglioni di reddito avrebbe concesso di soddisfare più richieste, aumentando così la platea degli utenti effettivi.
Ufficio stampa Verdi del Trentino
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