Dalle riserve pregresse la garanzia di stabilità dei conti dell'Ateneo. Approvato oggi dal Consiglio di amministrazione il Bilancio unico d’Ateneo 2019. Proventi e contributi in aumento del 4% rispetto all’esercizio precedente, a fronte di costi operativi in crescita soprattutto per il reclutamento e l’adeguamento stipendiale del personale. Forte contributo dai progetti competitivi che segnano nel 2019 quasi 4 milioni in più. Rilasciate riserve pregresse per 9,4 milioni e confermati i margini di progetti finanziati per 4,1. Destinati 12 milioni alla gestione dell’emergenza sanitaria e al rilancio della ricerca e della didattica e 8 milioni alla sostenibilità di medio periodo per garantire lo sviluppo del personale nelle aree didattica e ricerca.
L’Università di Trento è un’istituzione che tiene i conti in ordine; è in grado di affrontare l’imprevista situazione dell’emergenza causata dalla pandemia e farà ripartire ricerca e didattica, servizi nel pieno rispetto delle regole. È un quadro positivo quello che emerge dal bilancio consuntivo 2019 approvato oggi all’unanimità dal Consiglio di amministrazione riunito per via telematica. Le risorse accantonate negli anni precedenti potranno essere impiegate ora per reagire con maggior efficacia alle difficoltà imposte dalla pandemia e mettere in sicurezza l’Ateneo garantendo il rilancio delle attività.
Un Ateneo che riparte in sicurezza – L’offerta formativa dell’Ateneo è stata riprogrammata per consentire nel prossimo anno accademico 2020/21 l’accesso a tutta la comunità studentesca e universitaria alla didattica (anche se a distanza) e alle attività di ricerca, mentre almeno nel primo semestre subiranno un rallentamento i programmi di mobilità internazionale. La principale criticità messa in luce nella discussione in Consiglio di amministrazione riguarda proprio la gestione della “fase tre” a cui sarà necessariamente collegato un aumento dei costi a carico dell’Ateneo, a fronte di una previsione di minori entrate soprattutto per l’adeguamento delle tasse degli studenti alla condizione economica delle famiglie colpite dalla crisi.
È lungo l’elenco degli interventi da finanziare, necessari per garantire la sicurezza degli ambienti e delle persone: approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale, predisposizione degli spazi (sanificazioni obbligatorie e ripetute, manutenzione degli impianti di aerazione), potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e applicative per la didattica a distanza e lo smart working, connessioni alla rete dati con traffico prepagato per tutti gli studenti, contributi all’acquisto di hardware invece per le fasce più deboli, tutoraggio specifico per il corpo docente sulla didattica a distanza, prolungamento di contratti non coperti da risorse esterne.
Nonostante l’avvio positivo della campagna di preiscrizioni, l’Ateneo mantiene l’allerta sulla possibilità di una contrazione delle entrate legata alla diminuzione dei nuovi studenti, che potrebbero iscriversi in numero minore scoraggiati dalle limitazioni imposte dal protrarsi della didattica a distanza. Altre misure a sostegno della componente studentesca potrebbero poi aggiungersi a quelle varate dal CdA di Ateneo che ha differito a giugno la scadenza per il pagamento della terza rata delle tasse universitarie e soprattutto ha dato il via libera all’utilizzo dell’ISEE “corrente” che permette agli studenti di pagare le tasse in funzione della condizione economica attuale. In questo modo le famiglie colpite dalla crisi troveranno forte agevolazioni per sostenere l’impegno all’università dei figli. Per tutto questo dovranno essere predisposte risorse finanziarie aggiuntive.
La situazione di emergenza ha visto inoltre un coinvolgimento diretto di varie strutture e personale dell’Ateneo. Il CdA ha confermato l’impegno già assunto ad inizio aprile di destinare un milione per supportare la Protezione Civile, l’Azienda per i Servizi Sanitari e la Provincia autonoma di Trento nel contrasto alla diffusione dell’epidemia Covid19.
Il 2019 ha anche visto la messa a regime del programma “Dipartimenti di Eccellenza” del Ministero che ha generato un corposo finanziamento aggiuntivo nel quinquennio 2018-2022 e un effetto sulle risorse disponibili nel 2019 pari a 3,5 milioni.
Il bilancio consuntivo nel dettaglio
Il bilancio di esercizio 2019, che fotografa la situazione finanziaria dell’Ateneo nello scorso anno, ha rilasciato riserve pregresse per 9,4 milioni, frutto degli atteggiamenti prudenziali nella redazione dei bilanci precedenti, che concorrono così al risultato economico di esercizio. Significativa la quota derivante dai proventi da ricerche commissionate e finanziamenti competitivi che aumentano di 4,6 milioni e confermano ancora una volta il grande potenziale del capitale umano impiegato nei vari settori disciplinari. Cresce l’investimento nei giovani ricercatori con un aumento delle borse di dottorato e dei progetti di ricerca in collaborazione con gli enti di ricerca trentini, Fondazione Edmund Mach e della Fondazione Bruno Kessler (+1,3 milioni) e le borse di studio erogate nell’ambito dei programmi di mobilità finanziati dall’Unione Europea (+1,5 milioni).
I ricavi - Il conto economico evidenzia proventi operativi per 193 milioni con un incremento del 4% rispetto all’esercizio precedente (che era di 185 milioni). Significative in questo bilancio le voci relative alla capacità dell’Ateneo di produrre ricerca competitiva: i proventi da ricerche commissionate e trasferimento tecnologico aumentano del 15,5% (0,7 milioni) e di quelli da ricerche con finanziamenti competitivi di ben il +25,7% che passano da 15 a 19 milioni.
Gli altri ricavi sono composti principalmente da contributi dalla Provincia autonoma di Trento (126 milioni) e da altri enti, per un totale di 142 milioni, in aumento del 2,4% rispetto allo scorso anno. Il piano di rientro dei crediti concordato con gli organi competenti della PAT, che prevedeva rate annuali di 30 milioni, non solo è stato rispettato nei termini pattuiti, ma vi sono stati anche alcuni accrediti anticipati. Ciò ha permesso di migliorare sensibilmente la liquidità di Ateneo.
I contributi ricevuti dall’Unione europea ammontano invece a 2,5 milioni e saranno destinati al finanziamento di progetti di ricerca, di borse di studio e di altri progetti nell’ambito della mobilità internazionale. Per quanto riguarda i contributi ricevuti dallo Stato – che sono distribuiti tra gli atenei statali secondo criteri che tengono conto del merito – con 5,9 milioni (+11 %) si conferma il trend di aumento degli ultimi anni. A questi si aggiunge infine il milione di euro da parte della Fondazione Caritro. Completano il quadro dei ricavi le tasse universitarie, che ammontano a 22 milioni (-1,5%).
Tasse universitarie – I contributi per iscrizione ai corsi di studio dell’Ateneo sono suddivisi in due macro tipologie: contributi a quota fissa (pari a 200€ per studente pagante) e contributi a quota variabile determinati per ogni singolo studente in relazione all’ISEE. Questa seconda voce costituisce nel 2019 il 74% del totale dei proventi per la didattica, in diminuzione rispetto al 76% del 2018. La contribuzione media per studente pagante all’Università di Trento è significativamente inferiore rispetto a quella rilevata a livello nazionale (che considera anche le università non statali). I dati disponibili evidenziano anche una diminuzione della contribuzione media registrata nei primi due anni accademici dall’adozione del sistema di contribuzione basato sull’ISEE, in netta controtendenza rispetto all’andamento registrato a livello nazionale.
I costi – I costi d’esercizio si attestano a 175 mln di euro. L’elemento più significativo riguarda l’aumento dei costi per il personale (+7,6%) che passa da 91 a 98 milioni. Un incremento legato al reclutamento di personale docente e ricercatore per dare vita ai programmi di ricerca finanziati dal MIUR nell’ambito dell’iniziativa “dipartimenti di eccellenza”. Ma anche agli aumenti contrattuali e automatici e agli scatti stipendiali che, dopo anni di congelamento imposto da normative di contenimento della spesa pubblica, hanno ripreso ad essere erogati. Nonostante l’aumento del costo del personale cofinanziato, l’Ateneo rimane pienamente in grado di rispettare ancora i vincoli definiti nel patto di stabilità (il rapporto tra costo del personale non finanziato e le componenti fisse dei proventi è 62,52%, al di sotto del limite del 70%). Una situazione che per non appesantire i futuri esercizi con oneri aggiuntivi dovrà essere però messa in sicurezza da subito, considerato che i programmi di finanziamento coprono i primi 15 anni dall’assunzione, vincolando adeguate riserve di patrimonio per coprire i costi del personale finanziato nel periodo successivo.
Per quanto riguarda i costi della gestione corrente, si rileva un aumento del 5,2% pari a 2,8 milioni, dovuto in buona parte a prestazioni di servizio per attività di ricerca, ai maggiori acquisti di libri, periodici e materiale bibliografico per le biblioteche (a uso degli studenti ma aperte alla fruizione di tutta la cittadinanza), a locazioni passive per spazi per studenti, a costi per sostegno agli studenti e diritto allo studio (+0,36 milioni) e all’acquisto di materiale di consumo per laboratori.
L’attività edilizia. La dotazione di spazi dell’Ateneo copre una superficie di circa 240mila metri quadri: aule, laboratori, uffici e spazi comuni che richiedono costante manutenzione. Nel 2019 l’attività si è concentrata su alcuni immobili nei diversi poli. Si tratta principalmente di attività di ristrutturazione, riqualificazione ed installazione di attrezzature tecnico scientifiche.
(a.s.) Ufficio stampa Università degli Studi di Trento
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