Nel primo incontro in presenza con la stampa dopo lo stop della pandemia per il rettore Flavio Deflorian un bilancio della ripartenza del nuovo anno accademico all’Università
di Trento. Riprende con slancio la mobilità internazionale, le partenze verso l’estero di studenti e studentesse UniTrento. E sono oltre 570 gli stranieri in arrivo. Lanciate le
visite guidate virtuali agli edifici UniTrento per far conoscere, anche a distanza, la storia e la bellezza delle sedi. Aggiornamento anche sulla ricerca sui test salivari: a breve una
pubblicazione pre-print che dichiara l’efficacia come strumento diagnostico.
Tornano le lezioni in presenza e le città di Trento e Rovereto ricominciano a popolarsi di studenti e studentesse. È un bilancio positivo quello tracciato oggi dal rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian nel suo primo incontro da viva a Palazzo Sardagna con la stampa. La ripesa delle attività accademiche fra green pass, misure di sicurezza ma anche voglia di ricominciare a vedersi è stato il filo conduttore del suo intervento e delle domande dei giornalisti.
Novità dopo tanto tempo di fermo, la ripartenza anche delle mobilità internazionali dei nostri studenti e studentesse verso l’estero ma anche l’accoglienza di molti che vengono da varie parti del mondo. La presenza degli studenti e delle studentesse internazionali è un elemento essenziale di vivacità e di apertura non soltanto per l’Ateneo ma anche per le comunità di Trento e Rovereto che li ospitano. Vengono da 70 paesi in tutto il mondo i 574 studenti e studentesse che stanno arrivando o sono già arrivati a Trento per il primo semestre. La previsione è che in tutto l’anno accademico 2021/22 ne arrivino in tutto circa 700. I paesi di provenienza sono vari: spiccano per concentrazione gli arrivi da Germania, Spagna, Russia, Francia, Cina e India, ma sono numerosi anche i provenienti da Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e in generale dai paesi dell’America latina. La maggior parte di loro arrivano a Trento e Rovereto con il programma Erasmus e per frequentare i corsi di studio tenuti in inglese dall’Ateneo, segno di una buona attrattività dell’offerta formativa in lingua straniera.
Con l’arrivo degli stranieri a Trento riprende anche con slancio la mobilità degli studenti e delle studentesse UniTrento verso l’estero. Soltanto grazie il programma Erasmus vivranno un’esperienza di studio all’estero in circa 700. Un numero che per l’anno accademico 2021/22 sale a un migliaio se si considerano i partecipanti ad altri programmi di mobilità frutto di accordi bilaterali tra atenei o doppie lauree.
Durante la conferenza stampa di oggi il rettore ha annunciato anche che l’Ateneo intende potenziare il Servizio di consulenza psicologica con un’attenzione specifica all’emergenza Covid-19. Verrà infatti coinvolto il Servizio di consulenza psicologica già attivo presso l’Odf Lab (Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive) di Rovereto per dare informazioni e gestire le insicurezze legate alle vaccinazioni.
Test salivari, comunità scientifica a confronto sullo studio trentino.
Nei mesi scorsi il Laboratorio di diagnostica molecolare del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio) dell’Università di Trento insieme all’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento aveva eseguito uno studio volto a verificare l’attendibilità dei test salivari per la diagnosi molecolare di Covid-19.
Lo studio sarà ora portato all’attenzione della comunità scientifica internazionale grazie a un preprint. Nell'editoria accademica, una pubblicazione preprint (prestampa) è la versione di un documento scientifico che precede la revisione formale tra pari e la pubblicazione in una rivista scientifica che prevede revisione paritaria (peer review). Si tratta di un passaggio importante perché permette di condividere l’esito del lavoro con i gruppi di ricerca attivi in varie parte del mondo sul fronte del contenimento del contagio. I risultati potranno, dunque, essere discussi, confutati, integrati.
La ricerca condotta in Trentino aveva coinvolto mille persone reclutate nel drive-through di Trento, le quali erano state analizzate sia mediante l’analisi del tampone nasofaringeo sia della saliva. «Questa è stata l’occasione per testare una innovativa provetta made in Trentino per facilitare e rendere più sicura la raccolta della saliva in autonomia da parte di tutti i soggetti convolti e di favorire l’analisi su larga scala della popolazione» spiega Massimo Pizzato, responsabile del Laboratorio di diagnostica molecolare dell’Università di Trento.
Si sofferma poi sui risultati: «Lo studio ha evidenziato l’alta efficacia del sistema di raccolta e della procedura di analisi molecolare della saliva messa a punto dal laboratorio dell’Università di Trento, dimostrando un’ottima concordanza con i risultati ottenuti dall’analisi del tampone nasofaringeo. I dati mostrano che, rispetto al tampone, la saliva offre un’alta affidabilità e sensibilità sia nelle fasi iniziali sia in quelle sintomatiche dell’infezione».
Le analisi del tampone e della saliva vengono eseguite in laboratorio con la stessa metodica molecolare che garantisce un’altissima sensibilità. Tuttavia mentre il prelievo del tampone rimane una procedura invasiva che richiede l’intervento di un operatore sanitario, la saliva può essere raccolta facilmente da ogni persona in autonomia, senza rischi né disturbi. Ciò può dunque aprire la strada all’utilizzo di questo test per lo screening su larga scala e per il tracciamento dei contagi soprattutto in contesti come le scuole e altri ambienti dove la copertura vaccinale non può essere elevata.
#unitrentovisit, visita guidata agli edifici dell’Ateneo
In occasione della ripresa delle attività l’Università di Trento ha presentato anche il progetto #unitrentovisit: 13 video che raccontano la storia dei principali edifici dell’Università di Trento.
Un modo per conoscere la storia dell’Ateneo e delle sue sedi storiche e moderne anche a distanza.
La nuova sezione del sito d’Ateneo - #unitrentovisit –e il canale Youtube di Ateneo racchiudono i video realizzati per raccontare la storia delle principali sedi universitarie. Un progetto ideato durante il primo lock down, quando le restrizioni imposte per fronteggiare Covid-19 restituivano corridoi sgombri e aule vuote. E quando la voglia di frequentarli e viverli era ancora maggiore.
Palazzi antichi, costruzioni moderne, ristrutturazioni coraggiose e accurate che proprio in questi giorni tornano a fare da scenario a quell’intreccio di luoghi e di persone che contraddistingue la vita universitaria. Una rete che parte dalla città di Trento, si arrampica sulla sua collina e si allunga verso Rovereto. Un patrimonio di storie e incontri che viene raccontato a partire dagli edifici che ospitano la comunità studentesca, quella accademica e il personale tecnico e amministrativo.
Oltre ad un video generale di presentazione delle sedi dell’Università di Trento, i 12 edifici raccontati sono Palazzo Sardagna (sede del Rettorato), Palazzo di Sociologia, Palazzo di Giurisprudenza, Palazzo di Economia, Palazzo Prodi, Palazzo Consolati, Molino Vittoria e BUC - Biblioteca Universitaria Centrale a Trento. Sulla collina della città capoluogo viene presentato il Polo di Mesiano e il Polo scientifico e tecnologico di Povo, mentre a Rovereto svelano la loro storia, Palazzo Piomarta e Palazzo Fedrigotti.
(a.s.) Ufficio Stampa Università degli Studi di Trento
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