PAT - Protezione civile in viaggio verso la Moldavia. Ventitré anni fa l’operazione Kosovo
Ripartita la colonna mobile. Che ha prestato soccorso ad un autobus in panne carico di beni per l’Ucraina.
Ventitré anni. Tanti ne sono trascorsi dall’ultimo intervento della Protezione civile trentina a sostegno di popolazioni colpite dalla guerra. Durante il conflitto in Kosovo nel 1998 e poi, al termine dei combattimenti nel 1999, gli uomini della colonna mobile intervennero per prestare aiuto alle persone. A Kukës gestirono dapprima un campo profughi, e l’anno successivo a Peja e Pristina intervennero per la ricostruzione delle abitazioni dei civili. Lorenzo Tambosi, dipendente del Servizio prevenzione rischi e autista di mezzi pesanti, c’era allora. E c’è anche oggi in viaggio verso la Moldavia dove Trentino e Alto Adige consegneranno il materiale per un campo di accoglienza destinato alle persone in fuga dall’Ucraina. Non si è tirato indietro. Non ha potuto. “Per me questo è un dovere morale, oltre che un lavoro” racconta. Anche Alessandro Brunialti, funzionario dell’Unità logistico operativa di Lavis del Servizio prevenzione rischi si è messo a disposizione in entrambi i contesti. All’epoca, in qualità di capo-campo della Croce Rossa nazionale.
Dopo aver trascorso la prima notte a Budapest, a 970 chilometri di distanza dal punto di partenza in Trentino, la colonna mobile guidata dal capo missione Giovanni Giovannini è ripartita alle 6 del mattino in direzione Bucovina, in Romania. Sarà l’ultima tappa prima dell’arrivo a destinazione. Mercoledì mattina, a poca distanza da Chișinău (Moldavia) è prevista la consegna del materiale per l’accoglienza di 500 persone.
Nel corso del viaggio, in mattinata, l’officina mobile al seguito degli 11 tir che stanno trasportando 18 container di materiale ha prestato soccorso ad un mezzo in panne. Al posto di guida, Anatoli, 61 anni. L’uomo, di nazionalità ucraina, sta rientrando dalla Germania dove alcuni connazionali hanno raccolto cibo e vestiti destinati a chi sta vivendo in prima persona le terribili conseguenze del conflitto. Gli hanno consegnato anche l’autobus su cui stava viaggiando e che non riusciva a rimettere in moto. Quando la batteria del veicolo è stata “rianimata” dai tecnici trentini, Anatoli ha potuto riprendere il viaggio verso casa, tra Leopli e Ternopoli: “Il Signore vi benedica”.
(ab) Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento
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