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Penultimo appuntamento all’interno della Stagione del Teatro Sociale programmata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, che da giovedì 21 a domenica 24 marzo ospiterà al Sociale Come tu mi vuoi, capolavoro della maturità di Luigi Pirandello, portato in scena dal regista Luca De Fusco e affidato sul palco ad una delle stelle nascenti del panorama attoriale italiano, Lucia Lavia, certamente all’altezza della grande interpretazione che pretende un testo tanto aspro, ostico e misterioso.
Una produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana Teatro Nazionale, Tradizione e Turismo srl-Centro di Produzione Teatrale Sannazzaro.
In scena, insieme a Lucia Lavia, ci saranno Alessandro Balletta, Francesco Biscione, Paride Cicirello, Pierluigi Corallo, Nicola Costa, Alessandra Costanzo, Isabella Giacobbe, Alessandra Pacifico, Bruno Torrisi.
Come tu mi vuoi prosegue la ricerca di De Fusco su Pirandello, ma lo fa con l’intenzione di inaugurare un preciso progetto volto a illuminare le aree meno consuete del repertorio pirandelliano. E come già con Così è (se vi pare), si allontana da ogni connotazione caricaturale dei personaggi per lasciare avanzare atmosfere quasi cinematografiche, da noir anni ’40, e sottolineare la drammatica, solitaria chiusura di tutti i personaggi, a cominciare proprio dall’Ignota, con la sua ricerca sull’identità personale.
«Chi è veramente l’ignota? È Elma, la ballerina - cortigiana del primo atto o Cia la moglie borghese del secondo? – si interroga Luca De Fusco - Non dandole un nome neppure nel copione (si chiama appunto “L’ignota”) Pirandello respinge la domanda che pure serpeggia per tutto il testo, un lavoro con momenti splendidi ma discontinuo, che abbiamo portato in scena convinti che non si possono rappresentare solo i pochi capolavori di Pirandello. É certamente una persona la cui mente è una “stanza piena di gente”, come recita il formidabile libro su un caso di schizofrenia di Daniel Keyes, ovvero un “corpo senza nome” come dice lei stessa. Altrettanto certamente è un’animale di palcoscenico, visto che solo nella danza trova espressione di sé. Altro elemento sicuro è che Elma/Cia vive immersa nel vino e distingue poco i confini tra realtà, sogno, immaginazione ricordi […]».
In una scenografia ispirata alla galleria degli specchi de La signora di Shangai di Orson Welles, i frammenti del proprio riflesso rimandano alla protagonista l’inquietudine fondamentale del suo personaggio: rivedersi le richiama all’incubo di non conoscersi. Così De Fusco prosegue la sua storica collaborazione con la scenografa Marta Crisolini Malatesta e anche con Gigi Saccomandi, che usa le luci proprio come ritagli di inquadrature cinematografiche, anch’esse al servizio di un Pirandello cupo e carico di esistenzialismo, più che mai vicino al nostro tempo.
«[…] Con Gianni Garrera abbiamo riscritto il primo atto immergendolo nelle ombre della danza e nei fumi dell’alcol e di ombre proiettate abbiamo anche distribuito gli altri due atti. – prosegue De Fusco - Questa regia somiglia più al mio antico “Vestire gli ignudi” del 2009, che ai miei più recenti Pirandello con Eros Pagni. Forse perché questo testo per la sua imperfezione mi sembra richieda un maggiore intervento del regista, forse perché la presenza di una prima attrice più giovane mi ha stimolato verso direzioni più eccentriche […]».
Foyer del Teatro
Tornano gli appuntamenti dedicati agli approfondimenti con i protagonisti della Stagione 23-24, realizzati in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Trento e la Fondazione Museo storico del Trentino.
Per il nuovo incontro in calendario, previsto al Teatro Sociale venerdì 22 marzo alle ore 17.30, Francesca Rocchetti (Fondazione Museo storico del Trentino) incontrerà il cast dello spettacolo.
Ufficio stampa Centro servizi culturali S. Chiara
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