Ieri all’altezza della curva 53 della cronoscalata Trento-Bondone un commissario di gara è stato investito da una Bmw M3. Il commissario è rimasto ferito in maniera grave e anche il pilota è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. A loro i miei auguri di pronta guarigione.
Da sempre nutro delle perplessità sulla opportunità di autorizzare la gara automobilistica Trento-Bondone, una manifestazione che se in passato ha avuto certamente un ruolo indiscutibile per far conoscere Trento e la sua montagna, negli anni ha mostrato tutti i suoi limiti. Anzitutto desidero sollevare le questioni di sicurezza.
Quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, non sono stati ammessi spettatori ad assistere alla manifestazione. Ma negli ultimi anni si sono registrati molti incidenti, simili a quelli di ieri. E’ chiaro che una eventuale uscita di strada di un veicolo potrebbe provocare molti feriti e forse anche vittime se avviene in un luogo dove sono assiepati gli spettatori. E’ vero che lungo tutto il percorso sono esposti, a cura degli organizzatori, cartelli con la scritta “sosta vietata al pubblico”, ma è altrettanto vero che né l’organizzazione né le forze di pubblica sicurezza sono mai stati in grado di far rispettare i divieti.
La velocità e la potenza delle autovetture negli anni probabilmente è più che raddoppiata. In molti punti il guard rail, omologato per contenere vetture normali in caso di sbandata, potrebbe trasformarsi in una ghigliottina per il pilota poiché alcuni modelli di autovettura possono tranquillamente infilarsi sotto il guard rail in caso di fuori pista (come è successo ieri con una autovettura “tipo formula”).
L’ordine pubblico e gli interessi economici in gioco. Sebbene l’anno scorso, a causa Covid, la manifestazione non abbia avuto luogo e quest’anno non abbia visto la partecipazione del pubblico, negli anni si è constatato che tra le persone abituate a moderare tifo e manifestazioni di sostegno (forse la maggior parte degli spettatori) si mescolano fans scatenati per i quali la gara è tutto, indifferenti a qualsiasi altra considerazione di civiltà e buon gusto. Ma anche un pubblico che segue il “circo” di questo campionato europeo, attrezzato di tutto punto: camper, roulottes, o semplici tende con tutto l’occorrente per qualche giorno di campeggio libero. Ma verrebbe a questo punto da chiedersi: ne vale la pena, considerata la scarsa ricaduta? Lo scarso interesse dei media sta a dimostrare, implacabilmente, che l’appeal sul grande pubblico di questo tipo di manifestazioni è praticamente irrilevante e quindi, a maggior ragione, si impone una valutazione “costi-benefici”.
Molto malumore solleva fra i residenti la prolungata chiusura della strada (anche oltre i tempi di gara): aree praticamente isolate per due giorni e i residenti sono confinati in casa sia per l’impossibilità di muoversi liberamente, sia per la necessità di sorvegliare le proprie case e i propri beni. Per non parlare del fastidio di dover esibire documenti attestanti la residenza. In conclusione, se in passato ad opporsi a questa manifestazione erano “i soliti ambientalisti” contrari al rumore ed al puzzo insopportabile di idrocarburi, inevitabilmente accusati di contrarietà “ideologica”, oggi a protestare sono semplici cittadini che vivono e risiedono sulla montagna di Trento.
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:
• se con il Comune di Trento sono mai stati considerati i costi-benefici della cronoscalata Trento-Bondone e in caso positivo quali sono state le conclusioni;
• se non ritenga che il percorso stradale non offra garanzie di sicurezza né per i concorrenti in gara, né per chi li segue;
• se non intenda valutare con il Comune di Trento di sospendere questa gara che reputo pericolosa, inquinante e altamente impattante per la popolazione e anche per i numerosi animali selvatici che popolano la montagna.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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