Dopo due mesi di lavoro è stato consegnato al Governo il Piano per la ripartenza post Covid, preparato dalla task force di Vittorio Colao "per un'Italia più forte, resiliente ed equa".
Nel Piano si legge tra l’altro che è necessario "un intervento sistematico per ridurre il divario digitale e rendere il Paese totalmente e universalmente connesso".
Due le principali novità in materia di 5G: da un lato, la proposta di innalzare i limiti di emissione elettromagnetica nel nostro Paese adeguandoli a quelli europei; dall’altro, escludere l’opponibilità locale quando i protocolli nazionali vengono rispettati.
Per buona pace dei tanti Comuni che hanno chiesto una sospensione precauzionale in attesa che le evidenze scientifiche chiariscano una volta per tutte la presenza di rischi o meno per la salute in seguito all’esposizione alle frequenze emesse dal 5G.
Inoltre il diritto e il dovere di ogni Sindaco, primo garante della salute pubblica dei propri cittadini, ad usare il principio di precauzione non può e non deve essere messo in discussione. Nessun primo cittadino deve essere delegittimato dall’adempiere al proprio ruolo istituzionale, soprattutto quando tutela la salute dei suoi concittadini e la salubrità del luogo dove vivono.
La normativa italiana in materia di protezione dall’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici -Legge quadro 22 febbraio 2001, n. 36- ha scelto di adottare una linea di elevata cautela a livello ambientale e sanitario, ossia una politica che, in una condizione d’incertezza scientifica sui possibili effetti a lungo termine sulla salute umana dell’esposizione a campi elettromagnetici, mira ad evitare o ridurre, per quanto possibile, l’esposizione a tali agenti esterni.
Il 18 dicembre 2019, in risposta ad una mia interrogazione che si soffermava sulle criticità e potenzialità della tecnologia 5G, l’assessore Tonina ha dichiarato che di richieste di installazione di impianti 5G in provincia di Trento ne erano pervenute 12: 7 relative a impianti che utilizzano la banda di frequenza dei 700 MHz e le restanti 5 che lavorano in banda 3,7 GHz. Nella banda 26 GHz, che presenterebbe maggiori novità rispetto alle tecnologie attualmente già in uso, non era ancora stata presentata alcuna richiesta di installazione di impianti 5G sul territorio provinciale.
Nella speranza che il Governo non accolga quanto proposto, interrogo il Presidente della Provincia di Trento e l’assessore competente per sapere:
1. come valuti la Giunta la proposta della task force di Vittorio Colao, con riferimento all’auspicata implementazione della tecnologia 5G sul territorio italiano, e sulla proposta di elevare ulteriormente i limiti per le emissioni;
2. se ad oggi sono state presentate ulteriori domande di installazione di impianti 5G sul territorio provinciale;
3. in caso di risposta affermativa quante, e quante in particolare nella banda 26 GHz;
4. quale sia la loro posizione in merito all’ipotesi di escludere l’opponibilità locale dei Comuni, proposta che fra l’altro tende a circoscrivere il diritto di ciascuno di tutelare i propri interessi – veri o presunti – davanti al proprio giudice naturale.
Cons. Lucia Coppola
Futura
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