Il colore che il premier Conte attribuisce alle singole regioni è fondamentale per la vita sociale delle singole comunità. Nessun governatore vorrebbe la propria regione "rossa", per le implicazioni socio-economico e per il rischio di un giudizio negativo sul proprio operato.
Recentemente su un quotidiano online trentino è comparso un manuale semiserio "Manuale d’uso per quelle Regioni che sono rimaste incastrate tra gli intricati 21 indicatori dell’Istituto Superiore di Sanità e sono state inserite tra i territori a rischio più elevato”, elaborato dal prof Bassi, ironico nel titolo ma, molto veritiero nel contenuto.
Di seguito una breve sintesi:
Regola numero1: dotatevi di una ampia dotazione di test rapidi antigenici e utilizzateli come scelta primaria per controllare lo stato virologico delle persone che presentano sintomi compatibili con la Covid-19.
Regola numero 2: “scordatevi” di ottemperare alle disposizioni ministeriali che prevedono di effettuare un test molecolare di conferma dei positivi antigenici in tempi brevi. Lasciate passare 10-15 giorni e vedrete che la gran parte dei test molecolari fatti a queste persone saranno diventati negativi. Potete sempre dire di aver fatto un gran numero di test molecolari e che il vostro tasso di positività è tra i più bassi d’Italia. Pochi si accorgeranno che non avete fatto quel 10% di test molecolari in più che sarebbero stati necessari per la verifica in tempi brevi dei positivi antigenici.
Regola numero 3: evitate accuratamente di comunicare ai cittadini qualsiasi dato relativo al numero di positivi antigenici che attendono di fare il test molecolare. Se necessario, date la colpa a Roma e negate l’evidenza. Non dimenticate però di comunicare il dato giornaliero dei positivi antigenici ai Sindaci e alle Autorità di Polizia. Così vi coprite le spalle da qualsiasi grana di natura penale, perché nascondere i dati di una epidemia sarebbe un grave reato.
Regola numero 4: Se qualche Sindaco chiacchierone mostra i dati ai suoi cittadini, fate finta di niente. Se vi mettono alle strette, potete sempre provare a buttarla in politica accusando il Sindaco di essere un “bolscevico” o un “fascista” a seconda del suo orientamento politico.
Regola numero 5: Se qualche rompiscatole vi fa notare che avete un tasso di mortalità tra i più alti d’Italia ed il valore più elevato nel rapporto tra ricoverati ed attualmente positivi, fate finta di niente. Tanto in ISS non si sognano neppure di fare le verifiche di consistenza dei dati e credono ciecamente ai dati che gli mandate voi.
Regola numero 6: State attenti a non mettere nel computo delle persone guarite i tamponi molecolari negativi di coloro che due settimane prima erano positivi antigenici. I positivi antigenici invisibili sono e tali devono rimanere, altrimenti rischiate un fastidioso fenomeno che si chiama “avoided crossing” e ci può essere qualche fisico che vi sbugiarda nel suo blog.
Regola numero 7: Occhio alla Corte dei Conti perché qualche pignolo potrebbe accusarvi di aver sminuito la gravità della situazione inducendo i cittadini a comportamenti imprudenti con i conseguenti danni economici legati a ricoveri che si sarebbero potuti evitare. Se vi chiama il Procuratore Regionale date la colpa ai tecnici, in fondo li pagate anche perché si assumano le loro responsabilità. Applicando in modo sistematico queste semplici regolette potrete comunicare al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità solo i dati dei contagi verificati con tampone molecolare, ovvero meno della metà dei contagi effettivi, così commenta l’ex rettore Bassi.
In questi giorni circa duemila persone (la raccolta delle firme è ancora in corso) hanno sottoscritto un appello affinché i dati reali del contagio in provincia di Trento vengano resi pubblici e comunicati tempestivamente a Roma. Solo così, finalmente, la provincia di Trento verrà “colorata” rappresentando correttamente la sua reale situazione sanitaria. Molte persone, visto l’alto numero di decessi, di persone positive, di ricoveri ospedalieri, dubitano che essere ricompresi in zona gialla, con tutte le agevolazioni del caso, corrisponda alla reale situazione.
Tanto premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere:
se, ai fini della classificazione della provincia di Trento come “zona gialla” più che attenersi ai dati reali si sia ispirata al “manuale Bassi”. Il dubbio è rafforzato dal fatto che da molti giorni ormai il Trentino, a nord e a sud, è circondato da territori classificati “zona rossa” o “zona arancione”.
Cons. Lucia Coppola
Futura
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