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Dopo una attesa ultradecennale, finalmente venerdì prossimo 14 luglio, giorno della Festa nazionale francese, riapre il Convento dell’Inviolata di Riva, dopo gli importanti lavori di restauro curati dalla Sopraintendenza per i beni culturali nonché dal servizio opere civili della Provincia Autonoma di Trento.
La chiesa dell’Inviolata, Santa Maria dello Spiazzo, fondata dal principe vescovo Carlo Gaudenzio Madruzzo all’inizio del Seicento, da autentico gioiello dell’arte barocca conserva un patrimonio inestimabile di arte.
Quindi sarà grande festa per Riva del Garda con la conclusione dei lavori al convento e la riapertura alla città di un autentico gioiello della Controriforma, di chiara matrice barocca, eretto fuori delle mura cittadine nei primi anni del Seicento a onore della Vergine Maria Inviolata, grazie all’intervento del mecenatismo della famiglia del principe vescovo e cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo, ereditato dalla nipote Alfonsina Gonzaga, moglie del luogotenente della Rocca Gianangelo Gaudenzio Madruzzo.
Affidato alla congregazione dei Girolamini, quindi ai Conventuali di San Francesco e infine alle Figlie del Sacro Cuore, il convento ha sempre rivestito un ruolo di primo piano nella storia della città, da ultimo come educandato femminile di Riva.
Il restauro promette grandi cose, a cominciare dai preziosi affreschi che ornavano l’artistico chiostro coevo per terminare con l’artistica fontana che si erge al centro del cortile.
Unico neo, il campanile, per il quale tutto resta come prima.
In realtà mentre la chiesa viene edificata nei primi decenni del Seicento, il campanile viene ultimato solo nel 1682, solo grazie al richiamo della fondatrice della chiesa, Alfonsina Gonzaga di Novellara, seconda consorte del capitano della Rocca Gaudenzio, promotrice e benefattrice col marito della chiesa, nonché dopo il 1618 esecutrice testamentaria unica per il completamento della chiesa.
E bisogna aspettare fino al 1862, quando viene proposto di mettere l'orologio sul campanile, alla pari dell'orologio sull'edificio della Rocca.
Funzionante fino alla Seconda guerra mondiale, l’orologio viene mitragliato dall’aviazione americana durante gli ultimi giorni di guerra e dal 1945 è ancora fermo sulle ore 8 e 10, come è visibile attualmente.
La lacuna viene a dimidiare in certo qual modo la bellezza dell’Inviolata: lo stesso Luigi Antonio Baruffaldi descrive l'esterno del tempio come «imponente di eleganza solenne».
Per tornare a rendere lo splendore anche esterno della chiesa barocca l’associazione Pinter aveva rivolto a suo tempo un appello alla Parrocchia e agli enti pubblici (Comune e Provincia) affinché l’orologio tornasse a vivere e a segnare il tempo, nel caso dell’Inviolata tempo dello spirito e tempo dell’arte.
Il presidente dell'associazione Riccardo Pinter - Graziano Riccadonna
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