La Regione appoggi i canali diplomatici, ma aiuti anche in modo concreto i profughi .
In Consiglio regionale la legge sulle società partecipate Nr. 49 è stata rinviata, su richiesta dell'assessore e vice presidente della Regione Giorgio Leonardi, alla prossima seduta di aula vista l’assenza dei proponenti. Si è deciso dunque di passare alla trattazione di due mozioni in maniera congiunta, vista l’affinità della tematica, ovvero le misure da mettere in campo per assistere i profughi della guerra in Ucraina: le mozioni numero 48 e 49, presentate rispettivamente dai consiglieri Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) e Sara Ferrari (Pd). Ma poi si è convenuto di arrivare alla presentazione di una nuova, ritirando nel contempo, le due presentate in precedenza. La parte deliberante del nuovo documento, condiviso, recita come “Il Consiglio regionale condanna con estrema fermezza la guerra della Russia ai danni dell'Ucraina e rivolge piena solidarietà e vicinanza al popolo ucraino. Il Consiglio ripudia la violenza e la guerra in tutte le sue forme e sostiene tutte le iniziative diplomatiche per porre termine all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nonché evitare ogni rischio di allargamento della guerra. La Regione sostiene anche finanziariamente le varie iniziative di solidarietà, di soccorso e di accoglienza ai profughi a livello europeo, nazionale, regionale e delle due province”. Documento approvato dall’aula.
La prima mozione in origine portava appunto le firme di Alessandro Urzì, Alessia Ambrosi, Claudio Cia e Katia Rossato (FdI) ed “impegna la giunta regionale ad attivarsi presso il Governo per condannare l’aggressione militare all'Ucraina e ad introdurre dei meccanismi di compensazione economica, oltre a creare una cabina di regia per arginare crisi di approvvigionamento economico”.
La mozione numero 49, presentata dai consiglieri del Pd Sara Ferrari e Luca Zeni e di quello dei Verdi Paolo Zanella impegnava la giunta regionale “ad utilizzare in maniera immediata le risorse del fondo di riserva previste nella Missione 20 del bilancio regionale per sostenere, assistere, e aiutare gli sfollati della guerra in Ucraina sia per le esigenze basilari, vitto, alloggio, sia per l’assistenza psicologica”.
Dopo una breve interruzione il presidente del Consiglio regionale Josef Noggler ha detto che le due mozioni, in accordo con i capigruppo, erano confluite in un documento unificato, modificato, e che dunque la mozione a prima firma Ferrari è stata ritirata. Urzì ha detto che “la mozione di FdI è datata 3 marzo. Noi oggi facciamo un passo indietro nel segno dell’unità dell’aula e chiediamo che si lavori per chi sta pagando in maniera diretta il peso di questo conflitto. Noi ci spogliamo della paternità di questo documento e lo condividiamo con l’aula. Vogliamo sottolineare il profondo disagio della popolazione nei confronti di un conflitto armato che avviene con coordinate geopolitiche molto preoccupanti. Ma - ha osservato l’esponente di FdI - ci teniamo a sottolineare le difficoltà dei mercati e di approvvigionamento delle materie prime. Siamo in un Paese che non ha saputo programmare la propria indipendenza sul piano energetico. L’onda lunga delle sanzioni ci tocca tutti ed è una responsabilità che spetta alla Ue. L’emergenza umanitaria supera ogni altra considerazione. Speriamo oggi ci sia una voce unica dell’aula”.
Da parte sua Sara Ferrari ha osservato come “la mozione ha appunto lo scopo di avere una posizione congiunta sulla questione Ucraina. La mozione di Fdi aveva un taglio completamente diverso rispetto a questa, scritta di nuovo, che la sostituisce. Molti cittadini privati in Trentino hanno aperto le proprie case per accogliere i profughi.
Franz Ploner (Team K) ha osservato: “Sono contento che ci sia un documento condiviso qui in Consiglio regionale, abbiamo una guerra nel cuore dell’Europa. Putin ora sta uccidendo un popolo, gli ucraini, che fino a poco tempo chiamava fratelli. Quello che sta accadendo non ha alcuna giustificazione. La popolazione aggredita va sostenuta in ogni modo”.
Alex Marini, 5 Stelle, si è detto soddisfatto che ci sia un accordo su di un documento comune: “Croce Rossa e Croce Bianca hanno già un conto per raccogliere fondi. Servono interventi anche concreti. La nostra voce deve farsi sentire anche a livello europeo, Ma c’è anche un’emergenza da noi per il costo delle materie prime a livello energetico”.
Mirko Bisesti, Lega, ha condiviso e lodato l’accordo sul testo della mozione: „Un segno di unità su di un tema così delicato ed importante. Il ruolo energetico ha bisogno di politiche forti a livello nazionale e di investimenti forti. Il Mediterraneo è da tempo teatro di guerre ed il nostro Paese come collocazione e spirito deve essere un mediatore di pace”.
Lucia Coppola, Verdi, “ha apprezzato la sintesi trovata sulla mozione. Ora il testo è patrimonio di tutti. Ogni giorno vediamo in Ucraina immagini sempre peggiori, con l’esodo di milioni di persone. Le istituzioni locali debbono fare la propria parte per far prevalere la diplomazia, la guerra è il male assoluto”.
Carlo Vettori, Forza Italia, ha detto “come non sia possibile rimanere indifferente rispetto a quello che sta accadendo. In passato erano conflitti che consideravamo distanti, non è questo il caso. Ora noi possiamo e dobbiamo dare un contributo concreto”.
Magdalena Amhof, Svp: “Questa guerra colpisce tutti noi. Grazie dunque per questa mozione comune. Gli ucraini lottano per la democrazia in Europa. C’è molta distruzione, servirà ricostruire quel Paese. La Russia vuole distruggere le democrazie. Ci sono dei parallelismi su quanto è accaduto in Siria, con armi nemmeno più utilizzabili”.
Ugo Rossi (Upt) è intervenuto dicendo “che il documento non ha solo un significato concreto non solo simbolico. Quello che accade ci costringe ad occuparci di chi fugge. Nel febbraio 2016 alcuni di noi sono andati al Brennero ad accogliere altri profughi, ma allora in Austria qualcuno voleva ripristinare il confine in quella zona. Chi scappa deve essere aiutato e accolto. Ora le istituzioni regionali sono tornate sulla giusta strada”.
Leonardi, a nome della giunta, ha ringraziato “i colleghi che hanno contribuito alla realizzazione del documento. La giunta avrà un impegno anche nel futuro, quando servirà ricostruire. Ora dobbiamo lavorare sulle materie prime, qui si sono lasciati oggi alle spalle i diversi colori politici per un intento comune”.
Urzì ha osservato come il dibattito sia stato ricco di passione e di cuore: “Auspico un voto unanime. La nostra mozione era un grido di dolore”.
A quel punto si è però proposto da parte di Lanz, Svp, di votare premessa e dispositivo in modo separato ma per Claudio Cia (Fdi) la scelta “era per sottolineare, da parte di qualcuno, la voglia di fare la parte dei prima della classe, più che di essere davvero dalla parte dell’Ucraina”.
Gerhard Lanz, Svp, ha detto che “la scelta di votare in modo separato è solo tecnica e che in futuro si potranno affrontare volendo in aula le due mozioni originali”.
Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha detto che “il voto di oggi deve essere per la pace. C’è una corsa globale al riarmo che ci preoccupa molto. Dobbiamo pensare al futuro dei nostri figli e nipoti. La mozione è equilibrata. Si abbandoni l’idea di concorrenza tra parti politiche”.
Dunque si è votato per parti separate il documento: le premesse hanno ottenuto 22 voti, 20 no e 5 astensioni. Il dispositivo invece ha incassato il sì di 48 voti unanimi. Dunque tutto il documento è stato approvato,
L’aula è passata poi all’esame della mozione presentata da Paolo Zanella (Verdi), già iniziata nella seduta precedente, sugli armamenti nucleari. Il consigliere ha ricordato il contenuto del testo, trasformato per il precipitare degli eventi in Ucraina, in una sorta di appello al Parlamento.
Franz Ploner (Team K) ha osservato come “molti paesi, non l’Italia, abbiano firmato un documento contro la proliferazione delle armi nucleari. Ci sono ancora grandi gap, come gli stati Nato, che non partecipano al trattato. Dobbiamo sostenere questo documento ma non ci sarà un cambiamento di paradigma per chi ha le armi nucleari”.
Urzì ha osservato come sarebbe assai difficile rispettare un simile documento e che la politica debba invece salvaguardare la pace: “Vorremmo tutti un mondo migliore ma lo dobbiamo difendere contro chi usa la forza”.
Il dibattito sulla mozione proseguirà nella sessione di aprile.
(GT) Ufficio stampa Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige
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