Il 77° anniversario della Liberazione giunge in un momento storico che probabilmente segnerà un cambiamento epocale per l’Occidente in termini di equilibri politici, con lo spettro di un allargamento del conflitto in corso in Ucraina e la tragica attualità di dolore, morte e disumanità tipica di ogni guerra. Da 77 anni andiamo ripetendo che ricordare quanto accaduto è di fondamentale importanza “perché non si ripeta”, ed eccoci piombati, nel modo più inaspettato, nel clima agghiacciante e nelle dinamiche insensate della guerra. Abbiamo quindi fallito?
Posto che ogni guerra rappresenta certamente e sempre un fallimento, abbiamo avuto la conferma che la pace non è mai scontata e richiede anzi estrema attenzione, una costante dedizione e uno sguardo ampio. E che tutto questo, purtroppo, può non essere sufficiente. Richiede, soprattutto, la consapevolezza che la pace è un equilibrio fragile, delicato e instabile, da presidiare e difendere ogni giorno. Ancora di più, quindi, è necessario ricordare. Le collettività nazionali europee, fondate come sono sui principi di rispetto dei diritti umani, di uguaglianza e di democrazia, rappresentano un baluardo nell’evoluzione del genere umano, che ancora di più ci devono apparire preziose e meritevoli di ogni sforzo perché siano preservate e possano evolvere ancora di più.
Gli ucraini che oggi combattono per evitare che la propria nazione sia conquistata dall’invasore ci ricordano i nostri connazionali che diedero la vita perché potesse nascere l’Italia libera e democratica in cui oggi viviamo. Ma un errore non dobbiamo ripetere: la guerra quando arriva è terribile e ci appare inaccettabile, ma la cosa più importante è riuscire a tenerla confinata il più possibile, perché non diventi ancora peggiore.
Due guerre mondiali ci hanno insegnato che unirsi a difesa dell’aggredito è sacrosanto su un piano di valori, ma disastroso nei suoi esiti concreti. La guerra non si può combattere con la guerra. Dobbiamo evitare che questo conflitto, che da due mesi sta seminando dolore e morte, si allarghi e arrivi a provocare dieci, cento volte tanto dolore e morte. Dobbiamo aiutare il popolo ucraino, accoglierlo come stiamo facendo, essere al suo fianco, ma anche restare lucidi e razionali, lontani dalla logica della guerra, che è solo violenza cieca, distruzione e morte.
In quest’anno triste, in cui le nostre menti e i nostri cuori sono sconvolti e angosciati dalla tragedia a cui stiamo assistendo, ancora di più ricordiamo i volti, gli ideali e le imprese dei nostri giovani martiri e di quanti lottarono per liberare la nostra città e parte del nostro Paese dall'oppressione. La loro memoria ci deve infondere un sentimento di orgoglio e la forza necessaria per tenere i nervi saldi e il timone dritto, rivolto a un futuro sempre e tenacemente di pace.
LUNEDI’ 25 APRILE 2022 AD ORE 10.30 presso piazza Tre Novembre: deposizione di una composizione floreale alla lapide sotto i portici del municipio da parte dell’Amministrazione comunale e dell'ANPI Alto Garda e Ledro.
IL SINDACO
Cristina Santi
Ufficio stampa Comune di Riva del Garda
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