Quando una storia finisce male ognuno porta con sé le proprie verità, alcune incontrovertibili e altre volte a rafforzare i propri intendimenti. Per una sorta di autoconvincimento qualcuno usa toni e termini molto forti, cercando di far passare il messaggio di essere l’unico detentore della verità.
Questi mesi richiedevano secondo noi un maggiore impegno per conoscersi di più, per trasformare un insieme di persone in una squadra e per far emergere un candidato che ha assolutamente bisogno di essere più conosciuto. Avrebbero potuto essere due mesi importanti per far emergere le idee per la città del candidato sindaco e della stessa coalizione. Abbiamo proposto già nella prima metà di marzo di discutere assieme il piano di attuazione delle politiche turistiche e prima di Pasqua abbiamo proposto di riattivare fin da subito tutti tavoli di lavoro di coalizione. Abbiamo presentato in anteprima al candidato sindaco anche un ottimo progetto per lo sviluppo smart della città e abbiamo condiviso con lui anche alcuni contatti del tessuto produttivo della città affinchè potesse metterli a frutto. Purtroppo però, gran parte delle nostre proposte sono cadute nel vuoto, anzi, probabilmente sono finite in fondo a quel “pozzo” che siamo accusati di aver avvelenato.
Preso atto di questo, da buoni “cespugli” come veniamo appellati, abbiamo iniziato a lavorare nel sottobosco, ma non nel modo che ci viene imputato, perché quel sottobosco è stato generoso e ci ha dato molti piccoli frutti: 16 videoconferenze ci hanno permesso di produrre interventi (documentati sulle nostre pagine social) su temi economici, sul sociale, sulla scuola, proposte per la ripresa e in questi frangenti ci siamo interfacciati con esercenti, professionisti e docenti.
Ma attenzione, perché nel sottobosco si aggirano anche le serpi! Noi non ne abbiamo viste nel nostro gruppo, ma abbiamo visto serpeggiare perplessità in merito alla coalizione e al suo candidato. Era quindi doveroso da parte nostra convocare un incontro (se il candidato sindaco ne ha convocato uno come riferisce, noi non ne siamo stati messi al corrente) per confrontarsi su questi temi, che siamo stati ben attenti a non far uscire pubblicamente prima di questo incontro.
L’epilogo è noto, arrivato in una videoconferenza dove noi di AGIRE per il Trentino eravamo collegati tranquillamente ognuno da casa propria, mentre tutti gli altri rappresentati erano schierati insieme in una sede di partito. Un confronto schietto, dove ognuno ha espresso il proprio pensiero in maniera corretta e pacata, pur nelle diversità di opinione. Il confronto però si è bruscamente interrotto con l’arrivo del candidato sindaco, che nei toni e nelle espressioni è stato ben lontano dallo stile della persona mite e moderata che avevamo conosciuto, causando la rottura di quell’equilibrio che esisteva all’interno della coalizione della città capoluogo in suo sostegno.
Il nostro percorso continuerà a livello provinciale all’interno della coalizione di centrodestra che abbiamo contribuito a costruire, con lealtà e propositività. Maggiori difficoltà ci saranno a livello comunale, dove probabilmente ci sono stati errori da parte di tutti, portando ad una situazione dalla quale nessuno esce vincitore. L’importante è uscirne dignitosamente e noi lo faremo senza utilizzare termini ingiuriosi come quelli che ci sono stati rivolti.
Se possiamo essere lieti di qualcosa, è che la coalizione cittadina che sostiene il candidato sindaco abbia trovato compattezza di fronte alle nostre perplessità, avendo prontamente buttato – probabilmente in fondo a quel “pozzo” - quelle espresse anche da altri rappresentanti politici non certo di secondo piano negli scorsi giorni.
Coordinamento di AGIRE per il Trentino della città di Trento
Mauro Corazza – coordinatore cittadino
"La verità che esce dal pozzo", Jean-Léon Gérôme, 1896
Secondo una leggenda, un giorno Verità e Menzogna si incontrarono nei dintorni di un pozzo e, visto che la giornata era bella, decisero di fare un bagno assieme. Denudatesi si immersero nell'acqua fresca del pozzo; d'improvviso Menzogna uscì dall'acqua ed , indossati le vesti di Verità, fuggì via. Furiosa, Verità uscì nuda dall'acqua, ma il mondo inorridì al cospetto di ciò che ritenne impudico e reagì con rabbia e disprezzo. Umiliata, questa si nascose nel pozzo e da allora Menzogna va per il mondo vestendo i panni di Verità. Da qui il detto: meglio una menzogna ben vestita che una nuda verità.
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