Centrale Fies inaugura l’apertura al pubblico con una serie di appuntamenti legati alle Arti Performative e Visive: una programmazione scaturita dalle linee di ricerca praticate durante l’anno, che prendono forma in tre momenti distinti: Un Weekend Cannibale da Sogno (27-29 maggio), apap-Feminist Futures (17-19 giugno), Live Works Summit (1-3 luglio).
Giovedì 26 maggio il centro dedicato alle arti contemporanee inaugura KAS, mostra collettiva che vede le opere di Mohamed Abdelkarim, Simon Asencio, Miriam Cahn, Giulia Damiani & Le Nemesiache, Alessandra Ferrini, Belinda Kazeem-Kamiński, Alfeno Liboni, Vanja Smiljanić a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna: terzo episodio di “Trilogia anti-moderna”, ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni. KAS riflette sulla funzione delle città mitologiche e delle urbanità immaginarie come processi fondativi delle comunità, a partire da una leggenda territoriale che narra di un'antica città sepolta sotto Fies. La mostra collettiva di natura performativa punta a rivalorizzare forme di sapere (affettivo, somatico, visuale) censurate o soppresse dalla modernità sesso-coloniale occidentale. KAS sulla funzione di topoi mitologici e della fabbricazione collettiva immagini di “urbanità primigenie” nei processi fondativi delle “comunità immaginate”.
Di nature, corpi, cicli quotidiani notturni, ere passate e future.
Centrale Fies apre il 27 maggio con Un Weekend Cannibale da Sogno, un momento lungo tre giorni per incontrarsi, respirare, mangiare, dormire e sognare, dove muoversi o stare assolutamente immobili.
“Sarà un fine settimana che ramifica a partire dal Manifesto Cannibale di CollettivO CineticO - afferma la coreografa Francesca Pennini - un focus sulla compagnia che diventa esercizio di evasione in ambiti altri. Sarà un invito all’esperienza diretta, alla complicità, al gioco, alla condivisione come paradigma fondamentale della relazione con spettatrici e spettatori”.
Pensata per nuovi incontri tra umanità e natura, Centrale Fies ospita i suoi pubblici all’interno di una programmazione capace di farli immergere nella performance e nella natura, recuperando tradizioni antiche per riconoscere ciò che è cibo; chiedendo di avventurarsi con artiste e artisti in piccoli atti di resistenza; sfidando il pubblico a lasciarsi andare, ad addormentarsi nei luoghi più impensati, a spingersi nell’attuare sogni collettivi ed esperienze creative che diventano metamorfosi alchemiche.
Dal 27 al 29 maggio la performance e la danza tornano protagoniste con Un Weekend Cannibale da Sogno, curato da Barbara Boninsegna con la coreografa e regista Francesca Pennini/CollettivO CineticO. Sarà possibile assistere a performance e opere di Alessandro Sciarroni, 19’ 40’’, Danilo Correale, CollettivO CineticO, ascoltare il filosofo Paolo Pecere, visitare la mostra personale di Binta Diaw, dal titolo The Land of Our Birth is a Woman, che racconta delle relazioni ancestrali tra natura e corpi femminili.
In uno spazio inatteso sarà possibile anche interagire con Sevy: The Collective Houseplant di SINTETICO (Marco Calzolari) che invita utenti e visitatori a comunicare -fisicamente e da remoto- con una pianta, allo scopo di sollevare interrogativi sulla questione ambientale.
Assieme alla performance e alla danza -al centro di tutto- tornano i corpi in presenza, con i loro stati biologici e fisiologici, le alterazioni e virtualità, le resistenze e le trascendenze a fare da terreno su cui ospitare nuovamente un pubblico rinnovato da questi anni di grandi cambiamenti.
Una tre giorni che si ramifica a partire dal Manifesto Cannibale di CollettivO CineticO: un focus sulla compagnia che diventa esercizio di evasione in ambiti altri come foraging e meditazione fino alle gare di resistenza, in un invito all’esperienza diretta, alla complicità, al gioco, alla condivisione come paradigma fondamentale della relazione con spettatrici e spettatori.
Già Manifesto Cannibale (28 maggio) è un esperimento di nuova relazione col pubblico da parte della compagnia. Un programma di sala recita le regole scritte in un manuale di visione: “Inizia quando scegliete voi. Non si sa quanto durerà. Sarete liberi e libere di uscire e rientrare. (…)” Una nuova negoziazione per una visione differente dell’opera è punto focale dell’azione condivisa tra pubblico e artisti in scena, boicottando lo stesso concetto di autorialità che permette a chi guarda di immergersi completamente nello “stare assieme”, così come di assistere a pratiche di sonno e veglia collettive. Non è un caso che alla fine dello spettacolo la pratica del sonno esca dalla scena per rilasciare tracce al di fuori, negli spazi di Fies, dove il pubblico troverà l’invito a coricarsi e ad abbandonarsi al sonno. Il sonno diventa centrale anche nello sleeping concert di 19’ 40’’ (28 maggio), che lavora proprio sul ritmo biologico dell’alternanza delle fasi REM e non REM del pubblico, giocando con suoni e cicli naturali, impostando le sezioni di ascolto sulle diverse frequenze d’onda che le contraddistinguono, e chiedendo al pubblico di proseguire l’ascolto durante la notte, accompagnandolo fino all’alba.
Il nesso del sonno-sogno accende la presenza di Alessandro Sciarroni con la prova aperta della sua ultima opera, titolata DREAM (27-28 maggio). Il Leone d’oro Biennaledanza2019 mette in scena una pratica inconsueta per la coreografia ma molto in auge nel performativo: una durational performance che permette agli interpreti in scena di dimenticare il concetto stesso di tempo e incoraggia il pubblico a sostare, ad avvicinarsi, e ad abbandonare la performance in qualsiasi momento, in un’osservazione collettiva dell’essere umano visto da vicino, nelle sue dinamiche.
La video-installazione di Danilo Correale si spinge ancora più in là, con No More Sleep No More (27 maggio) l’artista indaga la vita politica del sonno, in particolare l'invasione del lavoro sul tempo del riposo nella spinta tardo capitalista verso una produzione senza fine, in una collaborazione con il medico David M. Rapoport, l'antropologo Matthew J. Wolf-Meyer, lo storico Roger Ekirch, il sociologo Simon Williams, lo studioso del lavoro Alan Derickson, il geografo Murray Melbin, il filosofo Alexei Penzin e la studiosa femminista Reena Patel.
Come quando ci si distende non si ha idea di cosa si sognerà, così in WOW (e altri suoni antirughe) Misteri intatti, presenti coatti, azioni riciclate e cose appena nate di CollettivO CineticO (26-27-29 maggio), Francesca Pennini chiede al pubblico di fare un atto di fede, e di entrare in sala senza sapere nulla di ciò che lo aspetta. WOW è nella realtà un ciclo di piccoli eventi all’interno della programmazione, eventi dei quali non verranno svelati né titoli né tempi. La compagnia promette azioni completamente inedite come reperti archeologici, esercizi di magia e invenzioni autartiche di energia sorprendendo gli spettatori e sovvertendo ogni dinamica.
CollettivO CineticO con |X| No, non distruggeremo Centrale Fies (26 maggio) mette in atto quello che avviene solitamente col sogno lucido, quella pratica che permette di muoversi con coscienza nello spazio onirico determinando parte delle nostre azioni, o cambiandone i contesti. Gli spettatori hanno a disposizione una particolare tastiera per guidare tre persone bendate alla mappatura del luogo tramite una mazza da baseball. Il codice di istruzioni è basato su un sistema vettoriale e il pubblico ha trenta minuti per decifrarlo e apprenderlo per tentativi, osservando e gestendo le conseguenze dei comandi impartiti.
A chiudere la tre giorni è sempre un evento inedito di CollettivO CineticO, URUTAU rito collettivo finale (29 maggio). L’Urutau è un uccello sudamericano notturno, che sta immobile tutto il giorno in posture improbabili, si mimetizza con gli alberi, vede tenendo gli occhi chiusi ed è praticamente “tutto bocca”. A lui è dedicato questo momento collettivo finale: un ibrido tra un rito sacrificale e un rave party in stop-motion. Una strana festa cannibale alla fine de Un Weekend Cannibale da Sogno. La giornata inizia alle ore 10 del mattino nel parco con il "FITONESS - esercizi vegetali per corpi animali" a cura di Francesca Pennini e Collettivo CineticO. Il “FITONESS” è una pratica cinetica inventata per il processo creativo di Manifesto Cannibale. È un allenamento all’essere vegetale e mira alla traduzione dei virtuosismi tipici delle piante per i corpi degli esseri umani.
In questo caso si tratterà di una sessione di meditazione e micromovimento, di una danza molecolare e intima. Si prosegue alle ore 11 con FORAGING con Guido Omezzolli e il PIC NIC CANNIBALE a cura di Maso Limarò con concept di CollettivO CineticO: un percorso di conoscenza del territorio -e di noi stessi- attraverso il corpo e il bosco: la ricerca di cibo spontaneo e dai sapori inaspettati. Fiori edibili, erbe e bacche, ma anche foglie, linfe e resine. Il foraging, “alimurgia” in italiano, è una pratica di ricerca del cibo selvatico nata nei momenti di carestia o povertà, oggi recuperata culturalmente -e spiritualmente- da chef di tutto il mondo.
Il percorso sarà guidato da Guido Omezzolli -esperto di piante- che opera sul territorio in uno studio-orto-giardino-laboratorio, fino a un pic-nic a cura di Maso Limarò, la cui filosofia affonda nel rispetto della materia prima e nelle lavorazioni lente per creare sapori puri, veri, e puliti, in perfetta armonia con la terra di provenienza -Il Trentino- e la sua storia.
La programmazione riprende dal 17 al 19 giugno. Centrale Fies riporta nei suoi spazi la rete europea di apap - Feminist Futures. Progetto ispirato ai concetti di femminismo intersezionale, apap immagina futuri ripensando i corpi; i nostri, gli altri, quelli più fragili, quelli animali, quelli vegetali e anche quelli che dimentichiamo esserlo come l’aria, l’acqua o la terra stessa. Curato da Barbara Boninsegna con Filippo Andreatta, artista e curatore, il programma include un’ampia selezione di performance e installazioni ma anche dibattiti e incontri tenuti da artiste e artisti internazionali prodotti e sostenuti dalla rete apap ma non solo: Chiara Bersani, buren, Silvia Calderoni/Ilenia Caleo, Naomi Velissariou, Muna Mussie, Selma Selman, BABA ELECTRONICA. Durante le tre giorni, legata alla visione della programmazione performativa e da quest’anno aperta al pubblico, avrà luogo la Feminist Futures School, condotta da ricercatrici ambientali, sociologhe del lavoro, artiste e artisti, tra cui Angela YT Chan, Florinda Saieva / Farm Cultural Park, Muna Mussie, Harun Morrison e OHT.
Dall’1 al 3 luglio per LIVE WORKS SUMMIT 2022, a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi, si incontreranno gli alumni della scorsa edizione con i nuovi sette selezionati tramite la call internazionale di quest’anno. I nuovi fellows inizieranno un periodo di residenza collettiva e di free school - aperta a chiunque voglia parteciparvi previa iscrizione - focalizzato sulla ricerca e lo studio, condotto dal team curatoriale insieme a Gaia Giuliani (ricercatrice, docente associata in Filosofia Politica), Patricia MacCormack (filosofa, scrittrice e curatrice), Valentina Desideri (artista e curatrice, attualmente PhD al Social Justice Institute presso University of British Columbia, Vancouver) e Denise Ferreira da Silva (filosofa, scrittrice e filmmaker).
In occasione del summit sarà possibile assistere alle performance degli alumni di LIVE WORKS 2021: Sergi Casero, Gabbi Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards, Silvia Rosi. Ad accompagnarli quattro special guest, Philippe Quesne, Omar Souleyman, Giulia Crispiani, Alok Vaid-Menon.
Dallo scorso anno, all’interno di LIVE WORKS free school of performance, Centrale Fies ha messo a punto una affirmative action con la collaborazione di Razzismo Brutta Storia e BHMF, che mira all’agevolazione dell’entrata nel mondo delle pratiche performative di artiste e artisti italiani razzializzati italiani, appartenenti a minoranze etniche o con background migratorio.
La speciale fellowship titolata ad Agitu Ideo Gudeta è a cura di Barbara Boninsegna, Simone Frangi, Mackda Ghebremariam Tesfau’, Justin Randolph Thompson. Un modo per rendere più fruibile l’accesso alla formazione e al circuito dell’arte contemporanea a persone che per ragioni materiali e simboliche, ne sono strutturalmente escluse.
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*Centrale Fies è un centro di ricerca delle pratiche performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia.
Il progetto, avviato nel 1999 da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi con la Cooperativa il Gaviale sull'esperienza del festival drodesera (nato nel 1981), è di fatto una vera e propria impresa culturale la cui attività è connotata da un modello di sostenibilità ibrido, cui concorrono contributi pubblici e privati. Sede di Live Works - Free School of Performance, esempio pioniere di rigenerazione industriale a fini culturali e attivatore di progetti e public program atti a potenziarne ulteriormente le pratiche, gli assi, le politiche e le filosofie. Centrale Fies mette a disposizione di artisti e artiste, di un territorio e di una politica culturale in continua evoluzione, una board curatoriale fluida composta da curatori e curatrici, sociologhe/i, artiste/i, ricercatrici/i. Centrale Fies è il primo esempio in Italia di recupero di archeologia industriale a fini artistici e culturali all’interno del quale si rinnovano le sperimentazioni su pratiche, modalità e processi produttivi legati alle residenze artistiche (anche family friendly!) e alle arti performative.
CollettivO CineticO è fondato nel 2007 dalla coreografa Francesca Pennini e coinvolge numerosi artisti provenienti da discipline diverse. La ricerca del collettivo indaga la natura dell’evento performativo con formati al contempo ludici e rigorosi che si muovono negli interstizi tra danza, teatro e arti visive discutendo il rapporto con lo spettatore e muovendosi dal palcoscenico ai luoghi urbani, dalle missioni mimetiche nella vita quotidiana alle piattaforme virtuali. Ha prodotto oltre 60 creazioni ricevendo premi tra cui: Jurislav Korenić Award Best Young Theatre Director; Premio Rete Critica; Premio Danza & Danza; Premio Hystrio Iceberg; Premio MESS al BE Festival di Birmingham; Premio Nazionale dei Critici di Teatro; Premio UBU 2017 come Miglior Spettacolo di Danza e il Grand-Prix Golden Laurel Wreath for Best Performance al 58° Festival MESS di Sarajevo. I lavori sono stati presentati in: Austria, Belgio, Bosnia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Perù, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Taiwan.
Ufficio stampa Centrale Fies
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