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Sabato 15 Giugno la sezione teatro del Gruppo Storico Culturale Arzberg Valle di Non APS ETS riporta in scena “Il tesoro dell’aria, Assareto – I fantasmi della Val di Non” la rappresentazione storico-moderna liberamente tratta dai libri di Lucina Cuccio. Nella splendida cornice della corte e del loggiato di Castel Thun a Vigo di Ton ad ore 21.00. L’evento gode del patrocinio della Provincia Autonoma di Trento. Nelle prossime settimane verrà ospitata in altri castelli provinciali, corti di palazzi storici e piazze di paese.

La storia di Assareto fa riferimento alle cupe vicende di “Caccia alle streghe” documentate in Trentino nella prima metà del Seicento, ma con una chiave moderna.
Si tratta di un racconto di fantasia inserito in un contesto ben delineato e nei paesaggi della Val di Non.

Non una commedia brillante, dunque, ma una rappresentazione molto forte, profonda che punta a lasciare il pubblico col fiato sospeso fino alla fine.

Un progetto ambizioso, con il cast che già da un anno si sta incontrando più volte alla settimana per le prove, cercando di immedesimarsi il più possibile nei personaggi, storici e moderni, che dovrà rappresentare.

Una rappresentazione ricca di effetti scenografici, proiezioni di filmati su schermo gonfiabile gigante, effetti luci e sonori di rilieco.

«È una storia che colpisce molto, soprattutto per la forza avuta da questa madre nell’affrontare la tragica morte del figlio , cercherà in qualsiasi modo di poterlo rivedere ancora una volta per dargli il suo addio, per questa ragione si aggrapperà al fantasma Assareto, tragicamente morto assieme alla sorella sul rogo al tempo dell’inquisizione– fa sapere il presidente del Gruppo Arzberg Mirko Ceccato –. Non mancherà chi si commuoverà, perché direttamente o indirettamente colpirà ognuno di noi. E verrà chiarito ogni dubbio: la vita dopo la morte esiste, per chi voglia crederci o no».

Il tutto inizia con un fastidioso ronzio all’orecchio, non un dolore, una specie di brusio intermittente. Una radio mal sintonizzata pensa Maria, valente psichiatra, massaggiandosi le tempie, ma le piccole scariche non accennano a diminuire.
Il viaggio in treno da Palermo era filato liscio come l’olio ed erano arrivati a Trento in perfetto orario.

Non poteva immaginare che quel fastidio insistente fosse il primo segnale di un’avventura che le avrebbe cambiato la vita.
Sapeva di meritare una vacanza; per sette giorni avrebbe avuto un unico scopo: divertirsi con i suoi ex compagni di corso in Medicina, e ora grandi amici. Questo soggiorno sperava la distraesse dalla morte del suo adorato figlio Francesco. Da sempre aveva sentito declamare le mitiche settimane bianche sulla neve del Trentino.
Ma non poteva immaginare cosa sarebbe successo a Cles, ridente paesino della Val di Non. Ma era un appuntamento con il destino!»

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